l’ordine civile - anno II - n. 18 - 15 settembre 1960

pag. 20 · senso laico ,che preferiscono, tra i cat~ tolici, le ,posizioni di potere,.a quelle di coscienz,a : e vanno •in sollucchero per• chiè i redattori del « Popolo » hanno fat. to a proposito delle ·dichiarazioni del sen. Kennedy un « ·piccolo ,capola,voro ». Essi hanno detto in sostanza, che quel che dice Kenned~ non -ha valore in.Ita– lia : cio,è, hanno detto la stessa c•osa di Kennedy, ma rovesciando i ·termini : la posizione di Ke~nedy diventa quella << ideale »: la situazione italiana; diven– ta .ec.cezionale per via .del comunismo. Da 1questo pensate che i redattori del « Popolo » di,cono ·cihe almeno in Italia, si debba olhbedire alla Ohiesa? Vi sba– gliate, ,essi deducono che -bisogna òhbe- dire alla DC. • Ai cattolici spetta il votare, a loro l'esser ,vota,ti. ·E npn ,si ,può neanche. di– scutere: « ,contendere e divagare non sa– rebhe che un mediocre tentativo di pro– curarci alibi morali insussistenti ». A dd • 1• b. d. • vremmo a 1r1ttur,a. 1sogno 1 un alibi! I Bra·vi, dicono i ,redattori del ~< Mon– do », che il ma,chiavellismo laicista ap– parenta all'ipocrisia ,clericale: bravi, « ta.cciano i vescovi, i ,comitati eivici, i gesuiti e l'azione cattolica »: voi •soli potete parlare, voi .democristiani, voi « moderni » come noi: gli 1 altr~, muti e votanti. Bene, i diifonsori ·della lilhertà e della laicità : che un partito ahusi con tanta smagata chia,rezza del senso di fedel– tà e ,di responsa 1biHtà dei cattolici, e per- • ciò della foro liibertà, per essi· è un fatto· positivo. Nena Chiesa ,che piace .a loro tac– ciono i vescovi e ·parlano i demo.cristia– ni, i qu•ali prendono a ,potere statale : distinzione tra Chiesa e Stato, libertà e dignità deil citta,dino, tutto ·è smaltito a buon mer,cato. • ,«i ·Come stimolo derirvante dalla can• di datura Kennedy, la DC h-a scelto 1quel. lo. hùono » ( Il Mondo », 30 agosto '60) : gli scia-gurati han·no risposto così. G.B.B. I. - ' ' iblio cagi_nobianco Decadenza di «Critica sociale». "Crit,ica Sociale è st~ta un tempo la prima rivista marxista del socialismo u-alrnno; è diventata .poi la ri:vista del riformismo tradizionale; infine ha espresso il punto di vista di una cor– rente socia/,democratica - che. in nome degli ideali riformisti, condannava Sa- . ragat. Scomparso lVlondoJ,Joè diventata, purtroppo, la rivista personale di Fa– ravelti e di alcuni suoi amici,: animati da un odio isterico contro il movimento operaio italiano. Si spie,ga così che non solo ospiti scritti come quello di . . . . . . . . . ma ne pre.nda, le parti contro . . . . . . . . con tanto astio polemico. Tutto ciò non merita ,una. 1isposta ma · solo due precisazioni. L'iraconda dialet– tica di FaraveJli non riuscirà a negare ........ Solo FaraveUi, chiuso nel suo rancore, non si accorge c,h,eil mo,n– do ccimbia, e cambia in meglio". Così ' 1 Mondo Nuovo", settimanale della si~ nistra del P .S.I. a ,proposito di una bi– liosa polemica svolta contro aléune •te- si deJl' on. Lizzadri. Ma noi abbiamo voluto riprend~re questo esemplare ,brano di "Mon(lQ .u.uo– vo" perché è toccato anche .a noi spe– rimentare, prima. la f acilon,eria gioma~ listica con delle incontrollate accuse di "portavoce della estre.ma destra filoged– diana" e di altri simili idioti luoghi co. muni; poi tutta la pesantezza della ira– conda e r-ancor-0saritorsione polemica per una nostra doverosa richiesta di rettifica, àssolta da "Critica sociale", se– condo lo stile degli zulu. Ma abbiamo voluto riprendere il brCJ– no di "Mondo nuorvo" perché la para– bola discendente e decadente di "Criti– ca sociale" vi è plasticamente dimostra– ta, e con essa anche la difficoltà di sa– pere realmente a che punto siamo, ora, circa la esatta posizione ideolog,ica del– la rivista stessa : socialdemocratici, so– cialisti autonòmisti, riformÌsti, ecc.? Se abbiamo osato definire "preoccupazio- l'ordine ciilile ne tutta sociaùlemocratica" quella def Livi, ci consentirà il. "giovane collabo– ratore" ( come Critica sQciale, lo defini– sce, quasi ,volendo mimimizza,Fe "il. gra- . ve errore di estensione"• [ ma che signifi– ca poi?]), di ,avere qualche perplessità in ·un campo di così difficile navigazio– ne: questo ,poi se si vuol dare a "social– democratico" un senso di precisa appar~ tenenza ad ,un raggruppamento politi~ . co ;· se poi per "socialdemocratico" si intende - come in ques-ta rivista è sta– to e ripetutamente scritto - l'adesione ad ·una' linea più amipia, cke è anche quella degli "a.utònomisti" del PSI per . intenderci; ,allora, forse, Livi capirq cke cosà intendevamo· quando si· scriveva che "ci si dice sia ( Liv i) un ~x presi– dente appunto dell'UGI, della_ corrente socialdemocratica:'; e pof veramente non ce la sentiamo. di seguire q·uesti "•socialdemocratici", ai quali una diffi– cile. costituzione neuro.vegetativa .con– sente,. oltre cke ·rapidi_CCJ,rtbiamentipo– litici, così fiere e infantili suscettibilità. Comunque Livi, che è pur grandicf!llo, cerchi di leggere più attentamente• per non incorrere in altri errori di ~steiisio– ne o di inter,pretazione pur chia•ra. Poi, quanto all'accusa, piuttosto stu– pida in sé, di non temere il frontismo, ché anzi ci fa piacere, dobbiàmo rico– noscere che stimiamo certo di più l'in– transigente rigore ideologico, diciamo, di "Mondo nuovo" o dei carristi, eh'! non tutte le varie posizioni "sociàlde- • mocratiche, diciamo, di "Critiea • so– ciale". - Invece al dir-eJtore. di _",Cri tic~ soéia:– le" o a chi per lui, che risponde alla nostra accusa di aver "irresponsabil- • mente ospitato" un articolo perlomeno impreciso, vomitando tre colonne dì in– sulti, possiamo tranquillamente e solà– mente dirgli che "argo,menti più seri" per la nostra polemica non· abbiamo mai pensato di • chiederli a lui e che quindi respingiamo i suoi collerici te,n- tativi. • E co'n ciò per noi_ la polemica è chiusa. \·

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