l'ordine civile - anno II - n. 20 - 15 ottobre 1960
pag. 16 ve costringono alla dimissioni dapo nu– merosi tentativi e dopo che Alcala Za– mora si rifiuta di affidare la presidenza del consiglio a Gil Robles, maggiore e– s.ponente dell'Azione popolare, si viene alle e.lezioni del febbraio 19'36. Ina– spettata-mente si .verifica un grande suc– cesso dei partiti di sinistra e si profila il Fro.nte Popolare; i ra<f,icalisco·mpaio– no, mentre anche l'« Azio-ne popolare>> perde terreno. Azaiia forma il primo governo con l'appoggio dei socialcomu– nisti ed alcuni mesi più tardi sale addi– rittura alla Presidenza della Repubbli– ca, lasciando il governo a Quiroga che dichiara la repubblica spagnola "in stato di guerra contro il fascismo". Per la prima volta gli estremisti di sinistra si presentano come entità consistente ' alle Cortes: la loro influenza si fa no– tevole in ogni campo della vita spagno– la : e.,si si sostitiiiscono f réquentemente alle autorità. costituite, spesso con le ar-· mi. La Spagna appare ormai sotto una rivoluzione di tipo sovietico. Calvo So– telo, esponente numero uno dell'oppo– sizione parlamentare, denuncia gli abu– si del Fronte Popolare: per tutta ri– sposta viene fatto uccidere addirittura da dei gendarmi. Il 17 luglio scoppia l'insurrezione falangista del genemle Franco. L'esame della posizione del sociali– smo spagnolo prima e. durante la guer– ra civile appare ora più faoile : , il pro– blema principale che ci si pon'e è evi– dentemente qnello di vedere se il socia– lismo spagnolo in tutta la su.a condotta politica, nel periodo che va dal 1931, crollo della monarchia, al 1936, insur– rezione franchista, abbia o meno tradi– to le aspirazioni popolari e gli • scopi primi del suo program1na pqlitico. Il problema deve essere interpretato con chiarezza : non vogliamo in questa se– de trattare dell'atteggiamento genèrale delle sinistre spagnole e quindi dei suoi errori, perchè, ed anche a ragione vedu– ta, si potrebbe sempre obiettare che le altre .~inistre non avendo una • precisa consistenza ideologica potevano essere facilmente preda delle mire estre:mìste degli organizzatissimi co,munisti spa– gnoli. ll socialisnw invece presentando– si con un chiµ,ro programma ideologico e con delle precise aspirazioni politi– che non può dare adito a co•nfusioni nel senso di legarsi, come per esempio sta avvenendo attualmente in Italia, a delle ,parti politiche che, o accentuano troppo alcuni suoi temi sociali, o riten– gono troppo audaci da questo punto di vista le sue posizioni. ll socialismo spagnolo non ha però tenuto fede ai suoi ideali, f acerodo cau– sa comune con gli estremisti più esa– cerbati di sinistra nel combattere ad– dirittura anche ogni· ten_tativo costitu-· zionale delle destre. L'atteggiamento ri– voluzionario assunto dai socialistì di fronte alle elezioni del '33 che avevano visto la vittoria delle destre è stato pro– babilmente l'errore principale del so– cialismo spagnolo: in quell'occasione infatti i • socialisti scatenarono- la rea– zione · contro le presunte cospirazioni delle destre n·~i confronti dftlla"Costitu- • zione, violando grossolanmnente essi stessi quella costituzione di cui erano stati i principali promulgatori. . !'Con la ribellione del 1934 la sini– stra perse ogni diritto a condannare la ribellione del 1936", scrive nella sua Storia di Spagna • il liberale Salvador de Madariaga. Nel 1936, quando il pre– sidente Azana, pef evitare la guerra ci– vile propose un governo di conc.entra– zione nazionale, fu il partito socialista, che non riusciva più a controllare la massa dei moralisti, a rifiutare un ac– cordo di questo tipo. In effetti la so,l– levazione ~ocialista del 1934 a parte le sue conse guenze politiche che po-sso~ no essere ritenu.te ,più o meno vaste -a seconda dell'obbiettività dell'osservato– re, deve essere ritenuta di per se gra– ve specialmente da un· punto di vista morale : il partito irofatti acco,gliendo la dottrina di Lenin della conquista vio– lenta del potere e come del resto appa– re chiara.mente dal discorso di Largo Caballero del 14 'gennaio del '34, re– spingendo i risultati delle urne e quin– di l'_espressione della volontà pòpo•lare, tradì addiritt1tra i, più elementari suoi principi ideologici. Per amore di giu– stizia non si può, nemmeno con la mi– gliore buona volontà, accogliere la tesi, secondo fo quale i socialisti si trovarono nella necessità di agire in questo modo per salvaguardare la repubblica e la sua costituzione da eventuali possibili at– tentati di uomini di destra. • La storia ci dice invece che i tempi non erano ancora maturi per un go– verno di destra e forte: