l’ordine civile - anno II - n. 18 - 15 settembre 1960

pag. 12 combattuto assieme contro Napoleone. Perchè - si è ·chiesto il ministro - oggi non si potrehbe r.ichieder.e -qual-e.osa. di simile? E' probabile che il mutamento, di rot– ta ·nei confronti della Spagna di Franco sia stato sug.gerito agli ,inglesi -anche da ragioni di carattere economico, ma è indubitab•ile chi:! molte cose sono cam– biate in questo dopoguerra ,riguardo an– che al concetto -di democrazia sul suolo britannico, perchè se è vero che il 1par~ lamento inglese è sempre lo stesso, in seno al Commonwealth esistono gli Nkrumah, i Verwoerde, la dittat·ura mi– litare del Pakistan, l'oligarchia malese e così via. DIBATTITI La parilà salariale Le trattative si.ndaeali si sono con-elu– se alla metà dello scol"so mese di luglio, a Milano, tra rappresentanti dell'indu– stria e dei lavoratori con la firma di un accordo di principio che trove'i·à pratica attuazfone nei prossimi mesi. In base a ta1e aècordo non d sa.ranno più, •tra le categorie operaie, le distin– zioni salairiali tra uomini e donne : le attuall,i cllll'SSidi manovale, operai•o co– mune, operaio qualificato e operaio spe– cializzato per gli uominoi, ·e I, Il, JrLIca– tegoria per le donne, vengono aholjt{?: si cost,ituisce un'uni•ca 11:raduatoria di otto classi ili cui criteri-o di appartenen– za è costituito u:nicame.nte dal tipo di Lavoro svolto. Il salario, ad esempio, per la III classe è cento: tale salai:io compete a chi appartiene a 1 qu~lla •classe, sia uo• mo o donna. E la realtà economica è questa : 1) vi sono lav·ori, anche manuali. ohe per le caratteristiche tipiche del temperamento femminile ,sono più adat– ti alle donne ed in concreto le donne li svol,gono m•ee:lio sia, da1l'aspetto quali– tatiV'o s-ia da~raspeUo del rendimento. Per questi lavori H pro'1Aema deHa pa– rità salairi•ale non si pone {9 si pone i'n termini diversi) perché nelle industrie oggi non ci sarann.o uomini e donne a fare lavori, ma· logicamen,ie solo donne. 2) vi so.no lavori', specÌlalmente di semplice applfoazione .a macchine uten– sili, o a macchine semiautomatiche, per i quali non si nota una grande differen– za tra 1 J'i.mpiego di un uomo e l'impiego di una .donna. La scelta t.ra l'uomo o la donna. veniva fatta un po' .a lume ·di naso in ib_asealle disponibilità di mano d'o•pera del moment,o e un po' in virtù del mino,r ,costo . della mano d'opera femminile .. . A quest_o punto però dohbiamo fare una considerazfone di fèm,do : -se 11er la operaia che oercepisee i'f salario, la di,f– ferenza tra Ja propriia •busta e quella del' proprio colMeii:auomo è -data, rfino ad' 011;,gi,daHa differenza esistente tra la. paga or~ria pe,r. donne e per uomini stahilita !Jal. con):ratto di lavoro, non eguale. è la. differenz-a dd costo della manodopera ma·sc'hile e femminile a ca- iico de1Ì'imprésa-: • Infatti la legge -sulla protezione del lavoro della donna e le leggi sulla pro– tezione delle lavoratriéi madri creano dei vincoli nell'impiego della manodo– pera femminile, v-in-co1iche si risollvo– no in un mag-gio,r oneI'e :· basti pensare che la d·onna non può ·essere impiegata nelle lavorazfoni a turno, né •in lavori notturni. Ora non rari sono i caisi-specie nelle medie e pfocoile indu.strie in cui l'impresa ilavora otto o ,dieci mesi nor• malmente, e poi arrivàno quei due o tre mesi in cui necessita una m8'ggiore produzione : per il che si lav,ora a tur– ni e anche di not>te. La legge iinpedisce di impiegare 'le donne ehe ci sono per– ché non possono turnare né lavorare di notte : bisogna perciò assumere, degli uomini, provvisoriamente : ili che rap– pre'senta un onere ,perché questi non so– no pratici ·e bisogna peI'der tempo per insegnar-e loro: inoltre le donne ~ià in organico v-engono impiegate in altri la– vori o mantenute in orari-o giornaliero, con spreco di ore la·vorative ed a[,tro maii:gioTe onF: e. Non pa .iamo deilila lavoratrice ma– dre : e~sa ha il dirii:Uo di assentusi dal po·sto di lavoro a partire da tre mesi prima della maternità fino· al compi– menta di un anno di -età del bimbo nato: ossia l'impresa deve conservare un posto in organico per un anno e tre mesi •senza che ne·ssuno lo O'ccupi, •o se lo fa occupare deve esseI'e una provv·iso– ria per un tempo incerto, perché è ne-I pratico d-iriuo dell'assente di rientrare quando, vo-~lia