l’ordine civile - anno II - n. 19 - 1 ottobre 1960

pag. 4 L'-anticristianesiimo ha 1posto i -cristiaini i'Ilnanzi all'o·ra della verità. Una posizione 1cattoliico-li:berafo ,può av-ere •qual– che senso 1dinanzi ,aillo rStato liberale: non ne ha nessuno in– nanzi a.Ho !Stato to 1 ta1itario. 'Condu,dendo : l'unica po·ssiibilrtà -di una posizione storica che sia la risposta ,dei •crÌ'stiani ·all'ultima e suip·rema IIIlanife– stazione deill'errore mo,derno, l'uni,ca 1posiliione ,cri,stiana ver,a– mente e rigorosamente antitotalitaria va cercata a 1par,tire ,da1 Sillaho, •cio·è 1dailla ,più ,a,perta condanna de,l,l'agnosticiiJmo, deWindiHerentismo e del liberalismo. L'unica ,posizione •cristiana di fronte alla ,realtà 1del tota• litarismo moderno e al •cilima storico ,che ila presenza ,di esso, visihile o nasco,sta, crea nel >mondo, è una posizione ehe si fonda su una teol()lg:ia della Regalità di Cristo. Non a caiso l'ordine civile questo ,problema è il filo ·d'oro 1che-leg~ -l'insegnamento di rutti i Pontefici romani, da Pio IX in 1poi. E' chiaro -che proprio per l'aspetto materialmente politico 1dell'a'Ilticristianesi 1mo to– talitario, ila •posizione del -cristiano e ,del cittadino si t>rov,ano in una unità ben più 1profonda ,che mei secoli passati, si che •la prese'Ilza cristiana diventa una condizione ,della salvezza della •città e la 1presenz.a e la parteòpazione ,civil,e ,diventa !Una condizione abituale aUa rettitudine, dottrinale e pratica, della fode e ,dei costumi -dei cristiani. E' a questo iprohlema che ci ha •condotto l'-esame ,del ·totalitarismo, ed è prohlema che richiede un aipprofondimento ,diretto. Perché, •posto il totalitarismo, il Cristianesi•mo diventa la più grande •questio'Ile della 1politica, e ila •poli>tica ,i,l ·più grande COillipito del 1Cristianesiimo. Dei rapporti tra idea e i:Ùdividuo,massa, Stato IV Per chiar~zza dovremmo porre ,così fa constatazio'Il·e: l'in– dividuo è oggi disinformato ,nei riguardi -dell'idea. A foro volta massa e Stato - poiché le ragioni eterne si trasmettono dalla sfera individuale ,a quella sooiale, e mai nel senso contrario - ,ne sono necessarÌ!amente disinfo•rmati. Siamo .ingolfati in una ,crisi di ,smarrimento a•ppunto perché l'individuo non co– nosce né interpreta l'idea, non si avvale della tradizione. Po– tremmo dire cmÌ Platone che ,conoscere è in un certo •senso ricordare: ·quindi l'individuo non ricorda •più l'idea. T~le assenza di memoria, ,di ,conoscenza { memoria ·della tradizione e ,oonoscenza di -essa), non è dovuta a 1difetto di erudizione (ché ,anzi gli studi oggi ·generalizzati, ,approfonditi, specia– listici, l'a'Uargarsi deHe •cogniz·ioni minime necessarie, l'affa– stellali-si d,i 1co·gni'z'ioni, 1tterminologie, ,convenzioni, sigU:e ,di riferimento, hanno a'1lenato l'individuo, •ampliandone le pos– sibilità ,di comprendonio). Poiché ,dunique l'istruzione è ,dif– fusa •e, per buona pa•rte della mas 1sa, pure approfondita, ,la mancata ,conoscenza ,dell'idea non può esseTe dovuta a· difetto di eru,dizio'Ile. Piuttosto ,l'esercizio di applicazio,ne delle facoltà intellettuali - diretto com'è stato in p·revalenza a scienz,a e tecniea - ha sviluppato specificamente ,le b.ass,e forme della inteZ.Zigenza: scaltrezza, furbizia, svmulazione .. Che poi --'- e l'anello parrebbe -chiudersi - sono proprio le forine ·di intel– ligenza .che 1si sviluppano •nell'uomo hra,ocato, ohe deve esco– gita-re tmppole per -di.fendersi ,da insi,die avvertite o i'IltUite ap'P'ena, .dell'uomo primordiale. La disinformazione d,eriva quindi ·dal ·dato incontestabile che - ,da un certo tempo a questa parte - si ,è in>staurato il regno •assoluto dei fatti, come nella ,dick-ensiana ·Coketown. Sug,geriaimo un versetto del