Ombre Bianche - 1979 - numero unico
Venero è bello 25 al di là di tutte le divisioni ideologiche. Eravamo a disagio, noi e il nostro bel campo di idee fatto di classi, lotte e rivoluzioni, in mezzo a questa strana gente che parlava ghiottamente di nascite, di morti, di disgrazie, di fidanzamenti, di matrimoni, di affari, di figli: di tutte quelle squallide noiose banalità che costitui- scono la sostanza della vita. Tagliando questi assurdi legami familiari pensavamo di fare i conti anche con quest'ordine di problemi. Oggi abbiamo finalmente raggiunto la pienezza individuale e la nostra totale so- litudine. Siamo rimasti senza famiglia, senza riti e senza cultura di fronte all'infe- licità, al dolore e alla morte. 9. L'internazionale ed il de profundis. Ripensiamo freddamente al modo allucinante con il quale abbiamo accompa- gnato al cimitero i nostri compagni negli ultimi anni. Quando siamo stati tanto forti da strappare il morto alla famiglia abbiamo imbandito i nostri funerali rivo- luzionari. Non pensiamo alle circostanze in cui si è morti per la causa, lottando contro il padrone, la polizia ed i fascisti. Qui era facile buttarla in politica. Pen- siamo invece alla stragrande maggioranza delle volte in cui i compagni sono mor- ti banalmente per malattie e incidenti, come fa la gente comune. Imbarazzati, attoniti, in fila silenziosa sotto le bandiere rosse. on si sa cosa di- re o cosa fare. Obbligati collettivamente ad un rito senza storia e senza radici che ha l'unico effetto di farti sentire terribilmente fuori posto. Ogni gesto o parola è sfasata. Non esistono più azioni o discorsi di circostanza. Poi un compagno se- gretario di qualche organizzazione comunista prova a fare un discorso "che non vuol essere un necrologio o una commemorazione" e che tutti, lui per primo, de- siderano che finisca in fretta. Se, a questo punto, la vedova, la mamma o la fi- danzata si mettono a piangere nessuno ha il coraggio di fare niente, perchè sente di non aver niente da dire. E per finire arriva inevitabilmente il momento terribile in cui un compagno into- na l'Internazionale. Le parole le sanno solo in due e uno è stonato. Gli altri, a bocca chiusa, borbottano l'aria. Alla seconda strofa si incomincia a scappare. E si finisce all'osteria cercando di dimenticare velocemente l'incredibile desiderio \ ~~~ ti è sorto di avere, per il tuo funerale, una discreta cerimonia religiosa, in lati- ~ - ./ BibliotecaGino Bianco
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