l’ordine civile - anno II - n. 15-16 - agosto 1960
''Ci saran.no Se c'è una parola di •cui il nostro tempo ne ha impa.rato l'uso e l'abuso, •quella ,parola è «'libertà >>. Da ogni parte essa viene invocata e ogni uomo ac,cusa qualcuno -di violare questo inalienabile ,diritto umano, o tutt'a,l più di -concedere una .falsa libertà. Ma che cos'è questa « libertà >>? -.' Sanno, tutti -coloro che ne parlano, e dove affondi le sue radici? ,cosa essa realmente sia L'accusa che muovono ai governanti di concedere, nella migliore ,delle ipotesi, quafoosa di fittizio, è vera o falsa? Parliamo, in questo caso, della « libertà politica >>. Quando. a-c,cusiamo un ,governo o una particolare fo1-ma <li Stato ,di non concedere la libertà politica intendiamo diTe. che chi ·detiene il potere non estende ai governati l'uso , di determinati diritti politici, come il voto, la· libertà di riu– nione, ,di -critica o di stampà. Quindi la libertà ,politica altro non è che un sistema ,di garanzie per cui si lascia a tutti la possibilità ,di far trionfare e portare al potere la ,pr~pria idea. . L'uomo è. un essere· politicamente libero allorquando può, da governato diventare governante, ed è questo il sistema che trova la ,sua altalena dassica nella democrazia funzio- • nante. ·Chi governa si assume l'obbligo, e tale dovere ;rispetta realmente, •di non ledere quelli che vengono' 1-iconosciuti come diritti comuni a tutti gli uomini. Sa che governa ad una condizione. Sa, -che un gio,rno o l'altro, può ritornare nello stato di governato. ,Chi, ,come il marxismo, identifica la politica nell'econo– mia, non ·può riconoscere una libertà politica nel senso prima enunciato. ,., Senza entrare nel vivo de~ problema che investe i com• plicati rapporti -che intercor-rono tra l'ideologia marxista e il concetto che essa ha di libertà, diremo solamente che la li– bertà politica non si ha, per il comunismo, qualora sia con– sentito l'esercizio di determinati diritti, ma solo nel _caso che esista una parifì.cazione economi-ca. Solo il verificarsi di questa -condizione annulla la possi– bilità ·che vi siano sfruttatori e sfruttati e consente il passag– gio da una liber~à politica ,fittizia a una vera e sostanziale.' Se questo è diò che' noi -chiamiamo'« la libertà poli_tica JJ, esiste un'altra -libertà, quella che ·potremo ,dire cc giuri,dica >>. Il suo problema è il pro'blema di ciò che, in una deter– rnina ta società, è lecito o non è lecito. Posto ·come vero l'assunto classico che ,dove esiste una società esiste sempre un diritto, ne consegue che un qualsiasi agglomerato di. uomini deve, se vuole vivere in maniera o'rdi– nata, porre delle leggi e puni•re chi ,le viola. Senza entrare nemi;neno qui nel vivo del problema - un problema, del resto, su cui molto si discute ancora - che vorrebbe •chiarire i ra,pporti tra morale e diritto e stabi– lire quale sia la •Sfora,d'azione dell'una e dell'altro; diremo che la legge è nedessaria perché si possa vivere nel reciproco ri,spetto. Il potere che abbiamo visto porsi politicamente detta delle leggi in rapporto ai fini che si prefigge. Leggi che st~biliscono cosa l'uomo possa fare - senza in,correre in •sanziioni - nell'ambiente in cui vive. . « Non ,può :ruibare JJ; ma cc può -comprare ùna casa i>. Ecqo cos'è e dove si esaurisce la cc libertà giuridica,>>. Con queste due liberta a cui abbiamo dato il nome di « •politica >>e cc giuridica ll, termina quella •parte dell'attività umana -che agisce' nella sfera ,pratica. Si esaurisce, ·potremmo dire, la parte sociale dell'uomo, ma non ,l'uomo nella sua individualità. b10 In{atti, si parla spessò, ,di una « libertà •di pensiero >>. altri dolori,, Dicjamo ,subito che la dizione è un non-senso. Il pensiero non può essere -che libero. , Nessuna coazione fisica può mutare la logica del mio ragionamento. Nessuna costrizione umana può spegnere -nel pensatore il desiderio di andare alla ricer,ca della verità. Il fatto è èhe quando parliamo di una viòlazione alla libertà del ,pensiero intendiaimo ,dire solamente che quel pen– siero non ha la ,possibilità ,di rendersi manifesto, ,di essere portato a ·conoscenza -degli altri. Si ha una violazione, iDJsomma, -che è molto simile alla violazione di un diritto politico. . Detto questo, ·passiamo alla parte centrale e più difficile del nostro argomento. Alla cc libertà morale ll, senza la quale non esistano nem– meno le altre. E il problema della libertà morale si ricollega alla re– sponsabilità umana e alla ·concezione ,dell'uomo. Facciamo un ·esempio: se -l'uccidere o meno non dipende da me, ma dalle tare famigliari, o ,dall'ambiente in cui io ·sono cresciuto,. è ,chiaro ·che non posso essere incolpato -di ci-0 che faccio per colpa ,di altri. Se io credo in una •concezione deterministica dell'uomo non 'Posso •parlare di responsabilità •e libertà morale. L'uomo deve essere cc causa sui JJ, perohé si possa, al .con– trario, parlare -di « libertà morale >>. .Se -- tanto per ritornare alla -concezione materialisti-ca - l'uomo è fatto ,dal \Suo reddito e sarà ·portato ad essere un nemico del ·popolo, mano a mano -che la sua ricchezza aumen– terà, quell'uomo non si sentirà responsabile- di nulla. Crederà sempre - -come in realtà tutti i veri comunisti credono - in un odio e in una lotta fatale tra i vari gruppi sociali. Lotta che avrà fine solo con la eliminazione fisica_ degli uni e degli altri. Qualcuno si domanderà· -che cosa abbia voluto dimostrare questa lunga chia·cchierata. Solo questo: che se non esi,ste un uomo libe1·0 moral– mente non può esistere nemmeno un uomo libero politica– mente o giuridicamente. Non esiste nulla· se non il ,più cupo' fatalismo. E tutto ciò che gli uomini fanno è solo a,pparente. E' un fare che non è ,divenire. E' una. eterna stasi che può illudere di camminare solo gli ingenui. Come posso essere politicamente libero se la mia scelta dipende, ad esempio, dalla tonsistenza ,del mio reddito e non sono responsabile dell'azione del votare? .Si può obbiettare - sulla ,strada ·del Macchiavelli •- che l'azione ,del voto non investe problemi morali, ma solo politici. . Ciò però, è vero, sino a un eerto punto. Per-ché ogni umana azione; anche la più ·insignificante, crea un •raip.porto tra 'noi e noi stessi e ,dà vita a delle ;eazioni a catena, il -cui effetto, noi non possiamo nemmeno immaginare. Il fatto è che l'azione del voto si sviluppa su ·due oppo– ste dire_ttive. .Spieghiamoci an-cora con un •esempio : se io ,do ·il mio voto a una ideologia ,che ·predica l'amore tra gli uomini, ma nego la giusta mercede agli operai o odio il mio datore di lavoro, io annullo, nell'istante stesso in cui credo di ,darglÌ vita, queUa proiezione verso un mondo migliore e più giusto. Non ·po-sisopredicare l'amore se odio il fra'tello. Non posso credere in nessuna libertà se sono convinto ·che l'uomo ,è fatto dalle condizioni esterne. E' -la tragedia, Ja sanguinosa tragedia del nostro tempo. Ideologie magnifiche e uomini che si u-c-ei,dono. Società
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