l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960
,pag. 22 mente concreta ed impone doveri di solidarietà. • .À questi doveri non ci si Pl}Ò sot– trarre. Latinità è altresì convivenza dentro ogni società ·e tra società diverse. Il lavoro di questi coloni latini di Algeria 1 ha fatto di ,quel territorio un paese moderno. La fredda legge -arit– metic•a della democrazia potrebbe ri– durli ad una minoranza etnicamente in– difesa. Il colonialismo e la - intolleranza musul~ana potrebbero farne una -mi– noranza indigesta e votata alla espul– sione, se_ i •nazionalisti algerini finis– sero col confermare il loro sciovinismo. La superiore esigenza della convi– venza tra latini ed arabi dovrebbe po– ter porre il problema in termini ben meno drastici ed inumani, quando gli arabi sono e sanno di essere dei mezzo– latini, ed i franco-algerini vivono in quella terra da 3 o 4 generazioni. La grande vittoria la Francia fa ri– cerca, con una tenacia eroica, su 1questo tragico equivoco •e sui fattori interni ed esterni che lo hanno ingigantito : vittoria ,sullo schema individualistico _del· nazionalismo -che i ca:pi del F .L.N. hanno appreso -male ed in ritardo da oerta ,cultura franco-italiana, vittoria sul fanatismÒ arabo musulmano -che vorrebbe riportarci alla guerra santa dell'Islam, vittoria infine sul comuni– smo, che allung~ la sua piovra nel Me– diterraneo, mirando oltre l'Algeria, ad– dentro nell'Africa, al Marocco ed a'l di là di ,Gibilterra nell'Europa latina e nell'America latina. ALBERTO .MARINELLI PACIFISMO I nuovi partigiani della pace Abbiamo avuto occasione, in altro numero di ·questa Rivista ( 1 1 ottobre 1960), di parlare della offensiva pa– cifista oggi in atto, facendo anche sommario riferimento agli scopi di questa campagna, •agli ambienti che ne -traggono convenienza. Oggi, di fronte a nuove e a più vivaci manifestazioni, ci pare opportuno riaprire il discorso, ampliandolo, sì da esaminare un po' tutti gli aspetti di fondo del fenomeno. Per iniziaré, una constatazione di -fatto: •è cessata da: tempo la azione, una volta così petulante, dei « parti– giani della p•ace >> ; non più convegni per la pace, non più variopinte ban– diere, non più esaltazioni del « paci– fismo >> sovietico. La funzione dei« par– tig~ani della pace)), con altri metodi e altri argomenti è stata assunta dall'am– biente più generico della « cultura )) di sinistra. Essa agisce attraverso una rete vastissima di editori librari, films, giornali, opuscoli, dibattiti, iniziative eterogenee, in tutti i ,campi. -Contraria– mente ai cc partigiani della pace)), che si presentavano come organismo di– pendente, o almeno strettamente 'fian- bi 110 eca . 1a cheggiatore, del' partito comunista e in ciò ottenevano efficacia limitata, poco accessibile alla classe\ media, agli ambienti cc borghesi >>- la cc cuJtura >> di sinistra conduce un'azione apparen– temente sganciata dalla politica comu– nista, con temi meno palesemente mar– xisti sul piano ideologico e solo indi– rettamente filo-sovietici sul piano del- 1' attualità, diremo così para-politica. La « cultura >> di sinistra si serve principalmente di ·falsi· scopi per rag– giungere più agevolmente gli obiettivi, vicini o lontani, che Mosca si prefigge di raggiungere. I falsi scopi sono mol– teplici, di diversa ..natura: dalla pre– sentazione di opére sovversive, di au– tori sovversivi, opportunamente spo– gliati della loro significazione comuni– sta e coperti dalla maschera della co– sidetta «arte)), come « grandi scrit– tori >>o cc grandi artisti >> ; fino a giun– gere alla particolare interpretazione di determinati avvenimenti, periodi, am– bienti storici, ciò che porta inelutta– bilmente il lettore meno provveduto di certe opere a conclusioni ben precise, volute e preordinate dagli autori stessi, dai cervelli politici e ideologici che - guidano l'azione della «cultura>> di sinistra. Era il caso, tempo •addietro_, del defunto Bertolt Brecht, presentato sui teatri italiani - -dal regista Strehler, una delle pedine più attive della cc cul– tura >>di sinistra '.