Ombre Bianche - 1979 - numero unico

72 Marco Girardi zione Chiesa, anche se lo infastidiva la stretta dipendenza, soprattutto finanzia- ria, dal Vescovado. (5) Una conferma di quanto e come l'essere cattolico è profondamente vissuto e lo ha plasmato, al punto da segnare anche il suo vivere quotidiano, può essere rin- tracciata, per esempio, nella struttura del discorso parlato, per l'uso frequente dell'espressione "in quel tempo" (6) o nell'affermazione "dico povertà, non mi- seria", dove la prima deriva chiaramente dall'ascolto, o dalla lettura, del Nuovo Testamento, e nella seconda, povertà ha un valore positivo, il valore evangelico. Il suo patrimonio culturale si è arricchito con il tempo attraverso la commistione di elementi tradizionali propri della cultura contadina, la sua fede vissuta e l'esperienza nelle organizzazioni cattoliche ("le Acli seconda palestra di cultura sui problemi sociali") e l'uso, che stimola all'azione, di un patrimonio di fatti ri- levanti (la guerra, il '19 ecc.). (7) Danilo Montaldi aveva osservato, a proposito di militanti di tradizione sociali- sta, come agli occhi dell'attivista ogni rivendicazione deve essere garantita dal passato, di modo che ''il militante diventa, anche agli occhi degli altri, il deposi- tario di una tradizione, (... ), che lo differenzia dalla storia normale." (8) L'uso strumentale di queste conoscenze non viene meno anche quando i fatti ricordati, come nel caso delle leghe bianche, sono stati una sconfitta del movimento. La sua attività nel sindacato è l'elemento che, infine, ha definito e indirizzato il suo essere culturale, è stata formativa essa stessa alimentandosi nel tentativo di comprendere e prevenire la strategia padronale, ed è culminata nell'esperienza del Centro Studi di Firenze. (5)"11 nostro grosso problema era l'autonomia. In parole semplici, il discorso può ridursi a questo: passaggio di competenze, passaggio di impegni e di responsabilità dirette, non da Palazzo Zileri (che era sede della Democrazia Cristiana) ma da Piazza Duomo a stradella Piancoli (sede Cisl)" Cfr. Fran- cesco Guidolin, Storia del sindacato a Vicenza: appunti per una storia della Cisl, Vicenza, Cisl, 1978, p. 15 (ciclostilato). (6) Questa espressione è spesso usata anche da altri attivisti sempre di origine cattolica, che stiamo intervistando. (?)"Non si può parlare del mondo contadino ignorando le guerre". Cfr. Nuto Revelli, Il mondo dei vinti, Torino, Einaudi, 1976, Vol. I, introduzione, p.C. La guerra è, per Severino Castellan, uno degli elementi che caratterizza e matura una persona: "allo- ra mio papà era giovane ma molto anziano; perchè aveva fatto tutta l'esperienza della guerra mondia- le". La guerra è quindi un momento eccezionale per la gente di Severino Castellan, forse l'unico mo- mento in cui il contadino entra in contatto con un grande avvenimento pubblico, e non a caso, a mio giudizio, egli menziona solo gli avvenimenti che ufficialmente sono riconosciuti: la medaglia ·del pa- dre, la morte del fratello "a Neraide, in Tessaglia-Grecia", detto tutto d'un fiato quasi stesse leggen- do il telegramma che annunciava il triste evento. (8)Militanti politici di base, Torino, Einaudi, 1971, p. 325. BibliotecaGino Bianco

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