l’ordine civile - anno II - n. 18 - 15 settembre 1960
bi· l'ordine civile direz-ione dell'-impresa - nella quale la– vora. Tale autorizzazione non viene ac– cordaÌa quasi mai in quanto gli inte– ressi, veri o presùnti, della produzione vengono sistematicamente anteposti al– le aspirazfoni degli operai. Quando un operaio ritiene di pot.e– re miglio·rare la propria posizione, tra– sferendosi • altrove, viene regolarmente sottoposto a un procedimento di "dis– suasione". I responsabili della direzio– ne e del sindacato lo convocano e ten– tano di convincer.lo a rinunciare all'in– tenzione di cambiare stabilimento. Se l'operaio persiste, viene fatto oggetto tf,i persecuzioni, di degradazioni che risul– tano poi sul suo libretto di lavoro, o viene addi-,,ittura licenziato :in tronco, nel • qual caso si vede sbarrate tutte le porte. L'unica speranza.è rappresentata allora dalle picco,le aziende private, che peraltro diminuiscono costanteménte di numero sotto la pressio.ne del regime e che, date le condizioni pro.ibitive in cui operano, pagano salari infer,iori a quel- - li statali. Tanto per fare un esempio concre– to, citiamo quellò di un operaio che .. non avendo la possibilità di mettere a profitto le proprie capacità professio~ nali là dove lavorava, diede il prescrit– to periodo di preavviso, fu im~ediata– inente perseguitato e, esasperato, di– chiarò che non avrel1be tollerato che il suo avanzamento professionale fosse "bloccato da una cricca del partito". Non lo avesse mai fatto: il suo "com– portamento insultante" gli valse una denuncia per ",incitamento al boicottw!{– gio". Da allora non è stato più in grado di trovare lavo·ro. _INTERPRETAZIONI. Il diitatorè folle Viene proiettata nelle sale cinema– tografiche italiane una se.rie di docu– mentari tedeschi sul nazismo· raccolti - sotto il titolo di cc Mein Kampf ». I noleggia-tori ita/1.1.ani_ hanno sosti– tuito il titofo originario con quello de << Il dittatore folle ». Noi non crediamo che il titolo ita– liano sia stato scelto solamente in base a criteri commerciali di pubblicità, e riteniamo che chi ha pensato . a quel titolo sia stato i-nifluenzato in misura notevole anche dall'acquisito -convinci– mento che la follia debba consi,derarsi la caratteristica dominante nella perso– nalità di Adolf Hitler. Tale giudizio in-torno alla personalità di Hitler si •formò nella coscienza del– l'uomo .comune sin da'll'indomani della fi.ne del,la guerra, e trovò con.ferma ed avallo nel giudizio di uomini autore– voli die lo comhatterono e di uom1m che con lui collaborarono nel ;quadro dell'alleanza naziJfascista. Ma ta.fo ~iudizio, comprensihile se espresso dalil'uomo della strada, por– tato a considerare i fatti storici nreva– -lentemente sul metro della loro e~terio– rità e della loro dimensione in larghez– za, non può ess.ere accettato quando vie, pag. 13 Olivetti Studio 44 i ! è la macchina per lo studio prof et?Bionale per il piccolo ufficio per il minore lavoro· • del grande ufficio. Prezzo lire 72,000 + 1.0.E compresa la valigetta olivetti ne formulato da uomini portati per VO•. cazione o per mestiere ad àpprofondire i termini reali dei fatti storici; non può •essere_accettato quando viene for– mulato da uomini che hanno avuto mo– do, in veste di avversari o di alleati, di seguire da vicin.o i'l nascere e l'affermar– si del nazional-socialismo in Germania. , Ed a proposito di questi ultimi sarà bene anche ,dire che non è accettabi'1e il loro giudizio semplificativo, in ·quanto dietro ad esso è facile nascondere, agli uni, tutta una serie di .gravissimi erro– ri di valutazione sull'uomo e sul suo movimento; agli altri il peso di corre– sponsa 1 bilità che, prescindendo da quel giudizio, non troverebbe nessuna vali– da giustificazione sul piano de'lla sto– ria. .Perché, a nostro giudizio, niente au– torizza affermare che H-it,ler fosse pazzo. Può essere che la follia - intesa co– me incapacità ,di eomprendere ·ed inter– pretare la realtà delle cose ohe lò cir– condavano - l'abbia toccato il giorno in cui il peso ,delle arma te alleate si è ahbaUuto nel cuore della Germania. Ma è certo che Hitler non era pazzo quando nel 19.23 aveva colto ·con ecce– ziona-le esattezza quali fossero le de– bolezze costituzionali della repuhblica di Weimar, ed aNeva intuito che I-e ~tesse non avrebbero potuto reggere al sistemati,co assalto d~ una forza poH– tica sovversiva organizzata. Quando aveva intuito, con altri tede– schi, che lo spiril-o e la forma del trat– tato di Versailles rappresentavano il muro contro il quale a:v:rehbero cozzato tutti i tentativi di, informare allo spi– rito democratico iJ: popo.fo tedesco. Quando aveva intuito fe possibilità che offrivano ad ·una Germa·nia uni– ficata entro gli schemi nazional-sociali le divisioni, i rancori e le di-fferenze che il trattato ,di Versailles avevano se– minato fra· gli alleati; e le divisioni che l'atte-ggiamento nei confronti de'llo stes– so avevano detevminato aH'interno dello schieramento dei partiti demoeratici te– deschi. Non era folle Hit 1 ler quando rius-ci– va, con tetnpism.o e. tena,cia ecce-zionali, negli anni d-a1'1-927 al l930, a trasfor– mare -Io· sp.a :ru.to movimento' nazista del 192·3 nel più forte partito della Ger– mania, con 1-'appo·ggio •contemporaneo dei grandi industriali e del'1e classi me– die ed OP'eraie tedesche. E l'elencazione dei .fatti provanti co– me Hitler agisse con assoluta lucidità e freddo reailismo pòtrebhe continuare. Nel 1932 riuscì a giocare contempo– raneamente Hindemburg, i generali della Refohswer, i naziona·l-conservato– ri di Hugen'~g, i reazionari agrari di
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