l’ordine civile - anno II - n. 18 - 15 settembre 1960
pag. 14 Von Pa pen ed a farsi nominare cancel– liere. • Nel 1934 capì che per consolidare le conq~ist-e del regime era nece-ssario li– quidare l'ala sinistra nazista di Stra-s– ser, le ambizioni miHtari della S.A .. di Rohen ed a,ssicurarsi l'appo-ggio pieno . dell'esercito. E così via sino alle mosse in politica estera (iel •1?38- C'he gl.i venivano ispi- • rate, per un verso, dal convincimento , acquisito che nulla .aveva da temere dalla verbosità imp.otente -della « :So– cietà delle Nazioni >> e peT l'altro -dal coustatare che i governi demo·cratici versavano i,n una sorta di paralisi ip– notica -che si maniifestava attraverso la formufa « Pa,ce a tutti i costi ». Pace a tutti i costi e compromessi ad ohrnnza, qualcosa di simile alla poli– tica ispirata dalla « linea Kennan » a mezzo deHa quale, dieci. anni dopo, le grandi democrazie avrebbero tentato d-i aTrestare 1a marcia -d-el comunismo nel mondo. Hitler non era pazzo. Egli, sfruHan– do CQID metodo gli errori degli avv,er– sari, reailizzava una linea politica indi– cata a tutte lettere su « ,Mei,n Kampf ». Seguendo passo passo i capitoli del liibro, gli uomini di governo ved·evano realizzarsi gli obbiettivi posti in ·esso, potevano anticipare gli· s·vil'uppi delle situazioni: fo Stato totalitario, la sele– zione della razza, la lotta agli eibrei, la int,egrazione neil Reich di tutte le mi– noranz·e tedesche d'Europa, la dottri– na dello « spazio vitale », l'es'pansione • ad E,st, il tentativo di un accordo con la lughi:lterra per il dominio de_l mondo. Né si può affermare che le co·nse.guen– ze pratiche deHe teorie razziste e to– talitarie ela,bo-rate da Hitler fossero il frutto di una mente malata. Esse altro non furono se non la d·eri,vante :logi,ca di quel progressivo ,decadimento dei valori tradizionali di dottrina e di pensiero che aveva preso avvio con l'a-ffe-rmarsi in Europa e nel mondo delle dourine razionaliste daHe quali erano derivate, in filoni ,paraHeli, liheralismo, marxi– smo e vitaHsmo irrazionale che furono e sono i pro:ta,goni,sti del dramma sto• rico che ancora sconvo•lge il mO'Ildo: Tutti vedevano re·alizza.rsi progressi– vamente i suoi pi,a,ni, ma nessuno cre• deva C'he giun•gesse alle estreme con– seguenz•e. Tutti pensavano C'he la sua marcia si sarebbe arrestata per esauri– mento, non pochi pensavano di sfrutta– re la sua aziO'Il,eper conseguire ohbiet– tivi particolari di potenza. Tale calco-lo avevano fatto Lenin, Trotzki prima e Stalin ,do,po. I primi, sin -dal 1920 avevano spianato la strada al risorgente •nazionalismo ted·esco, per• mettendo •C'hei ,quadri -segreti ,dell'eser-· cito germanico si addestrassero in Rus– sia, permettendo che ·i brevetti tedeschi di nuo•ve aTmi si realizzassero nelle of– ficine .russe e che le stesse venissero sperimentate nei poligoni dell'Armata Rossa. Vi sono documenti ufficiali nazisti che ·dimostrano in mo-do inequivoca 1 bile che la Germania, non appena denunciò le clausole restrittive sul riarmo poste dal trattato di Versailles, fu in grado di schierare una imponente forza di urto esclusivamente in virtù deH'aiuto se– greto .che la Russia aveva ad essa for– ni,to per lunghi anni. Stalin acceHerò l'aiscesa ,al potere di Hi,tler imponendo ai comunisti te– deschi che le loro forze si sommasse– ro ·a· quelle naziste nell'as,sa-lto alle isti– tuzioni democratiche ·di Weimar, in una lotta ad oltranza cont-ro i social-demo– cratici ·ed i cattolici del « Zent,rum >>. Egli pensava che dalla radicalizzazione deMa lotta po'li•tica i1n ,Germania, se– condo i classici schemi del marxismo, non pQteva che derivare la vittoria dei . • I . co,mun1st1. • Tali manovre costarono alla Russia 16 milioni di mo11ti ed insieme distru• zioni. Inglesi ·e francesi, volta a volta, pensa– vano di sfruttare 1a carta tedesca, la carta Hitleriana, a vantaggio della lo– ro politica di prestigio; le conseguenze di tale po'1itica sono note. Hitler non era pazzo, e sopratutto non veniva considerato pazzo. Tutti sa– pevano que-llo -c'he avveniva in Germa– nia: gli elbrei