l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960
j, l'ordinè civil,e restituiranno al mere to quella e.on- •correnzialità di cui dif ita. • Non va trascurato, tuttavia, come l'orizzonte tecnologico 1 in cui si muo– vono le piccole e mediie imprese, sia spesso di gran lunga più ristretto di quello- delle grandi IB11prese, a causa della mancanza • di inf~rmazi?ne circa il progresso scientific -tecnico~ Certamente una ade uata assistenza sul piano tecnico, volra a far cono– scere ai dirigenti del~e piccole im– prese i progressi della J tecnologia, sa– rebbe un utile correttiyo del mercato, ai fini di un aggiornam1rnto sicuro e co– stante delle realizzazioni in materia di tecnica -produttiva. Trofpo spesso, spe– cialmente nelle piccole imprese, la tradizione gioca un rur.lo negativo, e il timore di avventurar,i su un terreno - sconosciuto frena gli iljllprenditori au– daci_ ed innovati nel c9nseguimento di un ottimo di efficienz . , R.L. COMUNITA' MORALI Algeria e lat·nità Il Presidente De Gfulle, nel rife– rirsi agli Stati ex coloniali rimasti as– sociati alla Francia, pJrla ora di Co- munità morale. J I vincoli, in effetti,I tra essi e la 'Francia sono da un l~to sempre più tenui, ma dall'altro lato sonò solleci– tati a divenire- più for~i, ·perch~ il le– game morale basato sul •consentimento è infinitamente più profondo della sog- _gezione coloniale. J . Anche il mondo lat~no è un Com– monwealth morale. I vi coli tra i paesi neolatini sono inesfsten i per il diritto internazionale codifica o · in trattati e _per la politica del con ingente. Ma la base giuridica, la ri ice linguistica, etnica e religiosa, la ,sicologia ed il modulo delle sue vici situdini politi– che sono comuni. Tutt~ questo caratte– rizza una comunità mqrale, se voglia– mo usare una parola tuttavia insuffi- ciente. . I Eppure questa comu~ità morale ha poca o nulla consapevMezza attiva di sè, poca o nulla solidarÌ 4 età conseguente di interessi. Essa è in crisi. VedJ restringersi la sua area, intaccate se~iamente le sue basi tradizionali e le !forze peculiari che sole possono assicdrare anche per il futuro 'il carattere 1 la personalità del ricco e v.ario sviluppo che la lati– nità ha continuato Jd avere dopo Roma. I .Il cosmopolitismo·, soltanto formale, dì altre grandi comuni~à - la ·sovieti– ca, la anglosassone, lai cinese - mi– naccia di frantumare i] mondo latino.– Parti sempre più visto~e ed appetitose d~ gen_~ilatine ~ latin~zfate minaccian~ d1. fin!re fagoc1.tate mi altre sfere d1 civiltà ( diciamo di altre etnìe) dove fatalmente finirebbero ! col perdere i lòro connotati e la loro anima. • La Francia ha dato 1d ognuna delle _s~e.~x colo°:ie personafità ~ _resp_onsa– bil1ta propria:. L'oper1 latma s1 era V I compiuta a metà in queste \ regioni . La lingua, il cattolicesimo e -la, cultura fra-ncese vi sono penetrate a mezza pro– fonditf. La Francia ha dovuto ritrarsi prima del tempo per non compromet– tere il nocciolo di sè, la sua stessa forza di Stato. L'Algeria è l'ultimo atto drammatico di questa ritirata. In tutta l'Africa mediterranea le immigrazioni e le coloni~zazioni latine hanno trovato la roccia talvolta inassi– milabile dello Islam. Gli italiani in • Libia, francesi, italiani e spagnuoli in Tunisia, Algeria e Marocco, hanno fatto questa esperienza nel giro, com– plessivamente, di 150 anni. Un tempo queste terre furono la– tine. Se .non fosse sopravvenuta la- con– quista araba vi vivrebbero oggi delle nazioni neolatine; la • Francia non avrebbe il prol:ilema • dell'Algeria. E potremmo ricordare qualcosa di più! Se i francesi a Poitiers e· gli spagnuo– li con l_a « reconquista » che si chiuse a Granada, non avessero respinto gli arabi al di là di Gibilterra, oggi non solo Sant'Agostino ma .Sant'Isidoro di Siviglia, Sant'Egidio e Sidonio Apolli– nare ( il ·vescovo poeta della Gallia) rappresenterebbero una storia ed un pensiero cristiani tristemente interrotti. Tuttavia tra -le po·polazioni berbere, un tempo latinizziate, del Maghreb - •che sono in realtà preoriginarie rispet– to alla conquista araba - e nelle po– polazioni negre dell'Africa occidenta– le, l'qpera assimilativa francese, porto– ghese e spagnola ha potuto cogliere fin qui i