Ombre Bianche - 1979 - numero unico

8 Maurizio Carbognin bilancia dei pagamenti fosse un vincolo oggettivo, la crisi dell'internazionalismo tradizionale: v. Cina, Vietnam, Etiopia ecc.; il disinteresse, quando non l'opposi- zione, di larghi strati di giovani verso il sindacato), dall'altro i casini che ci hanno piantato le donne, hanno dimostrato l'inconsistenza delle "mappe" tradizional- mente utilizzate per orientarci, la crisi è diventata anche crisi di identità di una ge- nerazione. 2. Gli effetti culturali della crisi rischiano di diventare, per il sindacato, più perni- ciosi degli stessi effetti economici, poichè incidono in modo molto più profondo sulla capacità di aggregazione della gente. La crisi, infatti, mette in discussione l' "appartenenza", la stessa identità collettiva costruita nei sedimenti di anni di esperienze comuni e che costituisce uno dei fondamenti, forse quello basilare, del potenziale di aggregazione di un movimento di classe, della capacità di rappre- sentanza riconosciuta ad una organizzazione politica. In queste condizioni, in una situazione in cui il sindacato sembra sempre di più ri- cercare le proprie risorse di rappresentanza nel riconoscimento da parte del siste- ma politico-istituzionale piuttosto che nel consenso e nell'appartenenza della gente, il rischio enorme è che il rapporto sindacato-gente si riduca ad un rapporto "laico" di puro scambio di servizi (sussidi, pensione, posto di lavoro ecc. in cam- bio di tessere), in cui la capacità di aggregazione del sindacato dipende esclusiva- mente dalla sua capacità di garantire in modo efficiente questi servizi. Non è detto che una organizzazione "laica" che offre servizi efficienti sia meno utile, meno politica, meno progressista: la mia opinione è che una pura organiz- zazione laica, nella nostra situazione, non può reggere a lungo. È chiara allora l'enorme importanza politica di una iniziativa culturale autonoma da parte del sindacato, priva di intenti manipolatori o immediatamente utilitari- stici, ma che abbia l'ambiziosissimo obiettivo di costruire pezzi di un progetto di vita sensato rispetto ai bisogni nostri e della gente, e che costruisca intorno a que- sto itinerario nuove identità collettive e quindi nuova capacità di aggregazione. 3. È vero che la trasformazione in atto ricalca una tendenza presente in tutti i sin- dacati dei paesi industrializzati. E non è detto che sia necessariamente una ten- denza negativa: dipende dalla qualità dei servizi offerti e dal modo di rapportarsi nei confronti della gente che li richiede. Ma è certamente una tendenza traumatica per i militanti e per i quadri: è infatti plausibile pensare che il lavoratore qualunque pretenda dal sindacato un'offerta di identità solo nelle fasi di mobilitazione collettiva, mentre negli altri momenti richiede prevalentemente la prestazione efficiente di determinati servizi.Ma il mi;- litante e i uadri r endono dal sindacato anzitutto un 'identità. Per i militant' · BibliotecaGino Bianco

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