perseguitati, gli •opposi– tori liquidati fisicamente, le industri<! impegnat•e a pieno ritmo nella produ– zione bellica. La "Germania e,ra come sotto una cam– pana di vet,ro, le pubblicazioni ufficia– li del regime, i ·discorsi dei suoi capi, parlavano un lingua-ggio che non am– metteva int•erpretazio:ni. Eppure ca,pi di governo dell',oriente e dell'occidente, uomini in.fluenti di tutto il mondo mostrav-ano di ignorare tll!tto questo, la Germania ed i,l suo go– verno veniva considerata alla stregua degli altri governi, con esso si trattava secondo gli sohemi :tra•diziona.Ji della diplomazia, quanto accadeva· entro i confini, il modo di wffrnntare i proble– mi di politi,ca estera v•eniv-anò tollerati ed accettati. Poi l,e cose andarono in modo div-erso da come si spe~ava che andassero. Fu la guerra, e tutti levarono grida di indi- l'ordine civile gnazione e di meraviglia : é •nessuno aveva pensato che la guerra altro non poteva essere che la logica conclusio– ne delila politica :hitleriana, la guerra che sino al settembre del 1939 tutti avev-ano considerato non solo impro•ba– bile ma impossi 1 bi:le. Ed allora si scoprì che Hitler, forse, era un pazzo, che la ,sua opera era .frut– to -di commercio con H demonio. Noi non crediamo ai ricorsi -storici come legge universale ,che guida il moto. della storia, n:i.anon escludiamo che de– te11minati even<ti possano ripetersi sia pure in forma e dimensione differenti. VocC'i,dente ed il mondo conoscono la realtà dèlila Russia. La conoscono per testimonianza ·diretta, pe•r esperienza di - azione pol,i:tica, attrav-erso i testi fon– damentali della tattica e deHa strate– gia comunista. U mondo e l'occidente sanno che co– sa vuole la Russia, i suoi capi non ne fanno mistero, come Hitler non facev-a mistero di quali fossero i suoi o·hhiet– tivi. · Eppure, come fu per Hitler, il mon– do e l'occi,dente mostrano di non cre– dere che la Russia· ed i suoi capi pun– tano al conseguimento degli ()lbbiettivi finali che essi ,si propongono. Si cerca· iii. compromesso, i suoi go– vernanti vengono trattati alla stregua di capi liberamente eletti dal popolo, il loro modo di affronrtare i problemi di politica estera viène tollerato ed accet– tato. A,l te:rimine di ogni con{erenza in– tel'IUazionale, còme Hitler, i capi del K~emlino proclamano alto che essi de– siderano la pace, ·che altro non chie– dono che vivere in pace con i paesi che hanno struttura politica ed economica diversa da quella -della Russia: i capi dell'occidente e del mondo non comu– nista prestano orecchio .compiaciuto a tale dichiarà'zione. Abbiamo ti-more che se tutto questo dovesse ·continuare l'unico augurio va– li-do per noi e ,per i nostri figli sarà ·quello di poter un gio,rno visionare una altra serie di documenti in cui si par– lerà di un altro « dittatore folle » da affiancare ad Ado·H Hitler, L'Occidente, l'America e l'Europa Gli orientamenti programniatici del 1958 aventi per scopo la costituzione di una vasta Zo,na di Lv&ero Scambio fra i sei P.aesi del MEC e gli altri Il del– l'OECE erano, come poi è stato con– fermato dai fatti, vizvati all'origine: ed il germe permanente di questo non pre– cario dissidio trovava il proprio alveolo di dif,fusione nel '« crvt·el'io dehla reci– procità ». Esso, iniatti era s,tato spaval– damente accantonato nella formula del– le proposte inglesi, che, per bocca del Ministro Maudl·irog, si ostinavano a so– stenere, contro l'interesse dei membri di Giacinto Gindre del MEC, la differenziazione· delle ta– riffe imperiali, il criterio della unani– mità nelle decisioni e l'esclusione del settore agricolo dal ciroolo d,ell':~nte– grazione. Se a quest,a non armonizza– bile impostazione, si aggiunge la « ge– losia» dei Paesi della Piccola Europa a tutela ,dell'organismo da essi voJuto e creato, sulla scorta del precedente espe– rimento della. CECA, è facvle compren– dere il perché del fallimento delle trat– tative. Oggi meglio possono essere com– prese le riserve di quanti tenacemente sostenevano la necessità di tenersi al
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