l'ordine civile - anno II - n. 20 - 15 ottobre 1960
pa•g. 14 re, ancora una volta, che il ,suo è un autentico rlinamismo di maniera più che di fatti e di reaÌizzazioni, in quan– to le' sue Mstruzioni , polemiche e dia– lettiche in campo eèonomfoo e politi– co· poggiano sempre e prevalentemente sui criteri deil':aggiotnamento tempo• •re~giatore e ·sulla burocratizzazione delle idee propulsive. Può sembrare un paradosso od una faziosa • interpretazione di attitudini, quest'ultimo giudiz'iÒ : perciò, ritenia– mo neèessariò giustificarlo -con alcune non astratte -considerazioni. Fanfani ha sempre im:postato la. sua politica sul sèducente, e·d a volte sem- pliè1stico, binario dei piani. • •I piani sono indicè· di cervelli siste– matici, di visioni -politiche organiche, d_i 'dinamismo c'ostruttivo .in• senso eco– nomico e sociale. Ma c'•è il rovescio del~ la ·mcdagli?. che intacca la validità del– le preceden_ti indicazioni: e cio•è, if pia– no è spesso la via per parlare .facilmen– te di riforme quando non si ha la ·chia– rezza ed. il tempismo di adottare prov– vedimenti semplici ed -effica•ci; è il si: sterna che dovrebbe garantire. l'acqui– sizfone di fama storica aiiche quando i ,mo'i presupposti non .corrispondono a quelli offerti dalla situazione reale; è la spettacolare trovata di chi, non aven– do il coraggio di affrontare per il bene comune l'impopolarità, cerca 'di gua– dagnar tempo e di sfuggire in tal mo– do aÌle più -precise ed urg-enti responsa– bilità. • Questa seconda interpretazione cri– tica, -che riguarda la validità e l'oppor– tunità dei piani come conse-guenza di realtà causale ed effettuale, spiega im– plicitamente l'altro aspetto delle pre– dilezioni fanfaniane e cioè la burocra– tizzazione delle idee. • E' n~cessario qualche esempio? Fan– fan'i esordi, in oc·casione della sua pri- . ma candidatura a Presidente del Con– siglio, estraendo dalla ,sua borsa, dinan– zi· al Parlamento, una· boriosa caterva di· decreti : cioè,· tanto per dirla in me– tafora, una smagliante tessitura di pro– gettazione legislativa pianificata; al suo secondo esperimento, più duratu– ro, la vecchia tecnica, accantonata per motivi ·_prudenziali all'atto dell'investi– tura, ricomparve audace e smaniosa, re– clamizzandosi per-fino sullo scenario della televisione. Ma ciò non basta. I ,comitati, 1è com– missioni, le conferenze, intese come as– sisi; fremmentano, senza soluzioni di continuità; le vedute poshive dell'ono– revole Fanfani, ma nello stesso tempo servono a restituirgli quelle funzioni di preminenza e di onnipresente priorità, laddove l'articolaz~one del gabinetto e· la divi~ione dei ·poteri e delle attribu– zioni •non gli consentirebbe interventi centrali e formalmente determinanti. Abbiamo indugiato sullianalisi •del– la tecnica governativa· e parlamentare; cara aU,onorevole Fanfani, proprio per ristabilire "attraverso· l'indicazione dei' suoi •limiti dì positività, la vera portala del suo recente· intervento di– nanzi ai coltivatori diretti. A nostro avviso, perciò, non si è. tratta-to di con- ibli ca a e trasti con la presidenza di tale assem> blea, non vi è stata alcuna meditata vo– lontà di polemizzare con le urgenti ri- •chieste degli agricoltori, non si è trat– tato infine rli avv-ilire o deprezza-re il significato organico del « piano verde ». L'onorevoie Fanfani è rimasto sol– tanto pri,gioniero di un 'altra sua id·ea sug::;estiva, cioè della « grande confe– renza dell'agricoltm:a »., la quale, ima volta riunita e lanciata, potrebbe ri– pristinarlo come promotore principe del riassetto agricolo· nazionale. « Gran-– de conferenza » che, a poche ore di di.stanza, è stata completata da un al– tro interessante disegno di centralizza– zione personale, consistente nella costi– tuzione di un comif~to di ministri per coor-dinare la poljtica economica m campo internazionale. E passiamo ai riflessi internazionali dell'agricoltura. Nell'ultima dec!lde di :settembre, s.o.: no stati dibattuti in Roma dall'Assem– blea parlamentare . europea i più ur- . genti problemi che interessano la poli~ . tica agricola comune. Vi sono stati de– gli importanti chiarimenti. Finalmen– te è stato dato il giusto rilievo_ ai ca– pitoli della politica commerciale ed a quella di. caratteri sociale, le qu!lli rappresentano, nel quadro unitario· del Trattato, .due aspetti che strettamente condizionano - anzi debbono condi– ,zionare - la soluzfone dell~ questiòni ' ~1'. agricole. A questo punto bisogna, in- f • l' ?,lh • atti, sotto 1neare, c e senza rimuove- re opportunamente "gli ostacoli che in– tralciano la realizzazione della politica