Ombre Bianche - 1979 - numero unico

78 Luigi Viviani anche a livello culturale. 11problema di una diversa ripartizione del tempo di lavoro collegato alla ricerca di un diverso rapporto tra lavoro e qualità della vita diventa allora centrale per costruire una organizzazione sociale che consenta alle giovani generazioni di dare un senso più pregnante alla propria esistenza. La piattaforma dei metalmeccanici tenta di avviare una risposta a questo proble- ma con una strategia di riduzione dell'orario di lavoro collegata alla linea di in- tervento in fabbrica e nel territorio sui processi di investimento, di ristrutturazio- ne, di modifica dell'organizzazione del lavoro sperimentata con le lotte dell'ulti- mo decennio. Certamente una riduzione dell'orario di lavoro che in questo contratto inizia in alcuni significativi comparti produttivi e nel Mezzogiorno, per raggiungere le 35/36 ore settimanali entro la metà degli anni '80, non consente incrementi di oc- cupazione molto consistenti, tuttavia può determinare una inversione di tendenza nell'attuale crescita della disoccupazione e di ottenere significativi risultati in aree del Mezzogiorno dove tale esigenza è più pressante. L'orario di lavoro, è un parametro critico e delicato dell'organizzazione produt- tiva che incide sulla produttività, sul livello di utilizzo degli impianti, sulla qualità del lavoro, sugli organici, sugli insediamenti industriali, e più in generale sull'equilibrio sociale complessivo nel territorio. Intervenire per ridurlo e gover- narlo significa rimettere in discussione tutti questi aspetti e imporre una nuova ri- gidità ed un controllo operaio funzionali ad obiettivi di cambiamento della con- dizione di lavoro, di riequilibrio produttivo e occupazionale tra nord e sud e di trasformazione sociale. Attraverso questa via l'occupazione può diventare non tanto un mitico e velleita- rio obiettivo da raggiungere attraverso vaghi "nuovi modelli di sviluppo" quanto un concreto risultato che si conquista con lotte rivendicative in fabbrica e nel ter- ritorio sui processi di ristrutturazione, di decentramento produttivo, sull'orga- nizzazione dei servizi sociali. La stessa programmazione da stanca esortazione ideologica può diventare un processo da costruire dal basso colla partecipazione e la lotta di massa in punti si- gnificativi della struttura produttiva e sociale cambiando in concreto le scelte del padronato, del governo e delle istituzioni locali. Da un punto di vista qualitativo la riduzione dell'orario di lavoro già nelle quan- tità indicate prefigura per i prossimi anni la riduzione del tempo trascorso in fab- brica da 1/3 a 1/4 della giornata o a quattro giornate la settimana. Ciò significa in ogni caso spostare in modo significativo il baricentro della vita della gente del- la fabbrica sempre più all'esterno, ampliando il tempo libero, aprendo nuove possibilità di riorganizzazione della vita individuale e collettiva, di partecipazione culturale e sociale nella scuola, nel quartiere in nuove istituzioni e centri di socia- lizzazione da progettare e costruire nel territorio. In questo senso la riduzione di orario oltre che un obiettivo rivendicativo diventa un grosso fatto politico, una significativa occasione di approfondimento e di ini- ziativa per realizzare una nuova qualità della vita che può determinare profondi cambiamenti anche nel sindacato, nelle sue strutture organizzative, nei suoi rap- BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==