Ombre Bianche - 1979 - numero unico

44 Corrado Squarzon Qui si tratta, invece, di non impedire alle nostre riflessioni di aprirsi alle più im- pensate suggestioni. In questo, difatti, sta la forza di una esperienz_adel genere. Ed è ciò che ci ha spinto a ricostruirne i tratti fondamentali. È necessario che ci rendiamo conto dell'esistenza di scelte come questa che si presenta come una "soluzione diversa". Una esistenza che passa attraverso con- traddizioni interne, che abbiamo visto. Ma che si pone come una contraddizione anche verso noi stessi. E io, lo voglio ancora ribadire sono del parere che le solle- citazioni che questo tipo di esperienze ci portano vadano apertamente accolte. Voglio, quindi, porre un filone di riflessione che questa esperienza mi ha sugge- rito. Questi quattro "personaggi" hanno tutti più di 10anni di lavoro alle spalle. An- che se lo stato ne esige 35, a me pare che 10 anni non siano pochi in una vita. Questo lo ricordo per chi pensa ai soliti "avventurieri" mai contenti e sempre alla ricerca del nuovo. Non sono, mi pare evidente, persone alla ricerca di un sen- so esistenziale al di fuori della contraddizione del lavoro. Al contrario, sono stati profondamente attraversati da essa. E la vivono ancora: probabilmente in termi- ni diversi. È su questo terzo di vita che molte persone consumano in fabbrica che il sinda- cato fonda la sua azione. Di più ancora, il sindacato trae motivo della sua esisten- za dal lavoro salariato e, più in generale dalle condizioni di subordinazione in cui l'uomo si trova all'interno del rapporto di produzione capitalistico. Ma troppo spesso, mi pare, le organizzazioni sindacali fanno di questa concreta realtà un fatto astratto ed una sorta di precondizione oggettiva e idelogica da cui viene fatta discendere la sua azione. In tale maniera si sorvola o viene dimenticata la profonda contraddizione di rifiuto/accettazione del lavoro che la gente in fabbrica quotidianamente speri- menta. Si tende a passare sopra al valore della tensione dialettica insita in questa contraddizione e dalla sua qualità intrinseca di essere inesauribilmente viva. Una riflessione su questa problematica mi sembra ben spesa. Potrebbe anche essere che su questo piano si riesca a cogliere i nuovi termini del discorso ed in linguaggi nuovo per trovare dei canali di comunicazione significa- tivi con certi strati sociali che atteggiamenti superficiali rischiano di ghettizzare. Ributtando la tentazione di un loro recupero missionaresco alla bontà delle no- stre convinzioni. BibliotecaGino Bianco

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