Ombre Bianche - 1979 - numero unico

111 11 Maurizio Carbognin dell'aderenza di una certa linea agli interessi della base non è, cioè, controllata in- terrogando la base stessa, bensì dimostrando la coerenza della linea con i principi deducibili dall'ideologia. 7. La coscienza della propria identità è il punto di contatto tra il passato e il futu- ro, si appoggia al passato per controllare l'avvenire, è "mobilitazione delle risor- se esistenti, di quella che troppo spesso viene chiamata la cultura tradizionale, per riprendere il controllo dell'avvenire". Spesso il legame tra il passato e il futuro si rompe. Ogni volta che si produce que- sta rottura il ripiegamento sul passato porta alla marginalità: l'esclusiva fiducia nell'avvenire porta a concepire il mutamento come apocalisse. La rottura, nella nostra testa, tra passato e futuro è il più delle volte il risultato di una delle deformazioni più grosse operate dagli schemi culturali normalmente utilizzati, cioè dalla incapacità teorica di concepire la contemporanea presenza nella storia di continuità e cambiamento: i due processi vengono visti sempre co- me necessariamente disgiunti, anzi antitetici per definizione. Quando si privilegia l'ottica della continuità, si tende a proiettare sul passato una visione semplificata e riduttiva del presente, per cui la ricerca storica diventa la ricerca delle perma- nenze: il piano del capitale serpeggia sotterraneamente in tutte le vicende, i rap- porti tra le classi vengono presentati sempre con le medesime modalità, il futuro non può che essere l'esito della proiezione del presente. Risultato finale: uno scet- ticismo senza speranze. A questo .modo di intendere la continuità non può che corrispondere una conce- zione del mutamento come apocalisse. "Una continuità che non contiene in sè al- cun elemento di modificazione può solo essere spezzata con un taglio netto e im- provviso". Il mutamento viene quindi visto come rottura radicale, improvvisa e violenta, che muta la faccia della storia dall'oggi al domani. "Sembra che un'età dell'oro sia davanti a noi e una palingenesi miracolosa sia a portata di mano, gra- zie ad un unico atto di presa del potere o di presa di coscienza''. Basterebbe che .... Come dice Giorgio Gaber: "Chissà nel socialismo, che mamme!" Alla riduzione della continuità a ripetizione e del cambiamento ad apocalisse è anche connessa l'incapacità di porsi come soggetti lungimiranti e tenaci di pro- getti di modificazione del reale. Il salto è dalla sfiducia e dalla depressione del ''nulla è possibile'' al balenio di un giudizio universale dopo il quale ''tutto è pos- sibile". Ciò corrisponde all'abitudine di assumere il presente come punto di fuga tra passato e futuro, nullificato dallo scorrere inesorabile del tempo, anzichè co- me luogo della propria identità. Ed il sindacalista, che è contemporaneamente dappertutto ed in nessun luogo, che partecipa ad un tempo a quattro e a nessuna riunione, contemporaneamente telefonando e scrivendo un volantino, è il proto- tipo di questo tipo di persona. BibliotecaGino Bianco

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