l’ordine civile - anno II - n. 21 - 1 novembre 1960
pa,g. 18, che pertanto .ad essa_l'uomo cerca istintivamente di ripòrtare, per quanto gli sia possibile; tutte le società necessarie ( come la città, lo Stato, etc.) prendewdo appunto la famiglia come simbolo della comunità s(essa. Ora la· "forma". di una società (1per usare un linguaggio scolastico) è l'autorità; ma il prin– cipio di autorità nella famiglia è incarnato nel padre e per~ tanto in ogni società necessaria l'autorità che la informa e la simboleggia dovrà presentare anche gli attributi della pater- · nità, o almeno alcuni di essi, per essere accettabile. Gli attri– buti della paternità sono essenzialmente tre: la unicità fisi~a ( attributo materiale), la penpetuità ( attributo formale) e la potestas o "potere" ( attributo sostanziale); chi· appunto· rap– presenta e incarna una comunità statuale, olt;e a essere una unità fisica individuale,' dovrà possedere almeno uno degli al. tri due attributi per poter svòlgere efficacemente la sua fun- zione - questo in linea di principio --. ' Inoltre l'uomo, per lo stesso motivo (rendere accessibili le cose astratte attraverso rappresentazioni materiali) e forse per un altro più profondo che ha le sue radici nel.la · TJatura spirituale dell'uomo, tende a ridurre la molteplicità ad unità. Il simbolo allora diventa non più solamente un modo di ca– pire le cose; ma anche uno str_um.ento per ridurle ad unità: da una forma passiva .ed intellettuale ( ricezione intellettuale - com•prendere) si passa • cioè ad una fase attiva ( imposizione di una volontà unitaria alla molteplicità delle cose). Prima di considerare l'applicazione di questi concetti ai var-i tipi di società civile o statuale, per notarne o meno la rispondenza, bisogna fare una premessa ,di carattere generale. Più la comunità statuale è grande, più difficile è abbrac– ciar.la con i sensi e pertanto più è neèessario accentuare il simbolismo che serve a "rappresentare" _lo Stato. Non è a caso che gli ordinamerit·i della città-stato dell'antichità e del Me– dioe-vo fossero quasi acefali, prescin·dessero cioè da un capo unico ma ·si ·basassero prevalentementJe su magistrature colle– giali pro'flvisorie o consigli. Il fiorentino dell'età di mezzo, in– fatti, che saliva a S. Miniato aveva ,la sua citià ai piedi e la comprendeva con uno sguardo solo, il suo bisogno ·pertanto di concretizzare e di ridurre ad unità era appagato in buona parte dalla realtà stessa ; mentre un francese od u~ inglese avevano bisogno di un monarca, c_ioè di un 'personaggio di autorità e di prestigio, nel quale "vedere", considerandola co– me una cosa sola, la Francia o l'Inghilterra. Degli stati dell'Occidente moderno che si basano ( alme– no in senso remoto ) sulla tradizione cristiana e che pertanto ammettono, più o ~eno esplicitamente, la "senaraz_ione" }ra . Dio e Cesare, si può far-e la seguente classificazione principale ai fini della mia indagine: a) Stati assoluti b) Stati costituzionali. Net!li Stati assoluti che dinendono dall'autorità di una sola o di nochissime 11erson~si ha un'alterazione, per ecr:esso. del simbolismo: lo Stato come comunità nuasi cessa di esi– stere per identificarsi con il cano-simbo.lo. Ouando .anche non det!.enera in stato totalitario ( dove il "caµo" diventa anche "dio" o "sommo sacerdote" della comunità stessa a simiglian– za dello stato teocratico pal!ano), lo stato assoluto è perico– loso perché a lungo andare distruJ!ge psicologicamente il rap– pl'esenta:to a favore del rappreserotante -e con ciò la necessità stessa del simbolo : lo stato asso.luto può e.~sere perciò sola– mente un riipieeo di· emerf!enza per un breve periodo, non una forma stabile di comunità. Gli stati costituzionali si dividono Ot!.gi,g~osso modo, in tre grandi cate,orie: • 1) -le monarchie costiiuzionali 2) le repwbbliche presidenziali 3) le repubbliche parlq_mentari. Nel primo e nel secondo r.aso si ha una nuasi perfetta rfmondenza ai concetti più .a.vanti esposti sulla necessità e natura del simbo.lismo. • Nella monarchia co.~tituzionafo moderna si tende a pri– vare il capo (cioè ,il simbolo) dello stato di ami notere •e_. anche se auesto in pratica non avviene mai com.nleta'mente, teoricamente è conceni-b-ile ·un monarca costitnzionale· TJrivo di potere nolitico. ma utilissi·mo nel 01wdro delTn co.