Ombre Bianche - 1979 - numero unico

VENETO È BELLO Federico Bozzini I PARTE I. Un suggerimento agli operaisti praticanti. Credo importante mettere sull'avviso, proprio per l'ambiente nel quale mi inte- ressa discuterne, dell'enorme valore politico che in queste note viene attribuito ad una riflessione strettamente culturale. E se, come è successo e succederà, qualche amico operaio od operaista si sentirà urtato e infastidito da un simile discorso, la- sci perdere immediatamente. Credo opportuno ammetterlo fin dall'inizio: la sua stizza è giusta e soprattutto ben fondata. Nonostante ciò continuo a ritenere che valga la pena discuterne con chi ha tem- po e voglia. A meno che il materialismo che si compera allo spaccio aziendale non conceda di risolvere la crisi culturale con tre rutti, due scoreggie e un partito. Del resto avevamo sempre saputo che ad una crisi economica corrisponde una crisi sociale e culturale. Se cambia l'assetto strutturale sapevamo di doverci aspettare un equivalente mutamento sovrastrutturale. La cosa sulla quale non abbiamo riflettuto a sufficienza, e che pertanto ci ha colti spiazzati, è che tutti questi concett~uliti, tutte queste astrazioni scientifiche riguardano direttamente la nostra pelley La crisi ha messo in discussione il nostro posto di lavoro, il nostro t l reddito, la nostra possibilità di consumo e, alla stessa stregua, ha turbato le no- stre relazioni personali ed ha reso sfasato il nostro modo di pensare. La differen- za fondamentale fra questi diversi livelli in cui il disagio si manifesta è che la crisi economica perchè esista basta che venga decisa dagli altri; la crisi delle relazioni interpersonali e culturali non si manifesta invece esplicitamente fino a quando noi stessi non la dichiariamo. Possiamo infatti attardarci, come abbiamo fatto per molto tempo, a voler im- porre alle persone e alle cose vecchie interpretazioni. Ma il cavallo è cresciuto e le redini culturali, con le quali precedentemente ci sembrava di poterlo controllare, semplicemente non tengono più. Sarebbe opportuno dunque prender atto che il mondo è imbizzarrito, che ha scelto altre strade ed altri pascoli. Gli unici a sentir- ci puntigliosamente e disperatamente attaccati alle nostre vecchie briglie, che or- mai ci penzolano dalle mani, siamo noi stessi. Certo possiamo rifiutarci di dichia- rare la nostra crisi di identità, possiamo continuare a recitare la parte del militan- te severo che fustiga i costumi di una società deviante. BibliotecaGino Bianco

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