questo lo dimo– stra eloquentemente la disorganizzazio– ne del movimento di "Azione popola– re" che non si seppe ,nai opporre con decisione, nè in sede parlamentare, nè in• sede popolare all'arbitrio socialco– munista. Anzi l'accoglimento da ,parte dei socialisti spagnoli della tesi comµ– nista della conquista violenta del pote– re,· chiaramente espresso in un articolo di "El Socialista" di Madrid del 21 set– tembre 1934, dove leggiamo: "Ripetia– mo ciò che abbiamo detto alcuni mesi orsono: Attenzione al disco ro·sso ! Il prossimo mese può essere il nostro- ot– tobre ... Ci attendono giorni di prova, giorni duri. E' necessario che la prepa– razione richiesta non difetti. In questi giorni c'è qualco·sa,da fare in fretta, ma con intelligenza : prganizzare, organiz– zare, organizzare. Nulla deve essere ri– mandato a domani, Motori in marcia ..; Il nostro esercito è in attesa della mo– bilitazione. E la nostra politica inter– nazionale. Ed i nostri piani di socializ– zazione. E la nostra idea della sciiola e dell'Università. E la nostra visione della Banca. Abbiamo i,;,oltre le masse quelle che producono tutjo. Ci manca solo il potere. Bisogna dunque conquistarlo ... L'esperienza repubblicana è compiu– ta, m·agnificamente compiuta, anche se si parla di errori. Con la bandiera della democrazia non si può andare più lon– tani di quanto siamo giunti in questo biennio. Bisogna fq,re un salto più lun– go", dimostra come la grarode decisione di armare i •sindacati, presa insieme q,l. la decisione di rinunciare a collaborare l'ordine civile al governo di concentrazione nazionale proposto da 1Azana nel 1936, come ul– timo tentativo di salvare il p(Jesè dal caos della guerra civile, fosse già stata presa prima 1. Di particolare • gravità, poi, appare la rinuncia di collaborare al gabinetto J/ ario, ultima occasi.one per i socialisti df lasciare il Front~ Popo– lare e di non compromettersi con esso nella guerra rivile. Anzi, scrive de Ma– dariaga; "opponendosi al progetto pre– sidenziale, i, ri·volu:donari di '·sinistra -minacciarono' lo stato con la violenza ed il· pronunciamento del "gene;ale" Fran– cisco Largo Caballero, alla testa di un esercito di la:voratori". Del resto chiare . erano le intenzioni dei socialisti, anco– ra da- prima delle elezioni, Largo Ca-· ballero così minacciava l'eletto;àto: "Riflettano •( f borghesi) su ciò che loro conviene : il r,ostro trionfo con fe sini– stre fJ la loro vittoria per ristabilire la monarchia. E, se ciò do-vesse accadere in Spagna, io devo dire che nel nosti-o_pae– ·se non ci sarà un momento di pace; che il proletariato malgrado non confidi nella sua emancipazione repubblicana borghese, non tollererà un ritorno del– la monarchia. E non si illudano che di– federemo -se,ipre la Repubblica bor– ghese. sappiafo che il popolo spag,wlo non riceverà con applausi un altro mo– narca. I o dico che non salvere:Uo di nuovo la vit~ dei nostri nemici cofue abbitimo fattlo il quattordici qprile. Questo, mai ... l Se la classe media,' il cui molo. è decisif_o, dà l? vitt~ria ~Ue de– stre, w_ garanfisco un era di rovina na- zionale... I Noi richian\iamo l'.attenzione dei cit– tadini af~incht, risolvan_o questo proble– ma . pacificamente, e stiano certi che se non lo f aran,o, <J.ovremorisolverlo in altro modo". 1 4 parte il fatto, poi, che non possiamj che esprimere i nostri dubbi sulla validità delle elezioni del febbraio 193q. Ad ese;,,,p"io, a questo proposito, de Madariaga scrive ancora: "Si fecero cosp tali che Indalecio Prie– to_non 1Jolle cpndividere la responsabi– lità di qu~i ~rfg~i e di quelle _vio!enze". Non ci siar_io soffermanti ne· su.lle conseguenze Pflitiche deWatteggiamen– to socialista nflla guerra civile, nè del– le violenze di cui esso fu artefice o com– plice. A bbiamb soltanto voluto narrare I fatti storici prcovati per criticare un at- teggiamento sbmmamente pericoloso e che proprio noi italiani dovrebbe far riflettere. lfntesperienza . come quella spagnola dovr bbe non illuderci sulfo posizioni poli, iche del Partito sociali– sta italiano. I Dopo _venti !anni l'atteggiame-nto po• litico del soc;r.alismo spagnolo non è cambiato e . la sua connivenza con i comunisti non è mutata. Una sola con– clusione riuscfam~ i.;,,fìne a trarre da tutta la politica socialista : una prof on– da equivocità di idee e di aspirazioni : totalitarismo ~d antitotalitarismo, de– mocrazia e po&Sibilità di vita del so– éialismo in redime pa_rlamentare posso– no essere tutte 1 altrettanto giustificabili espressioni o idee di un. partito come il socialismo s~agnolo. • • STEFANO DE Al-JDHUI'
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