Ombre Bianche - 1979 - numero unico
24 Federico Bozzini 8. L'organizzazione divide. Un amico che in questo periodo sta lavorando per il sindacato ha dato un pas- saggio in macchina a tre studenti di ragioneria. Strada facendo ha finito per chiacchierare della sua esperienza di lavoro. Ad un certo punto, con un puro atto di interesse e curiosità, uno dei tre gli chiede: "Senti. Come si viene assunti al sin- dacato? Per concorso?''. Quando si parla di istituzionalizzazione del sindacato non ci si rende conto fino in fondo di quanto questo processo sia ormai avanzato nella testa della gente. E l'opinione che le persone hanno di una organizzazione è l'unico criterio di verità della sua immagine sociale. L'adesione rigorosa all'ipotesi operaista ha disincar- nato il sindacato dal territorio e dalla gente, l'ha piazzato sul terreno proprio del- la controparte, nell'ambito dello stato. Acquistando un'apparenza di efficacia operativa nella politica complessiva del Paese, il sindacato ha rinunciato ad inter- venire nella vita concreta dei paesi. È divenuto un'appendice conflittuale dello stato. E come tale è vissuto dalla gente. Quel processo di astrazione che ci ha permesso di forgiare qualche migliaio di militanti purificati dall'appesantimento culturale proprio della loro condizione d'.origine, che ha reso pensabile la loro unificazione organizzativa con i compagni di lavoro e di lotta di tutt'altra derivazione geografica ed ideologica, ha compor- tato come necessario corrispettivo una serie di lacerazioni con la gente fra la qua- le sono nati e cresciuti. Siamo riusciti a costruire un modello culturale ed organiz- zativo secondo il quale una persona vestita di una 'tuta di un certo colore a Vicen- za ha potuto trovarsi in una incredibile omogeneità di idee e di speranze con un'altra di Taranto, purchè vestita nella stessa foggia. E questo fatto, se non fos- se un'atroce astrazione, è enormemente positivo. Ma contemporaneamente ab- biamo costruito le premesse perchè il nostro militante di Vicenza non avesse più niente da spartire culturalmente con il proprio barbiere, col proprio lattaio, con tutti i suoi amici d'infanzia che non sono divenuti lavoratori salariati del proprio settore produttivo. 11sindacato, come ogni organizzazione, serve ad unire, ma anche a dividere. Esaltando ed assolutizzando la buccia operaia dei nostri militanti ~o riusciti a far dimenticare e disprezzare la loro polpa veneta. Ancora di più. uesto pro- cesso di distacco radicale dalla propria gente, un'intera generazione di militanti l'ha vissuto in modo violentemente concreto ed individuale come lacerazione dei propri legami di parentela. Noi siamo la prima generazione che in massa ha fatto i conti brutali con le tradizioni secolari del clan familiare. La rottura, sia essa sta- ta violenta o un più sobrio mancare agli appuntamenti rituali dei battesimi, dei matrimoni e dei funerali, ha avuto al suo fondo il fastidio culturale verso questo segmento umano rozzo, primitivo, reazionario, fondamentalmente diverso, anzi, per dirla tutta, inferiore. L'argomentazione della diversità politica è stato il pretesto più nobile o meno vergognoso che siamo riusciti ad inventarci per giustificare il nostro disinteresse a coltivare questi incredibili legami. Al fondo, ci sentivamo sfasati in tutti quegli appuntamenti rituali nei quali l'assurdo vincolo di sangue veniva riconfermato, BibliotecaGino Bianco
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