l’ordine civile - anno II - n. 18 - 15 settembre 1960
pag. 16 scita del Mercato Comune e più deci– samente fin dai tempi in c,ui si comin– ciò a parlare, in funz,ione correttiva e • distmttiva, della Zona di Libero Scam– bio. A questo proposito, in· un articolo comparso nel novembre del 1958, nel quale mi occupavo dei rapporti fra MEC, Z~na di Libero Scambio e 0ECE, sostenevo che « ,l'As,~ò-oiazione Econo– mica Europea in questi giorni vewtila– ta... per superare le dvffico,ltà dell' ac– cordo suUa Zona di Libero Sc(Jmbio ... dovrebbe so:lame.;,,teispirarsi al r.a,ffor– zamento dei prinoipi dell'0ECE, dan– do al rapporto fra i va,ii ,Paesi una strut– tum più impe.gnativa e vincolante. Ciò significa, a nost.ro modo di vedere, che l'Associazione non può sovrapporsi al M,EC, il che pa,ie :aprio,iis,ticamente as– surdo e quindi escluso; che non è op– portuno che si affianchi a questo con prorogative st,iutJturali leg,ate all'inter– no ed ape,ite all'esterno. Per accelerare i tempi di questa più v,asta integrazione economica europea c'è sofo da sper-are in wna pratica v.ia d'·alt.ernativ,a: MEC o Associazione Econo,mica Europea. ,« Se così -non potesse essere,· bastereb– be l'0ECE, mentre il MEC potreibbe continuare a • spe,iime-ntarsi, con molta calma e ponderazione, lungo il corso del periodo transitorio. -« D'alta parte, se il buo,n senso sug– gerisse finalmente un'opzione di sceZta fra Assooiazione Eiconomica Eurapea ed il MBC, la stessa o:pportunità _ economi– ca, gl'i!nterosst di colZaborazioroe, la cer– tezza neU'avvewire omo-geneo della in– tegr.azione deZle particolari e comple– menliari economie europee, dovrebbero senz'altro suggerire la scelta della Asso– ciazione con l'accantonamento del M. E.C.». Siamo ara al 1960 : quelle conside– raz,ioni, che polieVano essero vntérpre– t-ate come tesi negatvve o paradossali, si presewtano sotto nuov,a luce. C'è biso– gno, però, per porsi su quel piano cri– tico e dialettico, di depurare i • concetti, i p,iesupposti, le fvnalità della Comunità Economica Europea di ogni veUeità od ecciitazfone prevakntemente politica. L'equivoco, bìsogna ammetterlo con franchezza, è sostenuto proprio dalla irotempestiva ed anc-he inconcreta in– tersecaz-i"ane&i concel!ti economici e di tendenze uroionistwhe. Lasciamo agli apostoU, ai politici pu– ri e - perché no! -- ai :letterati pre– veggenti il compito di creare una co– scie,Ùza eurOlpèa, sempre più solida, sempre più tesa aU'integmzfone politi– ca. Ma lasciamo che gli econom>isti at– tivì, gli operatori dell'irodustria e del commercio, gli uomini di Stato eh~ co– stituÙ!cono con realismo la poU~ica di ogni giorno possano predispor,ie e rea– lizzare i progmmmi più urgenti, liberi da ogni ancoraggio anaicro-ni·stico e vel– leitario. Sono questi i motivi; che mi spingo– no a credere che la proposta america– µ!l· sull'inte~razfone economica atlan~ bibi i otecag inobianca tica, possa essere stata un ottimo iti– ne,rario, sul qual.e depo-svliaroed abban– donare ·la zavorra di tanti errori e di moltissimi equivoci. Su q-uesta via nnche il protezionismo statunitense, che -ri– schi-a di trnvare uno spalle1sgiamento nella sospettata discriminazione de,l– l' Europa ai daroni dell'America, potreb– be finalmente attenuarsi a svanire. Le numerose iniziative in corso, a livello diplomatico, trawizfonale ed eu– ropeistico, ci confermano inottre che nuove elaborazioni sono • ritenute indi– spensabili per far uscire i problemi del– l'integrazione dal punto morto delte il– lusio,ni e delle di·scussio1ni-ambigue. Una co-scienza europea, sia pure m embriané, es-iste veramente e segue, at– traverso le vicerode delle ,relazioni in– ternazioroali sempre più inliens•ee com– plesse, un ritmo indubbiamente -po– si-tvv,o. La fratliwra del m-ond.o e dell'Europa in due grarodi blocchi economici, ideo– logici .e geografici, benché sia resa me– no rigvda dalla rof;ed'ù1,tersecazio•ni rea– lizzata dalle varie politivhe nazionali neU'amhvto stesso di tali schieramenti, è servita e ser;ve a creare questo stato d'allarme delle cosci·enze, questa ten– denz,a a sentire i problemi deUa in– te.grazio,ne europea co,me dati certi e urgenti di un riassetto o,rganizzatvvo e propulsivo. lrn qu·est-e ultim-e ,se/Jtimane si sono succedul!e ,numerose 1interpr;etaz,ioni, spesso corotrastgrol!i,sulle iniziative uf– ficiali intraprese dai go,verni