Ombre Bianche - 1979 - numero unico
60 Marco Girardi fatti bastava vedere come erano le case dei contadini. In cucina non c'erano i pa- vimenti, rare quelle con il cotto o con il cemento. La maggior parte erano in sel- ciato di sassi o in terasso, cioè terra nera battuta - terra di campo che due volte l'anno, o più volte, veniva rimescolata con tanta acqua e dopo pressata. Le case coloniche normalmente avevano piano terra, primo piano - con le stanze da let- to -, granaio, soffitta mai. Di conseguenza nelle stanze da letto piovevano giù, per esempio i sorzi, perchè di quelli ce n'erano in abbondanza. I contadini, le fi- glie dovevano tante volte dormire stando sotto le coperte perchè cascava loro ad- dosso il grano, la polvere, i sorzi. I servizi igienici erano soltanto un nascondiglio che veniva fatto vicino alla concimaia, a 150, 100 metri dalla casa. Queste erano le prime battaglie - risanamento delle case, un minimo di attrez- zatura, una falciatrice, un trattore ... Ma soprattutto il superamento della mezza- dria. Battaglie che abbiamo cominciato a fare da allora e che non abbiamo anco- ra vinto. Ho, quindi, incominciato da giovane ad affrontare i problemi del mondo conta- dino. E mi trovavo in uno stato di estrema inferiorità rispetto alla gente che dove- vo organizzare, perchè erano come minimo vecchi come mio papà se non di più, perchè non era pensabile di organizzare i contadini partendo dal figlio, si doveva partire dal capofamiglia. La CISL, infatti, iscriveva il capofamiglia - dopo iscriveva anche i familiari - ma l'iscritto era il capofamiglia. Di conseguenza io a 19 anni dovevo essere già adulto per accattivarmi la fiducia e la simpatia di que- ste persone anziane le quali erano estremamente diffidenti. Prima del fascismo erano state prese in giro. Al fronte era stato promesso che le terre sarebbero state date a chi le lavorava. Quando sono tornati dal fronte han- no cominciato subito a darsi da fare e a organizzarsi nelle leghe bianche. Le terre che erano di proprietà di enti morali, come per esempio l'ospedale di Bassano, venivano divise famiglia per famiglia contadina. Se non che sono arrivati subito i fascisti, evidentemente con i manganelli dei padroni e hanno messo le cose a po- sto ... Quindi dovevo organizzare gente che aveva vissuto quell'esperienza. Inoltre erano esclusivamente le sinistre, i comunisti che parlavano di problemi so- ciali. I cattolici predicavano che bisognava accettare, che bisognava obbedire. Di conseguenza chi muoveva le acque aveva l'etichetta di bolscevico. lo, invece, ero l'espressione delle ACLI, le quali hanno cominciato a rompere la mentalità che c'era nella cittadinanza, ero il cattolico che andava a predicare giustizia. Sono state le ACLI che mi hanno insegnato come studiare, come affrontare i problemi. Mi ricordo che una volta sono andato a fare una riunione al gruppo di Casoni, sempre in bicicletta si intende. Quei contadini avevano titubanza a entrare in quella sala. Si erano fermati con il tabarro in fondo all'.angolo della piazza e dice- vano fra loro: «Ma che sia il caso che andiamo dentro?» Sono venuti dentro. E io ho spiegato a questa gente le loro condizioni, faccio lo- ro aprire gli occhi, dico che è finita l'era della schiavitù, parlo anche della guerra di liberazione, del '15-' 18, che erano informati anche di quello, la promessa che aveva fatto il governo di allora di dividere le campagne, di tutte le volte che erano stati traditi, e che stavano venendo traditi un'altra volta se non avessero capito BibliotecaGino Bianco
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