frutti più autentici e più promettenti del suo contenuto umano e cristiano. Esiste oggi una « negritude latine >> di paesi la cui forma di vita, il cui -ordine civile; la cui lingua e le cui stesse manifestazioni letterarie ed arti-· stich~ portano un incancellabile ~tampo latino. . E' la stessa « negritude » che sull' al– tra sponda dello stèsso oceano Atlan– tico è entrata nella configurazione etni– ca dell'America Latina. Il Brasile, la ·Colombia, il 1V ene– zuela, le Repubbliche del Centro Ame– rica, il Perù e l'Ecuador sono paesi in cui il negro latino o convive fra– ternamente col bianco o si è fuso. cogli immigrati bianchi. Nessuna nazione come il Brasile, do– ve vive il più gran numero di negri, può vantare un'altrettanta assenza di pregiudizi di razza. Il Mozambico e l'Angola in .Africa confermano queste _me_ravigliose •capa– cità dei portoghesi ( il Brasile fu una colonia dèl Portogallo) .di offrirsi, di sentirsi e di operare da pari e da egua– li con le altre popolazioni. Giacchè questo è il senso dell'etnìa latina come d~lla socialità latina: di pretendere e di sentirsi eguali, in di– ritti, in doveri ed in dignità. ln .tutti i problemi del mondo latino c'è un ele– mento irrinunciabile di etica e di psicologia sociale. I problemi economi- . ci e le rivendicazioni sociali sono stru– mentali rispetto all'esigenza di fondo pag. 21 _ che è spirituale, nell'ordine ùmano ,e nell'ordine divino. Gli estremi pericoli in cui la lati– nità ora si trova - tutta. intera - provengono dal fatto che non è stata rispettata nei nostri paesi latini questa fondamentale legge di equilibrio, di armonia e di ordine. Ma l'Algeria si pone come un pro– blema particolare nel contesto della. latinità moderna. Indubbiamente, in Algeria l'impegno della Francia ha pòtuto essere • più lungo e più gravido di conseguenze che non quello • italian·o e spagnuolo in Libia ed in Marocco. Lo. sforzo della Francia per· una convivenza la– tino-musulmana è-stato int·enso e sin– cero. Tuttavia l'Islam ha reagito a questo sforzo, Òra coll'ostilità, ora con la forza d'inerzia dell'immobilismo tràdi– zionale, nei ceti intellettuali, che han– no assimilato in una forma mista arabo– latina la' cultura francese, con una fe– deltà dapprima affettata e superficiale /e poi, improvvisamente, con la scoper– ta di una ambizione indipendentistica. Questo è stato l'itinerario di Ferhat Abbas che vent'anni fa non dubitava di essere un francese assimilato. La Francia- ha ammesso questi mu– sulmani di lingua francese nel suo circuito culturale, sociale e politico, li ha desiderati e li ha voluti nello areopago letterario, i'u parlamento e nel mondo del lavoro. • Ma la parte di essi più violenta e più ambiziosa - e niente affatto maggio– ranza tra le stesse élites arabe - ha preteso :rivendicare una propria per– sonalità algerina, che essi per primi si rifiutano di confondere con. qualun– que altro popolo a·rabo. Cos'è allora questo· orgoglio della peculiarità alge– rin·a se /non l'elemento latino - -a co– minciare dalla lingua -- che _ha sedi-,. mentato nelle popolazioni algerine? Se il panarabismo nasseriano ·e la; pelosa carità anticolonialistica sovie– tica hanno dato man forte al F.L,ij., questo nondimeno rimane ·abbarbicato alla facile illusione di po1er far trion– fare questa personalità algerina con– tro chiunque, oggi contro la Franci~, doma11i contro altri. Tutto qui è l'equi– voco e il paradosso algerino: una straordinaria mancanza da parte .dei ribelli del senso della realtà storica, geopolitica e strategica. Occorre sempre più avere la intui– zione e la visione dei grandi gruppi di civiltà che si I misurano nel mondo di oggi. La latinità non sminuisce il suo contenuto di universalità, non de– lude la- apertura che se ne· attende, misurata sul valore dell'uomo, ,se, nel– la dura realtà di altre concezioni aride o spietate, è fatalmente portata a con– figurare i popoli che le sono primoge– niti, la cui sorte è legata indissolu– bilmente alla sua sorte. Etnos e spirito sono per i po.poli latini una stessa cosa. • , La loro comunità 'è morale, ma per ciò stesso, nel sommovimento di va– lori cui stiamo assistendo, è ugual-
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