__ come una sorta di «genio>> dell'arte contemporanea, e prontament_e applaudito da una vasta opinione pubblica che, si definisce me– dio-borghese e cc benpensante >>.Pochi, allora, quelli che hanno avuto il co– raggio di attaccare Brecht e soprattut– to la sua 'cc Opera da tre soldi >>. La grande maggioranza delle critiche, an– che non di sinistra, erano sostanzial– mente positive, in nome della solita « arte >>con la A maiuscola, che tra-· scenderebbe i significati e i riferimenti politici. Ma « arte>> o no, con lettera maiuscola o minuscola, considerare Brecht una pietra miliare del teatro contemporaneo, invece che un perico– loso sovversivo, significava prendere per buono quello che egli diceva, assi– milarne le tesi, la mentalità, lo spirito; e dare il tutto, poi, in pasto alle mas– se. Era un atteggiamento non diretta– mente politico, ma più propriamente illuministico, cioè tendente a creare in anticipo una piattaforma ideologica, un terreno favorevole, sul quale esercitare poi la successiva fase politica, defini– tivamente evexsiva. Altrettan:to pericolosa, la pubblici– stica amplissima e fiorente - in ge– nere, relativa al periodo risorgimen– tale, m~ spaziante anche in altri do– mìni - che presenta movimenti, perio– di, uomini, ambienti storici sotto lo aspetto di ·portatori di_ i'dee e di con– cezioni moderatamente di sinistra, cioè di democrazia radicalé, che non può no!l preludere alla successiva lotta -co– munista. Terzo cavallo di battaglia in questa offensiva condotta dalla cc cultura >>di sinistra, è il rifiorire periodico della fordine civile letteratura e della filmistica sui cc cri– mini di guerra ?> nazisti. Perchè que• sta campagna propagandistica è ripre– _sa oggi, quindici anni dopo la fine della guerra, e dopo periodi non brevi di sosta e di disinteresse? Per molti anni dopo la conclusione del conflitto non si era più parlato dell'argomento, il che era anche logico, poichè il na– zismo avev~ per~uto la guerra e i mag– giori capi del Terzo Reich sopravvis– suti ad essa erano stati impiccati a Norimberga. Poi, bruscamente, un paio d'anni or sono--:- verso la fine del 1958 o l'inizio del 1959 - una curiosa « in– dignazione >>a scoppio ritardato con– tro i suddetti cc crimini >>si risvegliava in tutto il mondo dal suo lungo sonno, con l'aspetto tipico della manovrà a comando. Ma la solita opinione pubbli– ca, ben istruita dalla << cultura >>di si– nistra che controlla buona partè delle fonti di informazione, non scorgeva l'artificiosità della manovra, e la pren– deva per « indignazione >> autentica, an– che se un po' in ritardo. Così, la ristampa di nuove edizioni - un ottimo a~fare per gli editori, va rilevato - del « Diario di Anna Frank >> e di altre celebri pubblica– zioni -consimili. In compenso, silenzio di tomba sul processo di Lubecca, cla– moro_samente intentato contro chi aveva affermato di possedere le prove della non autenticità del « Diario >> ; poi per– dutosi nelle nebbie della dimenticanza, senza precise notizie sulla _sua con– clusione. Sembra un film di Hitchcock, ma è réaltà : chiusa la bocca per sem– pre a un processo, come all'uomo che sapeva troppo. Dopo il « Diario )), la « mostra di Auschwitz», le sottoscri– zioni per il monumento ad Auschwitz, e poi ancora pubblicazioni, talvolta dozzinalmente propagandistiche, ma sempre assunte per verità rivelata. Il sottoscritto, personalmente, ricorda di aver vist'o nell'estate 1959 le vetrine e le esposizioni dei librai e dei giornalai inglesi - -a Londra, a Dover, Margate, Folkestone, e altri centri dell 'Inghil~ terra meridionale - rigurgitanti di.li – bri e libelli antinazisti. In particolare, una collana di /quelli che i francesi chiamano « livres de poche)), che -pre– sentava affiancati volumetti contro i « crimini di guerra>> ·nazisti, e altri -di carattere pornografico, dedicati a note inversioni erotiche, al lesbismo nella fattispecie. • • Perchè questa ripresa virulenta della propaganda di guerra contro il nazi– smo, oggi, in tempo di pace, essendo morto Hitler? Di solito non ci si preoc– cupa di combattere i sepolcri imbian– cati, di abbattere- porte già aperte. Evidentemente, la lotta contro il nazi– s~o è o-ggi un falso scopo per combat- • tere il militarismo - beninteso, quello •occidentale, non il militarismo sovieti– co, sul quale nessuno osa fiatare - cioè il riarmo mt>rale e materiale del- 1' occidente eont:r:o il comun'ismo, lo spirito di resi~tenza e •di lotta della Europa di fronte· allo sforzo massiccio condotto da Mosca. L'ultima manif~stazione di.questi tiri
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