Ombre Bianche - 1979 - numero unico

Vene10 è bello 19 Perciò riteniamo importante fare questi discorsi ed i gesti conseguenti dentro il sindacato: quel luogo di relazioni nel quale abbiamo vissuto dieci anni stupendi della nostra esistenza, in cui abbiamo consumato con disperazione personale la capacità di tenuta di un modello di pensiero, nel quale abbiamo visto il mondo esplodere malgrado i nostri sforzi disperati di rimboccare affannosamente il no- stro sudario ideologico. C'è stato un tempo in cui il semplice fatto che un certo comportamento avesse le sembianze di una fuga era già sufficiente per reprimerlo e scongiurarlo. Oggi è chiaro a tutti che è lecito andarsene, è permessa anche la fretta. Tanto è vero che la gente se ne va, in massa anche se alla spicciolata, senza per altro attendere la benedizione ed il buon viaggio da nessuno. Avrete notata la bizzarria: è pratica storica costante nelle organizzazioni del movimento operaio che ad ogni unificazione si accompagni una scissione. Svani- to il pallido fantasma di Scalia, da qualche anno, nessuno ne parla più. Il motivo è, semplice: la scissione è già avvenuta. La nuova realtà scissionista non ha e non avrà una sigla, ma qualche decina di migliaia di nomi e cognomi. E quello che è peggio, questa volta non potremo dare la colpa alla CIA. 5. Gli assenti. Rendere agibile il sindacato a questi discorsi ci sembra l'unica condizione indi- spensabile perchè abbia ancora qualche senso attardarci. on è solo nostalgia, è anche la convinzione che sia più facile per noi affrontare un certo ordine di pro- blemi discutendone con gli amici con i quali abbiamo vissuto le illusioni e la scon- fitta. Però possiamo anche sbagliarci. E, se il discorso riuscisse a non avere inflessioni entriste, potremmo rilevare che l'organizzazione stessa ha il bisogno disperato di un ripensamento sufficiente- mente radicale da non rispettare i limiti tradizionali che tacitamente sono stati posti alla riflessione dei suoi membri. La crisi di militanza, la disaffezione delle giovani leve operaie, lo sfumare di un'immagine certa e la crisi di un'identità culturale dell'organizzazione, sono problemi ritornanti come enunciazioni generiche anche in bocca alla dirigenza. Chi se ne va, chi fugge dall'organizzazione scuotendo la polvere dei suoi calzari, anche se non verbalizza i suoi motivi, fa un discorso molto chiaro. Il suo silenzio, · if suo posto vuoto è un giudizio che non può essere frainteso. on si può com- prendere le assenze senza porre il problema dell'insufficienza, della limitatezza dell'ambito culturale all'interno del quale l'organizzazione è riuscita finora a confinare le proprie riflessioni. Solo i presenti giocano sempre, in modo inappun- tabile e prevedibile, il ruolo che è stato loro tacitamente assegnato. Ogni indivi- duo in assemblea, in direttivo, in segreteria svolge inevitabilmente la sua parte ri- saputa ed accettata. Il suo intervento non crea mai stupore o sorpresa, perchè per quanto eterogeneo rispetto alla linea, per essere giudicato comprensibile e sensa- to, deve inevitabilmente riconfermare le fondamenta dell'ambito di pensiero BibliotecaGino Bianco

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