l’ordine civile - anno II - n. 18 - 15 settembre 1960
pag. 4 divisione dei poteri : ma anche in modo tale da garantire, oltre al soddisfacimento delle istanz•e •delle varie comunità locali e regionali, una azione concentrata e pro·gl'ammatrice. dello Stato. Certo sembra qui di trovarsi dinanzi al giudice manzo– niano che dava ragione a tutti: ,il ,problema è proprio dato dalla necessità di trov,are un punto ,di conciliazione e di equilibrio. 1Se i protagoni,sti delila Costituzione sono i ,bisogni indi– viduali, se la loro tutela è lo scopo de1la Co·stituzione, ebbene è ad •essi stessi che è devoluto il compito di determinare con– cretamente i termini di questo equi'li.brio. Saranno i singoli., riuniti in collettività, .a fornire la scala ,dei loro 1bisogni e l'indicazione dei sacriiiici che prelfel'iscono sopportare. E' per questa vi,a che il metodo democratico ,assume tutta la sua rilevanza nella Costi•tuzione. E' esso che assume valore di cri– terio, di strumento di •Conoscenza e dii ·determinazione con– creta di ,quella scala dei bisogni •che è il criterio che la Costi– tuzione fornisce alla legis1a~ione. U metodo democratico non assume quindi tanto il si•gni– ficato di scelta degli uomini, ma diventa criterio di valore: è conforme alla dottrina della Costituzione ciò che è confor– me alla scelta del corpo elettorale. La ,scelta elettorale non è più soltanto un mezzo per determinare il titolare del potere, cioè un criterio di legittimità, ma diventa un criterio intrin– seco di legislazione, un criterio di giustizia. In questo modo esso ,fo,rnisce un •criterio unitario di de– terminazione della scala dei biso·gni" ed assicura l'unifoi,mità deHa legislazione al contenuto so•stam~iale della ,Costituzione. , Se tale è la ,fifosoi:fia pollitica ·della ·Costituzi,one, come può essere connotata? 1Evidentem•ente, diversamente si pone il prohlema se si ri:guarda la Costituzione per ris-petto alla religione o -alla morale o ,alla so,cietà : riguardandola per ri– spetto a se stessa ed al suo fine, cio·è riferendoci al fine che essa intende .dare allo Stato e alla ol'ganizza~ione dei pub-• blici poteri, due ci sembrano le connotazioni più proprie : queHe di progressismo e quelle di democ-ratismo. 1Con il termine progressismo si intende una posizione cul– turale e pratica .che ritiene necessario ridurre ed eliminare il peso sociale deMe reli,gioni e de'l'le meta.fisiche, ,cioiè le dottrine che a•mmettano una t·rascendenza e da esse deducono delle obJi.gazioni coUettive e assumere come fine .della colle,t– tività l'assicurare ,a 1 l singolo i'l godimento del massimo possi– biile di beni materiali. Con il termine democratismo intendiamo quella dottri- . - ib iot ca e l'ordine civile na politica che ritiene la volontà popolare espressa nel suf– fragio universale come la ·condizione necessaria e sufficiente della legittimità •de[ pot,ere politico e della ,giustizia dei suoi .atti. La riduzione della dottrina classica e cristiana ,della gm• stizia a quella della volontà popolare è l'operazione carat– tertÌstica di tale posizio•ne dottrinale. 1 Ci sembra ·che ta 1 li connotazioni convengano pienamente al'la dottrina 'poli,tica della nostra Costituzione ed al suo cri– terio unitario ·come lo abbiamo precedentemente determinato. Nel primo numero di quest'anno ci •eravamo occupati della dottrina politica dell'antifascismo: ed avevamo visto come momento determinant,e nell'elaborazione ,dell~antifasci– smo come dottrina politÌca il V.Jil congresso dell'Internazio– nale Comunista ( Comintern). Ora è da questo congresso che la puola d'ordine della « rivoluzione proletaria » è ,sostituita da quella di << demo•crazia progressiva ». Il mondo comunista compie in modo aperto ed esJJlioito una efaborazione culturale e po1itica che altre filosofie, .altre correnti politiche compiono in modo parallelo: e l'esempio e l'occasione offerta dal mondo com{inista diventa traente per tutte le po,sizioni p'olitic'he eurppee non :fasciste. Le paro'1e d'ordine del più forte partito antifascista, del– l'egemone dell'antifascismo, rag,giull'gono e confermano la de– finizione della filosofia politica della Costituzione che abbia- mo cercato ,di ,dare. • A que•sto punto dohbi,amo dire che 1a dottrina di Aristo– tele sulla determinazione formale, costitutiva ohe una Costi– tuzione fa di uno Stato, di una comunità civile, ci appare trovare una conferma, una prova di fatto: perchè la defini– zione della fi'losofia politica della Costituzione ci si rivela come mezzo di comprensione ddla natura delle forze poli- 1 ti.che e dello sviluppo politico generale che si ,è ,avuto in Ita- lia nella sua vì,genza. Sensibilmente 'ed insensibilmente, sapendolo o non sa– pendolo, tutte le iforze pol.itiche che accettavano formalmente la 1 Costituzione, ne ·venivano ad accettare la filosofia politica ed a mediare 1a propria filosofia originaria con ,quella costi– tuzionale. Nelle mutazioni, ne'lle deformazioni, nei rapporti di ge– rarchia e di egemonia che la maggiore o minore connatura• lità con la filòsoi:fìa ·costituzionale .determinava tra 1e forze politiche stà la chiave di volta della comprensione di uI1a storia politica così ricc·a di ,paradossi ,con quella italiana do– po il 1948 .
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