l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960
bi l'ordiné ·civile loro rapporti secondo una· linea di col– laborazione stretta e sollecita, nonché di 1·eciproca solidarietà di sostegno. Gli Stati produttori hanno anche criticato la politica di riduzione dei prezzi, at– tuata fin dall'agosto scorso dalle com• . pagnie internazionali ed hanno ottenu• to assicurazione che altri èv,entuali mu. tamenti di rezzi saranno' adottati sol– tanto dopo che i Paesi inte:ressati saran• no stati .sentiti a titolo di consultazione. Dal punto di vista dell'evoluzione dei rapporti e proprio in previsione di una nuova politica mondiale dei prezzi del petrolio, che il gioco della libera con– correnza fra le varie compagnie potreb. be man mano sviluppare, i Paesi pro– duttori hanno richiesto, allo scopo di una garanzia sempre più v,igile dei loro interessi, di partecipare agli utili delle compagnie, modificando di, conseguenza il sistema delle royalties. L'insieme di questi ultimi rilievi; ha– sàti sulla realtà dei fatti e non sulle strampalate interpretazioni, ci dice e ci conferma che la politica di Mattei è sba– gliata, è viziata di semplicismo, di fa. cile demàgogia e di ·eccessiva ambizio– ne. Ci dice, inoltre, che, perseguendola ostinatamente, si fa soltanto il gioco delle forze dell'estremismo marxista, siano esse impegnate nell'eversione in– terna delle democrazie nazionali o nel– la tattica propagandistica ed annessio– nistica di portata mondiale. GIACINTO GIUDRE CONGIUNTURA Clima ~ caldo" nel settore sindacale La stampa quotidiana, anche quella cosiddetta di informazione, ammesso che ancora esista, non dà che limitato spazio alle cronache sindacali. Saltua– riamente e frammentariamente, -aHor– quando trattasi di grandi vertenze su scala nazionale, riporta brevi notizie accennando succintamente ai motivi particolari dell'agitazione, salvo pren– dere posizione a favore dell'una o del– l'altra tesi delle parti in causa a secon– da _del proprio indirizzo e convinzione. 'Sì che ad un lettore meno attento sfug– ge il più delle volte la sostanza concre– ta ed il reale significato di talune agi– tazioni •operaie, non riuscendo a for- .marsi un quadro ·esatto della situazione ìn uno dei settori che invece deve esse– re considerato tra i più delicati delia • vita nazionale. E che siamo in un periodo partico– larmente « caldo >> nel settore sindacale è facile arguire qualora si proceda sol– tanto ad un ~-apido consuntivo delle agi.– tazioni in atto e di quelle a prossima scadenza. Dai lavoratori siderurgici ai tessili, dai metalmecca-nici ai 1•eti;olieri, dai .lavoratori del commercio ad alcune categorie di pubblici dipendenti, dai minatori ai bancari, e via dicendo, tut– ta una serie di grandi e piccole verten– ze sembrano in questo particolare mo– n;tento non poter trovare altra via di soluzione se non quella del rapporto di forze. Parlare quindi di una vera· e pro– pria ondata di scioperi che si sta nuo– vamente abbattendo sull'Italia non è affatto eccessivo: merita di contro una attenta analisi per scoprirne il sotto– fondo ed il puntò f~cale, cui la polie– dricità degli episo~i si riconduce, ritro– vando ·un tema conduttorè che purtrop– po è sempre quello, immutato nono• stante la non breve esperienza der sin– dacalismo cclibero ·» del dopoguerra, malgrado gli errori commessi -che nul– la sembrano aver insegnato. Ovviamente, in clima agitatorio, le campane suonano ciascuna secondo i propri abusati leit~motiv. Lo stato mag– giore della Confindustria ha proceduto proprio in- questi giorni ad una serie di riunioni nel corso delle quali si è ccat– tentamente esaminata l'attuale situazio– ne sindacale >> e si è denunciato il cccli– ma di intimida~ioni e di violenze >> che viene artificiosamente creato in tutti i settori lavorativi. La Confagricoltura e le organizzazioni imprenditoriali, nello stigmatizzare naturalmente la ripresa delle agitazioni, ne traggono ulteriore motivo per richieste di sgravi e di fa. cilitazioni fiscali, facendo presente una situazione di indubbia crisi che colpi– sce soprattutto l_e campagne e che gli stessi responsabili del Governo non hanno potuto far a meno di sottolineare anche se, come ha affermato pochi gior-. ni or sono. a Padova il Ministro Rum or, trattasi di una crisi di trasformazione, di riconversione e di adeguamento. Da parte delle organizzazioni sinda– cali dei lavoratori si parla per lo più di giuste rivendicazioni di