a part<ire dall terzo mese dalla nascita deil bambino. Senza conta. re che anc·he durante j primi .sei mesi di gestazione, la presenza ,della lav·oraitri– ce ,sarà .più forma,le eh.e altro e nessuno può nemmeno preten;dere e-he -sia di– verso, E Sf'; noi. caso non ra.ro, ·prima che . il primo bam 1 bino compia un anno, la lavoratrice ne attendesse un altro? la -assenza po,trehibe protrarsi per anni e l'azienda restere'bbe sempre con un pQ– sto scopeI'to. • La freièruenza di assenze generiiohe tra il personafo femminae è assai più al– t-a 'èlie .tra quelllo mMchile. Un· repÌITto . di 100. o,perai uom~ni avrà nell'anno nna media di assenti ehe non supererà l!'li otto, al massimo ;10._ In un r~puto di 100 -donòe non saranno rari i casi di 20-25 assenti. Né vogl'iamo ,dire che le previdenze di ,leiirii:estabilite a fav0'11e,del,le la-vora– trici in ·g.eneire e -delle· lavoratrici ma– dri in specie, siano ec,cessive e ingiuste : anzi riteniamo che siano assolutamente inade~ate: ba·sti pen'S·are aJII'asstÌrd•o di obbligare una gestante a -lavorare nei •primi due o .tre mesi di gravidanza quando in genere più acuti sono i di– stuiibi. Semmai diTemo, così di sfug,gita, che la necessità di tali leggi st•a come pro– va Ia.moa.nte .a testimoniall'e ehe il di– scorso della parità dei sessi va ·faÙo con una certa cautela ,e che, co•sì •come la Co'Stituzione, nemmeno· gli -aceordi sin– daca-I{ hanno i poteri miracolosi •di a:l• terare la natura ,d-eHe cose. • Ma tuttQ'Ciò non ci interéssa ora: vo- l'ordine civile gli,amo solo ,dire ·che •quando !~impresa calcola iii costo della manodopera fern. minile, al salario ed ai consueti one– ri deve aggiungere gli al1Jri oneri rela– tivi a tutti quegli elementi di cui ab– biamo discorso sopra. • Fino a,d oggi la somma complessiva degli oneri pòtev,a dare, per la manodo– pern femminille, un co<stò,lievemente in– feriore a que<Ho della manodopera ma> schi.Je : ma ora che iii salario sa•rà in pa– rità, indu1bbiamente la manodopera fommiµile costerà •di più. Ecco la ra– gione della perplessità di certi ambien– ti ·operai. Cosa •aiccaidràinfatti? Non credi~mo che, a•lmeno nell'at– tuale faV'orevolle congiuntura, si veri– fichino eonsistenti Hcenmamenti di per– sonale femminifo per -sosti1tuirlo con per– sonale maschile, ma indubbiamente si veiilfiicherà una maggiore diffic-oltà a reperire nuovi posti di la·voro ,per le donne e ciò anche .tenendo e~nto de'l fatto ,che oggi la massa più .rilevante -di di'S•occupa<ti è costituita ,da elementi pri. vi di pI'eparazione professionale e che può ·quindi ·e.ssere impiegata nelle làvo– razioni'·ove si richiede manodo·pera qua– lifi,cata. ·Sarà cioè più faeile domani trovare un uomo c'he faccia lavori un tempo af– fidati atlle donne: almen-0 fino a quan– do fa disoccupaz-ione sarà un faHo r,He– van<t-enella no·stra econom'.Ìa. GERMANIA ORIENTALE Le condizioni dei lavoratori • Gli operai della Germania orientale - rileva l'agenzia ,«Euro» - privi c-0- me sono praticamente di ·una tutela s~n– dacale, sono del tutto impotenti nei ri– f:Uardi delle direzioni delle imprese e .di tutti gli organismi istituiti dal regi– me che teoricamente dovrebbero rap– presentare i loro -interessi, ma in prati– ca non fanno che eseguire le di·rettive del Partito. Quanto sopra è perfettamente noto. Meno nota è la circostanza che gli ope– rai, ritenentisi vittime di un~ingiustizia non dispongono di un'istanza alla qua– le appellarsi e non possono abbando– na.rP.· il proprio posto di lavoro. Come i servi della gleba, nel Medio Evo, -non potevano abbandonar~ le ter– re loro affidate, così gli operai nella . Germania orientale, come -anche in tut– ti {{-lià.ltri Paesi comunisti, sia pure con - modalità -diverse, sano incatenati alle loro ,fabbriche. Già la lep;islazione, che pure negli Stati comunisti funge spesso da cortina fumogena della realtà, proibisce alle imprese di Stato di assumere operai nrovenienti da a.Ìtre imprese di Stato. Ora, neill'economia statalizzata della Cermania orientale, ,quasi tutti i posti di lavoro appartengono a imprese na– zionalizzate, per cui la suddetta aispo– sizione ,di .legge in pratica ha una por~ tata generale. Un operaio che voglia la– sciare i.l lavoro per assumerne un altro dev·e ottenere un~autorizzazione àalla

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