commerciale comune, non sembra pos– sibile definire le linee della politica agricola, specialmeii!e per ciò ,che si riferisce' alla complementarietà delle colture, all'integrazione -dei mercati ed alla definizio1ìe della tecnica dei prezzi, ' con particolare riferimento all'eventua– le regoiamentazione dei prezzi mini– .mi. Per aggiunta, sembra anacronistico impostare la politica agricola comune, secondo il rigido schema che porta il nome di Mansholt ·~ che notoriamen– te indulge verso criteri spiccatamente dirigistici, senza affrontare prima, al– meno in via di ne~essaria gradualità, la questione della libera circolazione dei lavoratori e del' relativo diritto di stabilimento, dall'art. 48' e di Roma. previsti rispettivamente dall'art. 52 del Trattato C'è da augurarsi -che sulla scorta ctel- •le •recenti riunioni :delle co.mmissioni particolari dell'Assemblea parlamenta– re europea, _tenutesi· in ·noma, la Com– missione economica 'ed il Consiglio dei Ministri della Comun·ità sappiano sta– bilire una linea di '.éondotta che inter– preti non solo le esigenze degli agri– coltori in generale;': ·ma l'importanza della tutela, ai fini_·di un progressivo consolidamento, di quelle agricolture nazionali, impegnatè ·strenuamente nei programmi di ristrutturazione e svi- luppo. • • Queste esigenze ?i. fanno •preferire, almeno per ,ciò che .'riguarda 1a nostra at!_enzione •critica vè'rso i· problemi sia I l'ordine e.ivi/O dell'agricoltura •1·taliana che della CO· . munità europea, i,l concetto di « coor-: dinamento >J -dei mercati a quel1o del- 1\< integrazione »i degli stessi. In --real– tà, il primo ·è P,iù idoneo a gara~tire • quella necessaria!, seppur ridotta auto– nomia, de'lle sin2k>le sovranità nazionali in merito ai prob[emi -di base e di strut– tura delle· rispet~ive economie àgricole. Ma in sostanz~, in che, cosa si còn– densano le linee j dirigistiche ·enunci'ate nelle proposte d11 comitato presieduto da Mansholt? I . • • ·Primo, la fisJazione al 30 giugno •1967 tiella data termine del periodo transitorio per :a maggior parre dei prodotti agricoli. con le. correzioni al 1 ° · gennaio :19641 per la carne bovina· ed al 1° gennaiojl970 per -il settore vi-· nicolo. Secondo~ il criterio della pro– tezione del mer ·ato interno -europeo, basato sul sistemia' dei « prelievi )),•in sostituzione dei !dazi •doganali. Terzo, l'organizzazione (~i uffici per il èoritrol– lo del mercato cpmunitario del 'grano, ~ei cereali ~a forfggio, dei prodotti 'lat– tlero-ca~ean, dellp zucèhe~o, della car– ne bovma, della I carne suma, del ,pol– lame e delle uov,r. Questi ultimi uffì.ci dovrebbero esseri int-egrati da comita– ti consultivi composti da rappresentan– ti. dell'organizzazione professionale. Quart_o, at_tuaz_i~nt di una p~litica d_eì prezzi (navv1-c11ljamento dei prezzi); dellà disciplina è~egli -scambi •commer-. ciali all'interno della comunità e con i paesi terzi. Q~i~~to, interve~ti ,da :par– te della Comumta per l'a-cqu1sto ,d1 ec– cedenze di pro~llf!i?ne _allorch~ vi po– trebbe essere r1sqh10 d1 negativa alte-· razione del merc.'rto. Sesto, la costitu– zione di un fond, europ·eo ,per il mi– glioramento delle strutture agricole. Vi • sono, infine, altrt1 propos!_e marginali, sulle quali lion èt· pportmio ·indugiare, anche· perchè nù •i~ci~ono_ ~ostanzi~l~ mente. come elem nt1 d1 fnz10ne fra 1 • vari paesi• del ·me 1 cato comune. _ In merito alle I linee sopra accenna– i.e,-no.i sentiamo <li doverci pronuncia– re a favore di ma1-,' giori criteri di auto– nomia e di liber economia di merca– to, impostazione , uesta che ~ondivide • gli orientamenti e le att~se della parte più responsabile e sana della nostra società agricola. fe osservazioni o r.i– lievi_ possiamo ej· rimere in •particola– re, do-po tale pre isa scelta di principi generali, dovrem o ribadire in ,merito alla fissazione del;termine del pe"i-iodo -transitorio, che e a è inopportuna eò ana.croni.st :ca, in 1, uanto se·mbra inuti– le e, forse contr~producente stabilire fin d ora delle d·atf certe, quando sono stati fin qui trascurati i problemi della politica commerei 1 le ·comune e soprat- • tutto quello dell libera· circòlazionè della manodopera 1 • · • • • In quanto all'id;a di una protezione del mercato comu e agricolo nei con– fronti. d~i paesi • teri, il si_stema de~ . « prelievi >l o « p;elevameiih », la cm misura· dovrenbe fessere • -determinata dalla dìfferenza fr pre.zzi interni (uni– ficati o rl'orientam ·nto) e i prezzi ester~ ni, non ci pare c e risponda pratica– mente ed equame t~ ai fini· che si vo1<
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