Van– gelo •di San Matteo ( XV, 8): •<< Questo ,po;polo si acco•sta a me con la bocca, e mi onora con le lahbra ; ma il cuore loro è lungi •da me>>. Ora, ,cosa c'è ,dietro 'la preghiera mec-canica (,che è soltanto un fatto), ise non la sofa ragio'Ile? Nella pre– ghiera ,col ,cuore -- ·ritsuha ,evidente - non, può esserci •sola– mente la ra·gione, ma pure - e forse in ·proporzione ma·ggiore - l'immaginazione: un anelito tr1_1scende:nte, che ,è pur e,sso ricerca. Né ,del -re,sto l'immaginazione esc'luderebbe la r-agione; ma è '1a ,mancanza assoluta -di immaginazione •che ha pro.dotto lo squihbrio delle facoltà inte'llettive dell'individuo, sì da •por– tarlo al punto ,di non 1poter conoscere ,più J'idea e d'es,serne conseguentemente ·disinformato. L'indivi,duo ha quindi 1 svi– luppato ah'Ilormemente ,le ,basse ·forme dell'intelligenza, la par– te deteriore ,di essa. Le faco'ltà ,ohe avrebbero potuto ,a,ocepire, ifiltrnre, ri,co- bib 10ecag1 o 1a di Glauco Licata noscere, ricordare Pidea - i,dea che, si 1hadi tbene, resta pur sfmpre depositata nell'individuo - sono oggi differenti ,da quelle ,che erano un tempo. Queste facoltà - ridotte come sono e sottoponibili quali furbizia, simulazione, ,scaltrezza - possono tradursi formalmente co!l termine• "saper vivere". Oggi, si dice, l'esistenza si svolge in una giungla, e l'uomo deve saper vivere, ,se vuole so·pravvivere. Per saper vivere non occorre intelligenza ( al ,contrario : Papini not-a>vache 1'uomo ~i,, genio è c~·nynua~ente •~fruttat?,, tr_uffat~,. deriso), ,ma oc: cor-rono furbizia •e s1mulaz10ne, -c1oe 1pocnsia •se soggetto e l'uomo, ,convenzioni ,diplomati,che alla Bismark ,se so·ggerto è lo Sta•to. Non soltanto 'le ragioni esterne, infatti, si trasferi– sbono dall'individuo alfa ·società, ma pure_ le false trasposi– zioni di esse. Risulta •evidente ,che le ·•facohà ,dell'intelligenza ,dell'indi– vi,duo - non essendo, 1 a'1meno 'temporaneamente, aUe ad in– terpretare l'i,dea - ,se ne ,estraneano-. Si -opera •così una tra– sposizione inavvertita di valori e del ,concetto medesimo di b'ene. • E' utile chiarire, a questo punto, ohe mm si vuole aff.artto p:roda:mare la sfiducia nella scienza e nella tecni,ca in ·quanto sarebbero le ,cause di •questa ,deviazione. Scienza -e teC'Ilica non sono concetti avulsi •e rtra•scendenti, ma ·prodotto ,della ricerca dell'uomo •pensante, ,e •sua .gi'oria. Scienza e tecnica - elabo– rati dell'uomo pensante - han!Ilo le dimensioni •di •questo. La sfiducia va ·piuttosto a due ·cara·tteri ,che possono essere .a-ssu'Ilti da ,scienza e tecnica, e cioè : •a) L'ibrido in ·bilico tra s-cienza e fanta 1 scienza, specie di giuoco •che ri•cord·a a vohe i terrori inconsci della ma:gia nera d-el 'P'rimo millennio ; per questo cara-ttere ibrido - sorta di empirismo mo.d-erno - non :si sa più, ,spesso, se e dove vi siano li>miti, orrtre i qua'li c'è il •pervertimento biolo– gico .. la vioilentazione inconscia e progressiva de1la pe11sona– lità, fa distruzione morale ·e fisica ·dell'uomo. • ,b) Altro carattere che può tarare scienz·a e tecni•ca è il totale asservimento dell'individu_o -ad esse, 1 e a 1 d ess·e soltanto: il ,che .conduce _a1] paradosrn del fidei,smo nel .raz.iona'1e, preso come •punto d:i partenza e ,di arrivo ,di ogni idealità. IV on sono, pertanto, scienza -e tecnica in- quanto tali le cause de.lla trasposizione di valori, del concetto stesso ,di bene, e quindi no,n lo sono neppure della disinformazio•ne dell'indi– viduo nei riguardi deWidea. Le cause di questa disinf ormazio– ne vanno ,piuttosto ricercate nei due caratlieri che possono assumere - come di fatto oggi assumono - scienz-a e tec– nica: ibridis.mo, assorbimento totale.

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