~titu.zione a causa del suo valore di puro simbolo. cinè di concretizza– zione di una realtà ast.ratta: lo Stato, che diventa così acces- l'ordine civile • sibile alla comprensione ed al sentimento di tutti. Il monar– C<f in questo caso, per il solo fatto di essere inamovibile (fatto non necessariamente connesso con l'ereditarietà) e per il pre– stigio formale che da questa ne viene, esprime la stabilità e la perpetuità dell'ente che- rappresenta nonché gli attributi formali della paternità che, come ab,biamo detto, è appunto stabile e perpetua. Nella monarchia costituzionale allò stato Pfro. (che in natura, almeno da noi, non esiste.!), tutto il potere appunto è in mano ad altri organi: cioè vi è una scis– sione fra esercizio dell'autorità e sua rappresentazione for– male sotto gli attributi esteriori ,della paternità alla quale, co,me ho detto, tende istintivamente a riportarsi l'autorità nel. le 1 so~ietà necessarie. Vi sono degli ,svantaggi e dei va_nt..aggi nel sistema che sarebbe troppo lungo enume:rare e che m fon– dò sono relativi da popolo a popolo. Uno dei vantaggi prin– cipali, comunque, -è _che questa scissione, tenendo a svestire il potere effettivo dalla carica psicologica del suo prestigio ester– no ( a volte assai pericoloso) agisce come • [imitazione psico– lo.gica del potere medesimo nei con/ ronti sia dei governanti c/+e dei governati: il potere insomma d~venta pura funzione e ne viene atten:u_ato il fascino ( forse qui, oltre che in altri fattori sta -la minore virulenza della dittatura italiana rispetto ad altre: sopra il Duce vi era teor'icamente il Re e questo limitava un po' il dominio psicologi~o di Mussolini). La repubb.lica presidenziale è ~orse il sistema razional– mente più semplice: il capo dello Stato e colui che governa, simboleggia lo stato perché ne ha tutto il- potere: l'autorità dello stato riveste cioè il potere del pater familias. Viene sacrificato, qui l'altro attributo del pater familias: la stabilità e la perpetuitq; d'altra parte è intu~bile quanto possa essere pericoloso un uomo fornito di tutto il potere, quello eflettivo e qu(lllo simbolico, che tzoverni per lunghi anni od ·addirit– tura per tutta la vita. L'inconvenie'fl,te del sistema è che i po;poli insta.bili, emotivi, individualisti o moralmente inerti fanno presto a cadere sotto il fascino di uomini di governo chie vo.gliono rendere il loro potere, perpeÌuo e c.he sanno sfruttare a questo proposito la carica emotiva del prestigio esterno del potere. I , Nella re1pub·blica parlamentare a'libiamo un sistema dove lo Stato non è affatto simboleggiate o rappresentato, do.ve l'autorità è anonima. L_oStato non viene "incarnato" effica– cemente dal ~uo capo, temporaneo e passeggero, che non ha il potere ma neppure il prestigio formale dato dalla perpe– -iuità della carica, no.n dal capo del\ governo che costituzio– nafmente non può rappresentare e pertanto "incarnare" lo Stato essendo appunto questa funzione demandata; almeno le– galme;.,,te, al capo del medesimo. L'autorità del vater-familias nella repubblica '1Jll_rlamentare non si esprime né attraverso l'attributo .formale della perpetuità né attraverso quello so– stanziale del notere. 1l capo dello stato in questo caso è una~ fi!Zura superflua dal punto di vista costituzionale, effettivo e nsi~olof!,ico. '/id è appunto auesto vuoto p.~icologico che rende instabi.li le com.unità statuali rette a repubblica parlamentare. Il .sentimento dello Stato o della Na~ione, in comunità anti– che, possono è vero, in parte, riempir~ questo vuoto nsico– lol!ico. ma m_aicompletamente, ed inoltre nortano in sé i ger.- mi !'pericolosi della statolatria e del 7tazionalismo. • I Ci son.o, è vero, ogai delle formk intermedie ( ad esem– pio la quinta renubblica ·francese), m~ sono ancora troppo re– centi e troppo le!!ate a determinate nersone perché si possano con.siJderare de.finitivam~nte e stabilmente acquisite alla no- stra esperienza costituzionale. \ A parte qualsiasi considerazione o validità teorica di una o di un'altra forma costituzionale, la, regola •fondamentale è sempre quella pratica: qualunoue for.ma di l!Overno va bene purché corrisponda alla mentalità, 11l(etendenze ed alle tra– dizioni del po.polo al quale si anplica e.... Ì!razie al cie1o, l~ natura umana è così varia ed imprevedibile, pur nella sua unità ed immodificabilità. che ci può serbare sempre delle sorbrese ! I:11.n.icacosa è il non -dimenticare che la ral{ione •è I • sì la regina ,deZZ.enostre facoltà, ·ma non è tutto ,l'uomo e -che in certe questioni la psicolol!ia, cioè le, tendenze spirituali m,a non necessariamente razionali de.ll 'uom.o stesso sono di un'im- 1 . pqrtanza enorme. • 1 . Molto cordialmente • • NERI CAPPONI
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