Ombre Bianche - 1979 - numero unico
54 Marco Girardi e che oggi va riscoperta. Una autenticità che si riscopre solo a partire dal riscopri- re le nostre radici. E le radici sono sotteranee, sono contorte, sono sconosciute. Questo bisogno di autenticità è così urgente (per noi e per l'organizzazione) che alla fine è contradditorio decidere sulle radici pensando alle foglie sull'albero. Allora nella storia di Castellan ci sta quello che si sa, che è stato scritto, che è stato codificato nei Congressi, nei contratti etc. Ma nella storia di Castellan ci sta quello che non si sa (nè noi nè forse lui), che non è stato scritto ma anzi rischia di essere perso, forse un codice ripudiato (da noi forse come da lui). Per concludere: abbiamo di fronte problemi di cui per ora sappiamo solo che sono cruciali. Di cui non abbiamo ancora la chiave per interpretarli e risolverli, ma di cui sappiamo la vastità e profondità. Per avere le risposte giuste, occorre porsi le domande giuste. Per avere una ri- sposta radicale, dobbiamo porci una domanda altrettanto radicale. Allora è giu- sto parlare e partire con Castellan. Partire dalle radici, anche e a maggior ragione le più lontane. Non c'è calcolo, non c'è "politica". C'è la voglia di discutere. Si parte allora dalle persone, si parte allora da lontano. Forse arriveremo a delle conclusioni: è il nostro obiettivo. Ma le conclusioni verranno dopo, non prima. Sono figlio di mezzadri, di gente molto povera. Eravamo in tredici fratelli. Sia- mo tutt'ora in dodici: il più vecchio è stato ucciso dai fascisti, e quindi una fami- glia di estrema povertà, non dico miseria ma povertà. E non ho paura a dichiarare che non sono convinto che mia mamma ha cercato tredici figli o mio papà li ha voluti, ma per quella cultura che c'era allora, che tut- to era peccato ... Due coniugi che si volevano bene, che erano sempre insieme, poichè erano sani mettevano al mondo figli. -. Quindi io dico che noi eravamo in tanti stante quel tipo di cultura così rigida predicata dalla Chiesa. Alla crescita della famiglia il più delle volte i proprietari erano contrari e succedeva addirittura che quando arrivava il gastaldo, il fattore, che sapeva che era nato un bambino, diceva: «Un altro figlio!» E vedevi mio papà umiliato anche in un fatto diremo esaltante: la nascita di un figlio. Quando sono nati i miei primi fratelli - due gemelli - mio papà aveva 23 anni, mia mamma 19. Allora mio papà era giovane ma molto anziano; perchè aveva fatto tutta l'esperienza della guerra mondiale. È uno del '99, ha combattuto nel basso Piave. È stato anche decorato medaglia di bronzo per un certo servizio che aveva fatto al fronte come porta ordini. Un mio fratello, era del '23. Nel 1942 è stato chiamato via militare, il giorno dell'Epifania. Aveva quindi 19 anni, faceva 20 anni in novembre. È stato subito mandato a Salerno e poi in Grecia. E in Grecia dopo 1'8 settembre del 1943 si è messo a fare il partigiano con i greci, anzichè andare con i tedeschi. Si era riunito BibliotecaGino Bianco
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