Ombre Bianche - 1979 - numero unico

La riduzione dell'orario di lavoro 77 La richiesta di riduzione dell'orario di lavoro, avanzata, con modalità diverse, nellepiatta/ orme contrattuali delleprincipali categorie dell'industria, ha occupa- to in modo considerevole il dibattito a/l'interno del sindacato nei mesi passati. Molto ricche e documentate sono state le opinioni sulle variabili tecnico/economiche connesse alla riduzione dell'orario, si ha comunque lasensa- zione che ci sia la necessità di ampliare il dibattito sul tema. La rivista, quindi, ospita in questo numero gli interventi di Luigi Viviani e Fede- rico Bozzini e sollecita altri contributi per i prossimi nemeri. LA RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO NEL CON- TRATTO DEI METALMECCANICI Luigi Viviani Nonostante il muro di opposizione che, spesso con grettezza culturale e con ottu- sità progettuale, i padroni e quasi tutte le forze politiche hanno innalzato contro la riduzione dell'orario di lavoro inserita nella piattaforma dei metalmeccanici, la prospettiva di portare l'orario settimanale di lavoro nell'industria sotto le 40 ore sta facendosi strada con la forza delle cose. La burocrazia culturale e politica nostrana, pur con la lentezza ed i ritardi della sua capacità di acquisizione dei problemi della società, incomincia a fare i conti con la vita reale e a cambiare gradualmente opinione. Anche a livello europeo l'establishment politico e sindacale, scosso da crescenti e radicali lotte di massa come quelle recenti dei siderurgici tedeschi e francesi, sta passando dai dibattiti, alle deliberazioni, a primi accordi di riduzione dell'orario. Lo stesso Parlamento europeo ha recentemente indicato tale misura come strumento necessario e da adottare nella lotta contro la disoccupazione. Tutto ciò perchè la disoccupazione di massa nel nostro paese e nell'occidente ca- pitalistico diviene sempre più un fatto strutturale rispetto al quale le varie misure di politica economica e sociale non riescono, non tanto a dare una risposta vin- cente, ma nemmeno a ridurre l'accelerazione del fenomeno. A riprova di ciò, nel nostro paese, dopo il misero fallimento della legge sull'occu- pazione giovanile, il piano triennale, che rappresenta il più recente progetto orga- nico di evoluzione del nostro sistema economico e sociale elaborato a livello isti- tuzionale, pur essendo a parole tutto finalizzato allo sviluppo dell'occupazione assume consapevolmente, come massimo obiettivo realizzabile nel prossimo triennio, il mantenimento degli attuali 2 milioni di disoccupati. Ma il problema della disoccupazione assume sempre più anche connotazioni qua- litative. La contraddizione tra le caratteristiche medie di alienazione e di dequali- ficazione programmata del lavoro offerto dalla fabbrica capitalistica e le esigenze di libertà, di autonomia e di realizzazione personale soprattutto dei giovani non solo appare sempre meno ricomponibile nella direzione degli attuali processi di ristrutturazione industriale ma risulta, in crescenti masse giovanili, inconciliabile Biblioteca Gino Bianco

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