Ombre Bianche - 1979 - numero unico

58 Marco Girardi 2. Io devo essere nato nel m-omento in cui mio papà è stato offeso e umiliato dai padroni e, quindi, per sfogarsi mi ha messo al mondo. Ecco perchè sono nato ar- rabbiato. Io ho cominciato a lavorare nel sociale quando era già radicato da sempre, da generazioni, lo spirito del servilismo nelle persone e una condizione di estrema ignoranza di fronte ai problemi. Andare a predicare, a dire a qualcuno che pote- va anche ribellarsi, erano fatti di disobbedienza, così gravi che tante volte erano anche condannati. Qua si era creata la mentalità di due razze: chi doveva sempre e comunque comandare e chi doveva sempre e comunque servire, indipendente- mente dalle doti o volontà che uno poteva esprimere. Diremo che anche la Chiesa discriminava molto a quei tempi. Non mi interessa tanto la liturgia, i funerali di P o di IIP. Ma, diciamo, i sorrisi erano per alcune persone, per altri invece trascuratezza, non aveva importanza. Quindi, iniziare una battaglia di rottura in un periodo del genere ... Beh, se non me lo dite voi, lo dico io: siamo stati bravi. Se poi questa battaglia si deve iniziare in mezzo ai contadini, allora•la cosa diventa estremamente più difficile. Altro conto è iniziare in un ambiente operaio, che solo il fatto di spostarsi, di trovarsi insieme era un fatto culturale. Ma il contadino che doveva conoscere solo le robe ... , che sentiva la Messa pri- ma della domenica di mattina - perchè mezzi di trasporto non c'erano per i con- tadini, c'era l'asino, i buoi, fortunato chi aveva la bicicletta. Quindi, il fatto di non trovarsi insieme ad altre persone, di essere sempre isolati nello stesso recinto con una bella siepe di spini dalle parti, non faceva crescere le persone. Ai vari Stecchini, Dolfin, Rubi, Gianoche, ai Favero interessava, si di- vertivano, che le siepi fossero ben fisse, in modo che la gente non potesse comu- nicare. Ho incominciato ad innamorarmi dei problemi dei campi perchè li vivevo, li soffrivo, ed ho cominciato a fare l'organizzazione. Come? In bicicletta, ma la bi- cicletta me la prestava mia zia, perchè non avevo neanche la bicicletta. Ho incominciato con quelli di Rosà prima di tutto. Andavamo in cerca di quelli più arrabbiati, di quelli che magari erano stati processati e sfrattati perchè aveva- no segato la rubinia per farsi le sedie per far sedere i figli alla sera in stalla, perchè erano questi i problemi di allora. E abbiamo cominciato con quelli della Stur. Abbiamo fatto il gruppetto. Dal gruppetto abbiamo cominciato ad andare un pò più in fuori. La mia esperienza ho cominciato a farla negli anni '50 quando la CISL era già nata, nel '49 per la verità ho iniziato a muovermi molto. Quindi era- vamo già in periodo di scissione del sindacato, però io non potevo mica organiz- zare solo i cattolici, perchè ne avrei organizzati pochi. Io avevo bisogno anche di quelli che pensavano che i cattolici non potessero dare una risposta ai problemi. C'era della gente che aveva della diffidenza tra le famiglie mezzadrili, potrei par- lare di contrade intere, per esempio, Cusinati di Rosà, una zona dove da cattolico mi era difficile entrare. C'erano le zone bianche e le zone rosse anche nei paesi nostri. Io avevo bisogno anche dei rossi, se così vogliamo identificarli, perchè BibliotecaGino Bianco

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