dell'Euro- pa occidentale. _ Si parla &i annaoquamento del MEC, di co,nfederazfone europea, di co,o-rdi– nata e leale intesa f r,a i due .gmppi eco– roo,,rofoi.Si discwte ·intomo alle proba– bili ipotesi risolutive : ma spesso col cvnismo degli increduli o con l'eufo– rico slancio dei semplvcvsti, lasciando, quindi, indiietro quelle considerazioni meditate, necessariamente caute ed a volte fredde, • dalle quaZi è f or;se possi– bile trarre qualche buon suggerimento per pot;er •proseguire i-l ,cammino suU'ab– brivio dell' espe,iienza già visswta. Nei prossimi mesi, ,malti chiariment>i interverranno: erotro la pr.imavera del 1961 i problemi •specifvci dell'integra– zione europea, -sopraUutto dal puntQ di vista econo,mico, ,avranno Provato quasi certamente il loro 'adal!to ,polo ,di con– densazione. Le co-nferenze del_ Gatt, le riunioni per la trasfo-,-,mazione della 0BGE in OECD i( Organisation for eco– nomie ,cooperation anJd development), la_improrogabile neoessità di realizza– ,ie una ·schiarita ,auda-0e e consapevole nei rapporti MEC-EFT A saranno ,le li– nee maest,ie swlle quaLi si allineeranno i_ princip·ali motvvi economici - ,ed an– che politici-europei, in vista ,di quel coordi 1 namento d'·intenti, senza il quale è ~-ssu_T'do sperar,e 'in. posi'tive reaUz– zazwni. L'autonomia delle ,iniziative europee è stalia giustamente - ;al centro dell.e còn– v,;rsazfoni "a segmento·" che si sono te- l'ordine civile nute a cavallo d~agosto e settemb-,-,e fra i Presiidenti del Consiglio, i Minist,:i degli Esteri e i Mvnistni pleniJpotenziari dei Paesi dell'Europa 0cciidentale. 1 Giò 1 non deve ,e non può significare, d',altro caroto, l'·improv,visazione di ,sen– timenJIJidi gelosa superbva nei con/ ronti degli Stati Uniti. Nel ,quadro unitar;vo dell'Occidente, come contr-appeso autorevole del blo.cco comunista, ,['Europa ,e l'America harono bisogno di stringersi anèora più s~lda– mente la mano. Non è ,tempo di riven– _dicazioni, eccett-o per quelle che si ri- , feriscono ahle rispettive funzioni siori– che e stmtegvche. Vi è bvsog,no di CO• stante senso di compl.emenJtarietà sia in politic"a che in econo-mia. De Gaulle ha richiamato l'Europa a stringere il 1pr,opriopatto politico intor– -no alrahtare della tradizione e della ci– vihtà. M-a quest'appe~lo roon,basta: anzi, esso è suscettibile di ere-are perplessità -ed equivoci, dietro ai quali le attuali incomprensioni i:ischiano di ingigantire. Ecco, perchè, è ,urgente un'autocritica europea. ,Guardiamo, dopo tutto, più !_t!_ahisti- • camente ,ai problemi dell':integrazione economica : per questa v.i-a, è più facile irotendere - sep,za troppi preconcetti o timori ...:.... ,l,a strtida coro/ederatvva addi– tata 1daDe GauUJe.Affidiamo, con ,tran– quilla ,f,iJducia,,ai 'qualifica-ti operatori écoroomici, il COTTIJpito di cementare sal– damente, attr,averso le 1 loro real-izz·azio– ni, lè diverse st-,-,u/Jtureeconomich~ di base. E i responsabili politici, sappiano racco,l§liierea tempo. giusto ,le ,logiche e. conseguenti deduzioni! L'avangual'dia di ·um'Europa un1!ta,ef• ficacè, consapevole dei suoi compvti e deUe sue possibilvtà, è p.er forza di attri– buzioni, castitui!ta da "tutti coloro che sono .impegnati - per vocazione -o per diretta operosità - nel ciclo -economico nazionale ed iroterroazion:ale. Quest'avaroguardia ha bisogno, per agire a fo•ndo e con convinzione, di ,un ambiente politico favorevole, dal ,quale risaltino, comé • luci d~irodicaz,ione, la chiarezza, la semplicità, la t,empestvvvtà legislativa. Il s-uo compito sarebb~ iné– sorabvlmente pregiudicato, se il veilei– tar;ismo po·litico pretendesse di prece– derla in prossimità di ·quei trag-uardi; ohe rapprosentano ormai le prime, ,ma fmvdament-ali tappe dell'integrazione; I 1blocch'idel MEiC e dell'EFT A stan– no per ,esaurire il loro compito di lan– cio e di ril-an'Cia:,devono perciò trovare al più presto ,la via <!ella composizione. Francamente, l~esempio di un'Europa autopolemica no-n s',addice al •momewto ed agli stessi viiali interessi del nostro continerote. C'è ,perciò, da .spe-,-,are che le ·sottoZ1,ni– tà regressive attualmenlie in funzione S·Ì!anogli occasionali affluenti torrentizi attraverso i .quali il ,gran como dell'.eco– nomìa europea trovi finalmènte :un lu– cid.o, esatto e l.eale pri·ncipio .d'mte– grazi-one!
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy