l'ordine civile - anno II - n. 17 - 1 settembre 1960
l'ordine civile mentare-govennatvva :è cosa ta-nto chiara e risaputa che sarebbe superfluo e, fo•r– se,_di ·cattivo gus,to • insistere su noiose tesi dimostratvve. • • • Torniamo, perciò, ahl'on. F'aiT1Jfani ed ai suoi facili e vaghi ceroni sulla politi– ca economica che intende attuare. Fra l'altro, il Presi.dente del Consiglio, do– po ,aver riaffe,rmato "tradizionalmente" che .bisogna elevare ,il tenore -medio di vita italiano, r.idunre i persisteroti squi– libri nella distribuzione del reddito, ri– solvere l'angoscioso ·problema della di– soccupazione, aggiunse che « per far ciò dovremmo realizzare una politica onga– nica di s-vilwppo della ,nostra economia. · Questa politica di sviluppo rap 1 presenta un punto f o,,rxl;amentale e non rinu·n:cia– bile dèl nostro ,programma. Essa si af• fiancherà ad una sana politica finanzia. ria 'per la d~/esa della stab;ilità -moneta– ria". Po.i, sull'oroda deUe ,affermazioni meno umili e più i,wpegnative non in– dugiò ad esptimere ias~fuurazùmi che appaiono almeno ana'Croroistiche se col– legate alle· p,re.messe ed alle prospeUive che hanno 'Consentito iall'on. Faro/ani di ten;tare il 'SUO terzo espe;nimento •p,re– sidenziale. "Ricor,rendo alle indagini che il CNEL sta svolgerodo -:- egli disse -,-- e procedendo agli incontri triangolari proposti dalla CISL, ,p.rendendo le mos– se dallo schema decennale lasciatooi dal campianto amico Ezio Vanoni e tenen– do conto di tutte le_cause .di ordine in– ter.no ed esterno che redamano consa– pevoli aggio•r,namenti, .metteremo a pun– to obiettivi e ·'Strumenti iper una mo> derna e democratioa i.politica di svilup• po nazfo.nale e ,regionale. "Ad essa parteciperà •l'iniziatvva ipri– vata con tuUe le sue possib:ilità.e capa– cità nel r.ispetto irotegrale.dei doveri so– ciali e fiscali inco,mberoti ,ad ogni ope– ratore ecl)nomico. E ilo Stato provvederà alle infrastruttwre necessarie, ·all'adozio– ne d'incentivi ·diretti ,ed indiretti, ad un 'az.io ,ne ·econo·mica diretta - senza ingiustvfical!i privilegi - nelle z,one ter– rvtor.wli in cui ,l'.iniziativa 'privata è ine– sistente o insufficiente e nei settori eco– nomici in cui dovrà impedire la forma– zio.ne di p(!'sizioni ·mono,polistiche". Come è facvle controllare s,i tratta di usuali luoghi camuni che dicono tutto ed aJppunto perciò ,rischiano di non ri– solve-re gran che: e c'è da ag.giungere che appunto per questa caratterist-ica pseudo~valerote essi possono •co.mpatire nelle programmazioni di go:verni di qualsiasi ten:.de,nza e colore. Resta, for– se, in ipiedi un dato /pasitimo, che è quello della buona fede, della serietà degli intenti, della schietta· volontà di fare qualcosa. Occorreva, però, rworrere a qualche ·coraggiòso 'rilievo realisti•co, a mezzo del quale si fosse almeno accen– nato, soUo forma di auspivio, d'incita– mento o di ,nobilissima e respowsabile 'iniziativa, alla imJprorogabile necessità • <!i ottenere al ,più •presto un ,pos,itivo chi·ar.imento i.politico, capace di superare in terimini efoquenti - e cost•ruttivi il suc– cedersi nebuloso dèlle recenti fasi del– l'in:vo_luzione pwrtitovraf!ÌCa. Ma quarodo, ,nei testi' ·tlei discors.i e de.Ne dichiarazioni del'-attuale classe di– rigente, ci sarà concesso il p'rwilegio di leggere qualche parola •sincera, nuova; originalmente verace, ohe spezzi, ,una volta per tutte, i-l cerchio dell'omertà ab_itudinaria e della tradizionale men– zogna demagogica ,nei cui confini ogni inteUigenza s'appanna, ogni buona vo– lontà si inaridisce ed ogni giusta intui– z1,o,Ì~ immediatamente si scolora? A chi ipuò sembrn·re coere,nte par.lare di valvdi e meditati 1progrommi di svi– lwppo econamico e sociale senza tener conto delle· fratture e lesion:i ,palesi che irocr.inano tutt,a 1'-impalcaf!ura della po– litica ufficiale? Sei· anni addietro l'obiettivo dello svilwppò economico fu ·oggetto ,di un accurato es-ame preliminare da parte de~l'on. Vanoni e dei suoi più vicini collaboratori prima che lo " schema de– cennale" fosse presentato al Parlamen– to. A quell'epoca, la situazione politica italian·a si presentavà più stabile, -meno soHOlpo•stacioè aU'insiJdia delle tervden– ze ape.rturlstiche e delle oonseguenti cri– si "à cascata". A,nche se lo schema ap• parvva, per ta 1 luni particolari -aspetti, astratto, vivii;ficato, quinili, da una sem.– pli:ce co,nvergenza selettiva di elemen– tari ed idealistiiche premesse, che ne avrebbero alterato, -in seguito ed ineso– rnbilmènte, le caratteristiche ed ,il rit– mo, esso ebb:e il pregio di individuare o,rganicameT/Jte i •pilastr.i dell'-eventuale svi-lwppo economioo italiano. Si trattò di i-nf!uire e di valut·are, prvma in •senso autonamo e 'pai ·CO.m)plementare, l',im– partanza idi alcuni f orodamentali ele– menti dell'economia del ,nostro Paese: l'occupazione, gli investimenti, la bi– lanci-a dei pagamenti ed :il divai,io eco– nomico esùterote ,fm Nord e Sud della penisola. Og,nuno di t·ali temi ,meriterebbe uT1Ja aooguata dis.amina •critica e prospettica, proprio perchè essi costituiscono ,real– mente il ,quadrilatero ,di partenza sul qùale ,impostare una faf!t•iva e concreta politica ,di svilwppo economico. Ce ne occuperemo in seguito in modo' che, •anche attraverso l'a•nalisi critvca e dia– lettica, il nos-tJro,pensiero possa essere estlurienteme-nte espasto. Hisog,na co,nsiderare, •però, in via an– tic.ipata, che la ·bontà e l'efficienza della politioo economica ;,,on st~ nell'erounci~– re, nel ,ripetere, •riel rispo.lverare ogni qual volta f à comado i oapisaldi del– l'eco•nomia italiana, bènsì • unicame,nte nell'impegno di adattarli gradualmente - ,i,mmimi dai rapporti di velooità in– ventati dalfo sug.gestione demagogica· - alla •reti,Ze situazione ecoiw-mica e •poli– tica del Paese, senza peraltro pende-re di vista le inevitabili interiferenie p.roiet– tate nella nosira organizzazione nazio– nale JaUa situa'ziio.nedei rapiporti esteri. In ·realtà, il vero tallone d'·achille del Piano decennale •che po•rta il no•me di Vanoni era e rimane l'assenza di sostan– ziali previsioni cor'ret.tiiv•ein relazione ai mutamenti che di lì a poco si sareb– be.ro verificati sulla scena econo,mico– po.litica europea e 1 mondiak: cioè, feno. pag. 13 meni emerge:nti ,co,mela. recessione ame– ricana; diplomatici come la istituz-ione del Mercato co,mune europeo; tecnici came la ·iiuo,va disdplina ,della politica • valutaria italvana ed· eurapea; occasio– n·ali e sfJrntegiòi come ,il ip•e:ggioramento delle relaziani internaz.fonali f-m i due blocchi occidentale ed orientale; ed in– fine ,psicologici co,me la effettiva e prè– ventivabile r-eaziio.nedei soggetti attivi del reddito' nazionale nei confronti del– l'utilizz,azione deNe quote d'incremento pro-capite ,del red!dito ,stesso. Sfasamenti del gener-e non bastano, d'altra parte, a far pro,roun<Ciare severa condanna per questo o per quel piano e tanto meno per lo schema umilmente ma troppo idealistfoamente i,oluto .dal– l' on. Vanoni : essi piuttosto continuano a,d ammoni•rci :in ;merito al modesto. e discutibile valo.re 'dei piani in generale, specialmente ladJdove capita clie essi prendano .fe mo·sse da ipo•tesi affette da manifesta re.fotvvità ed incompletezza. GZi ,elementi ,presi in cons.iderazione dallo s·chema V a noni non si sono fusi in un felice punto d'incontro roè potevano, data l'o,vvietà di alcune premesse, tro– vare un armonico svolgimento. Nel 1959, ,il governo Segni sentì il davere di puntualizz·are tale situazione ,e di sug– gerfre l'o,ppo,rl!unità 1d;i-alcune riconsi– derazioni del Piano ,stesso. Ma, salva la validità della responsabile ammissione, si trattò solo di un accenno modesta– mente ed incompiaiamente criti•co e non di una convincente ri-carosideraziionerea– listJica, capace di riportare il ,Piano sul– la via della migliore i.doneità. Pertanto, anohe il recente richiamo, fatto dai nosiri ,u,o,mini di go,v,erno, allo svhema ,decennale "lasciato ,clal co,m– pianto onorevole Vanoni" va interpre– tato più came un ami•chevole omaggio reso alla ,memoria 1dell'uomo politico sco,wp:arso che co,me wna seria e prop-i– zia ,r.i-consiJderazione·del Suo piano. La più •i>do-nea manvf e stazione di rispetto e di onoranza ,nei corofrontJidell'aspi-razio– ne di •rinno,vamen·to econo,mico e sociale espressa dall'on. Vanoni ·consisterebbe nella responsabile formulazione di una critica ,freMa ed acuta dei presupposti del P,iano, non tanto per ,demo1ire la ìs,pirazione e gU obiettvvi quanto per mettere in luce la serietà ·del dissidio e~iste,nte fra i concetti Idi occupazione ,! di invest!imenti, quafora ques,ti siano - come appunto capita nello schema _:_ .tr.ib, ut·aridel ·rigido dualismo fra ri– spanmio e co.nsumo e dell'vrrevenibile ruolo che ad essi ,compete nel corso del nO!stroatf!uale sistema economico. La politica di wilup,po non può esse– re quindi p·reconizz,ata dagli improvvi– sati programmi dei • gove.nvi, che per di più, ai giorni nostri, estraggono le loro polivalenti f o,rmule dalla miscellanea ideologica e daUa co-rofwsionedi indiriz– zo che purtroippo li qualvfica; non de– ve po,ggiare .ciecamente sull'assurda at– tendibilità dei piani, che, come è stato già deuo, oltre che essere discutibili se riguar.dati attrave,rso la specola delle fa. cili premesse, sono spesso di ,improba-
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