Ombre Bianche - 1979 - numero unico

A Proposito di idenrirà I I "Di fronte ad un potere sempre più impersonale e sempre più onnipresente, i conflitti sociali si spostano dal terreno tradizionale della fabbrica e del sistema politico e investono nuovi campi della struttura sociale. La difesa dell'identità in- dividuale, della continuità e della prevedibilità dell'esistenza personale, emerge via via come contenuto centrale dei nuovi conflitti. In una struttura in cui la pro- prietà dei mezzi di produzione si socializza di fatto, pur restando sotto il control- lo di gruppi particolari, gli individui rivendicano collettivamente l'appartenenza della loro identità, la possibilità di disporre della creatività personale, dell'affetti- vità, dell'esistenza biologica e.relazionale". Siamo sempre stati molto orgogliosi della meticolosa attenzione dedicata a quan- to si va modificando nel modo di essere della gente. È necessario riflettere sul si- gnificato e le conseguenze del fenomeno di crescente centralità dell'individuo e dell'identità personale che sembra interessare tutte le società industriali. Forse esso sta occupando il ruolo svolto dal personalismo di origine cristiana, che è stato, in un passato più o meno recente, "il supporto pre-politico, valore e in- terpretazione del nostro agire''. 6. È anche probabilmente insufficiente fermarsi alla costatazione della crisi cultu- rale, dell'appannarsi della propria identità, della necessità di un lavoro di rifles- sione. Il tutto rischia di diventare un nuovo rituale con cui iniziare le relazioni ai consigli generali: una volta si parti va dalla crisi del petrolio, oggi dalla crisi dei quadri e nel rapporto tra lavoratori e sindacato. Può invece rappresentare un contributo alla riflessione che molti stanno condu- cendo su questi temi individuare ostacoli psicologici e culturali ad un cambia- mento di prospettiva. È accaduto a centinaia di quadri sindacali che, constatato soggettivamente il frantumarsi degli occhiali deformanti rappresentati dalle venticinque definizioni indiscutibili che costituiscono l'ideologia sindacale, ciascuno ha cercato in genere di rimetterne insieme i pezzi col nastro adesivo. E così si è cercato di combinare l'egualitarismo con la riparametrazione, gli aumenti salariali con i vincoli delle esigenze di accumulazione, il sindacato di classe con i mutamenti della stratifica- zione sociale, la democrazia nel sindacato con i processi di centralizzazione. L'operazione è forse riuscita in termini di mediazione politica, ma sta clamorosa- mente fallendo in termini di identità culturale. Questo atteggiamento di resisten- za nei confronti del cambiamento dei propri schemi culturali è abbastanza com- prensibile: una volta giunti ad individuare una visione del mondo per il successo della quale abbiamo pagato un prezzo piuttosto elevato in termini di impegno e di aspettative, investiamo tutto su quella, piuttosto che sacrificare tutta o in parte quella visione a favore di quanto non può essere ragionevolmente ignorato. Tra l'altro, la rigidità ideologica diventa per l'organizzazione una necessità vita- le, in mancanza di procedure democratiche di verifica di una linea di azione, che, appunto, vengono sostituite dal criterio della fedeltà ideologica: la prova BibliotecaGino Bianco

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