carattere economico e· normativo che, per alcuni settori lavorativi, sono avanzate in cor~ relazione ad un~ favorevole congiun– tura economica e produttiva, e per al– tri sono giustificate da situazioni di· sperequazione tra gruppi tra catego– rie· o tra zone. Di tutto •questo chi trae un reale be– nefi~io? Non certaniente la produzione e l'economia, né la collettività : qual– siasi inceppamento, specie nel sistema moderno, non può che ripercuotersi ne– gativamente in ogni settore ed in ogni attività. Sarebbe forse plausibile se ne traessero concreti miglioramenti i lavo– ratori, in nome dei quali, ma cosa stra– no seriza che siano mai direttamente interpellati, le organizzazioni sindacali promuovono le agitazioni. E' triste in– fatti constatare -come quello slogan cmell'esclusivo interesse dei lavoratori)) a 1 bbia fatto il suo tempo: non ci crede più nessuno, daU'operaio specializzalo del nord al bracciante delle zone de– presse o alla raccoglitrice di olive, e non solo per il deplorevole rimpallo di accuse di politicizzazione nel quale in– derogabilmente si esercitano i sindacati c·on entusiasmo degno di miglior causa in ogni occasione vertenziale, ma an– che per la constatazione che, dopo- gior• ni se non mesi di -dura lotta, i cui sa– crifici sono esclusivamente ( ques'ti sì!) sopportati dai lavoratori, si giunge nel migl!_Ore dei casi a modesti ritocchi pag .. 19 contrattuali su scala nazionale, destina– ti in sede locale a trovare parziale ap• plicazione, se non addirittura elus'ione,, Il quadro veramente deprimente che sorge dai risultati delle indagini con– dotte su questo tema dalla Commissio– ne Parlamentare di Inchiesta sulle con– dizioni dei lavoratori in Italia, può me• glio di ogni altra orchestrata disquisi– zione illustrare la reale consistenza dek la applicazione dei contratti, sbandie– rati spesso conie grandiose conquiste da parte dei sindacati nazionali. Ma su questo aspetto, come su altri emersi -da una indagine troppo frettolosamente caduta nel dimenticatoio per non pen– sare ad una convergenza di i-nteressi, anche se vari e in qualche caso ~oppo– sti, torneremo in altra occasione. Quel·,che e_merge irrefutabilmente da quanto sopra accennato, è la constata– zione che la sola ed unica a trarne ve– ramente vantaggio_ è come sempre 1·a OGLL e, con essa, le organizzazioni po– litiche cui si· ispira. Basta leggere la lo– ro stampa, osservare taluni significati• vi episodi, certi ,comuni denominatori ,di azioni apparentemente circoscritte, per rendersi conto che ancora una volta il sindacato socialcomunista riesce a sfrut– tare brillantemente la situazione e, av- • -valendosi di una patente di democra– ticità fornitagli, forse involontariamen– te ma non inconsciamente; dalle altre organizzazioni sindacali, può agire sco. pèrtamente là dove le forze eversive e disgregatrici che la s·ostengono,' ,sareb– bero costrette ad operare in sotterra– nea. I recenti .scioperi e le agitazioni in atto negli stabilimenti della Monte– catini, dell'ANIC o demENI, ad esem– pio, offrono il destro per una campa– gna psicologica antimonoplistica, non importa se diretta contro l'industria privata o lo Stato, di indubbio fascino non soltanto tra i lavoratori ma sulla stessa opinione pubblica. Le vertenze per i ritocchi alle tariffe contrattuali o quelle per la sistemazione degli orga– nici, della equiparazione delle catego– rie· ecc .... rendono lecita la raffigurazio– ne di una pressione antioperaia che a– vrebbe creato un artificioso diaframma tra un favorevole sviluppo economico e produttivo ed una •carente situazione salariale e di rappresentanza cfelle for– ze lavorative. Ed ancora una yolta i cosiddetti sin– daca ti democratici sono presi a rimor– chio, afferrati da questa ina_rrestabile gara che non offre via d'uscita se non quella di una assenza sindacale che si tramuterebbe presto o tardi in un sui– cidio organizzativo. Al~eno ferme ·re– stando le attuali impostazioni. Perché il problema è tutto quì. Quan– do ci si oppone ad una integrale for- •• mulazione ed applicazione della legge· sin<lacale, tanto da raggiungere l'assur– do di ·una -Costituzione che, sorta so– prattutto per garantire la pre,senza bt– tiva del lavoro nello Stato, in un siste– ma di libera demor.razia, rimane oggi carente proprio nel settore della legi– slazione del lavoro, è assurdo sperare ·che la situazione possa subire mutamen-
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