Ombre Bianche - 1979 - numero unico

SIOria di vira 57 chè lì c'era caldo-, il più delle volte c'erano le compagnie che giocavano a carte: cinquiglio, tresette, scopa. A casa mia, invece, si leggeva quasi sempre. Leggeva il nonno. "I Promessi Sposi", per esempio, la "Bibbia", la "Divina Commedia", i "Vangeli", soprattutto i libri dell'Antico Testamento. Le donne ricamavano tovaglie, tende e paramenti per la chiesa, filavano ... Un'altra occasione di festa erano le nascite. Noi anche se si era piccoli si capiva da tante cose che stava nascendo un bambino: l'arrivo della levatrice ... La levatrice. Quella era un tipo ... Mi ricordo che un giorno stavo facendo il mio solito giro di propaganda e ho visto la levatrice in un campo che stava sradicando i sostegni delle visele, i pali secchi. Io mi sono fermato: «Angela - si chiamava così - cosa sta facendo?» «Eh, c'è quella sposa lì che sta avendo un figlio ed è tutta al freddo, quel pigro di quell'uomo, quella volta sì la gà sposà, e adesso la lascia lì al freddo a partorire, bisogna che vada io ... » E ha levato i pali per fare fuoco. Il fatto di andare a scuola con le sgalmare o con gli zoccoli - io sono sempre andato con gli zoccoli - significava non sapere comunque la lezione. Eravamo della gente che non contava e dal primo giorno di scuola io ho sentito quasi un senso di ribellione da quello stato. Cioè soffrivo nel vedere che gli altri avevano le simpatie ed io ero discriminato, ma non ero il solo eravamo quasi tutta la scolare- sca - i privilegiati erano soltanto quattro o cinque. L'unico sfogo, diremo così anche come divertimento, per noi poveri cosa era se non andare alla messa, partecipare alle funzioni, alla liturgia? Mi ricordo che la mia prima ambizione è stata quella di essere stato segretario dei fanciulli cattolici. Avrò avuto sette anni. Tanto è vero che i verbali delle adu- nanze me li scriveva il cappellano e dopo io facevo bella figura nel leggerli, evi- dentemente imparati a memoria. Ho sempre avuto la volontà di essere impegnato, di non essere uno qualsiasi, e da questo lato qua mio papà, la famiglia, mi ha sempre aiutato, non mi ha proi- bito, vietato di partecipare alle riunioni alla sera dell'Azione Cattolica. Quando sono stato più grande mi ricordo che mi lasciava andare a convocare le riunioni dei mezzadri in bicicletta - non ci servivamo della posta - e magari lui da solo si caricava a mano un carro di letame, di foraggio, ecc. Anche quando i vari pro- prietari del mandamento si erano coalizzati e facevano pressione sui nostri pa- droni perchè io cessassi di fare l'attivista sindacale mio papà mi ha capito. Anche se mio nonno - che però mi voleva tanto bene - continuava a dire a mio papà: «Guarda che quel toso lì ci rovina ... » Teniamo presente che eravamo di fronte ad un'altra generazione più vecchia an- cora. Ma il problema più grave di allora era l'emigrazione. Quante famiglie sfrattate ho visto. Tantissima nostra gente a quel tempo andava in Piemonte, verso Pine- rolo, verso Biella. Lì allora c'era la ripresa industriale. I contadini del Piemonte andavano alla Fiat oppure nelle tessiture del biellese, e le campagne libere anda- vano a occuparle la nostra gente, i polentoni, i veneti scacciati da qua. BibliotecaGino Bianco

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