l’ordine civile - anno II - n. 15-16 - agosto 1960
Necessità Domina ormai incontrastata e quasi ossessionante, nel pensiero politico ccmoderno ))' l'inebriante illusione naturalista che accompagnò storicamente il sorgere della filosofia razio– nalista; e costituisce forse la rngione prima che ha permesso a questa di insinuarsi ·così la,rgamente nel pensiero cattolico. II suo fascino sottile consiste nel risvegliare, nell'anima col– lettiva dell'umanità, U11 sentimento vero, :quale la nostalgia • subcosciente dell~Eden .,perduto. L'essenza dd suo errore con• siste nel misconoscere, se non pure rinnegare esplicitamente, la drammatica e triste realtà de'l ,peccato originale e delle sue conseguenze determinanti sulla nostra ,condizione umana. E mentre più limitato è stato, in altri ,campi, il ·dilagare di que– sta illusione, cosiochè ad esempio, il mito dell'Emile o que'llo di ·Paul et Virgine. sono ben lontani dall'aver· conquistato valore ,di assioma, nel campo della ,politica, essa si è offer.ta al'le menti con immediatezza di un mira-ggio, ed è riusèita a falsare l'opera di organizzazione della comunità sociale, indi– rizzandola su un •piano fittizio ed illusorio. Una falsa impostazione domina così tutta la no·stra vita politica. • Lo Stato che si e.ostruisce dal ba;;s.o come somma dei po– stulati ideologici dei singoli indiviidui; la pretesa molteplice possibilità e validità di scelta sui valori morali ( i quali hanno invece un solo possibile fondamento e tutt'altro che opinabile), e la richiesta del concorso di tutte le opinioni ne'lla determina– zione pratica, quando non pure teorica, ,della morale •della vita pubblica; la .pretesa ccmaturazione spontanea >>, cioè areligio– sa, degli uomini e dei popoli verso la civile convivenza paci– fica; l'esa'ltazione del progresso teonico come capace di pro– durre l'elevazÌone morale, la svalutazione della storia e l'as– sunzione, come perfetto e definitivo, dell'ordine attuale. Ma l'assenza dell'errore è il nU'lla, e ,il ,suo tradursi nella realtà non può avvenire che ,come ,compromesso, come balenio di un miraggio che corrompe là condizione giusta senza farla a,p·prodare a,d una nuova condizione. • E che significato ha il richi~marsi a un ècdiritto naturale», quando si è negata ad esso la \Sola ba§e che lo giustifichi e ne determini l'esistenza stessa, oltrechè la consistenza? L'astra– zione può portare alla conoscenza, alla ccscoperta i> di una legge già esi'ltente, ma non già a :crearne una nuova e confe– ri•rgli valore obbligante. Staccato dalla volontà del suo Au– tore il diritto' naturale_ diventa il diritto del più forte. L'illu: sione della uguaglianza di fronte a una legge che è soltanto fittizia, svanisce nel drammatico sviluppa,rsi ,delÌa lotta conti– nua tra le forze contrastanti. Tolto il fondamento dell'ordine, questo precipita verso il disordinè e il caos. Una malsana ansia di lilbertà naturali,stica è all'origine della cccrisi )) del mondo moderno, che è crisi di irregolarità sostanziale. La tanto conclamata libertà è veramente, ,nella concezione ,del pensiero ·politico •oggi ,dominante, la libertà (( dalla )) verita, il desiderio di rompere ogni legame col SO· • prannaturale. II falsò concetto di libertà politica è veramente ,il fulcro dell'equivoco mo,derno, il punto focale da cui partono e in cui convergono un'infinità di derivazioni perfettamente logiche nell'ambito dell'errore. Nella natura corrotta dal pec– cato originale, come la libertà religiosa diventa antireligio– sità, così la presunta libertà politica diventa opposizione ad ogni còstruzione politica dell'ordine; e si trasfo1·ma in do– minio della violenza lanciata alla conquista ·dell'in~briante miraggio. Pretendere di contrastare a questa, continuando ad esaltare la sua matrice è impresa contraddittoria e fallimen– tare; è intrinsecamente impossibile nella nostra condizione umana realizzare il ripudio ,della violenza proclamando il trionfo della libertà. Non ci sarà •mai ricordato ahbastailza _b cìb:e la nostra libertà è quella he si realizza con la adesione dell'ordine alla verità; e che ci è stata ricornquistata dall'amore di Dio al qua1e continuiamo a chiedere di liberarci dal male. E che di fronte ad essa ci è ,consentita soltanto la ,scelta di prendere o lasciare. Perchè nell'azione politica possa ristabilirsi il fonda– mento ,di quella verità che noi conosciamo senza possibilità di dubbio è necessario uscir fuori dalla morta gora del 'pen– siero politico moderno. E fuori altresì dal moralismo spicciolo e incondudente, che rifiuta .di riconoscere e di attac~are il male alla sua radice ; e rifiuta di riconoscere e ,propugnare della verità, tutte le inevitabili implicazioni pratich'e, che sono, nella vita pubblica e politica, altrettanto valide e im– perative che nella vita p~ivata dell'individuo. II fallimento di quésti ateistici principi politici, quale ogni giorno ·più. si delinea in tutta la sua evidenza, ripropone alle menti degli uomini la ricerca dei veri .principi della vita sociale e della azione politica che la organizza. E non è un fenomeno ,casuale né occasionale ohe, nel 1buio delle delusioni che il mondo della politica ci offre con impressionante cre– scendo di ritmo, sia andato aumentando, quasi in proporzione inversa, il •prestigio univ~rsale della Chiesa di Roma. Segno che quella ricerca si va rivolgendo verso la di1·ezione giusta; che s'incomincia vagamente,àd intuire C'he proprio la Chiesa cattolica poggia sui soli principi giusti e validi per la orga• nizzazione della comunità umana. Segno che si incomincia a sentire confusamente che, pur se ,divergono nei loro compiti, Chiesa e Stato devono 1,1ecessariamçnte coin'cidere nei loro Jl>rincipi. La storia ci insegna che, rifi'utata questa coincidenza, si arriva fatalmente alla lotta, più o menr ipocrita e ma– scherata, contro la Chiesa quale ccRegno » già in costruzione; e si arriva al fallimento dello Stato. Proprio quel fallimento che attualmente serpeggia nelle vene dei ccmo,de,rni » organi– smi politici del mondo. Se ,per la giustezza dello Stato ebraif!o Dio stesso doveva intervenire direttamente nella sua storia politica, il Cristo ci ha riconquistato la possibilità dell'azione po.litica giusta. Ma per esser.e -tale essa ,deve necessariamente passare per quella Via •ch'Egli è venuto a costituirsi; deve ac– cettare la sua Verità e il inagistero ch'Egli ne ha affidato alla Chiesa. II momento attuale segna forse l'ora storica di ripudiare la presuntuosa sapienza razionalistica come principio dell'or– ganizzazione ,politica; ,di respingere 1a inebriante illusione na– turalistica, volontaria falsiiffcazione operata dalla nostra, fan• tasia •per sod•disfare i 1postulati edonistici di un matèrialismo che già ci tiene schiavi e ci divora. E' tempo ormai di pren– dere atto ,della realtà effettiva della nostra ,condizione; è tem– po •di rivolgersi all'unica vera ragione su •cui. l'ordine civile trova un senso e una, non ·fittizia, giustificazione; e trova qui.udi anche la s1,1a stabilità. Esso postula, per essere va– lido, la sua verità' e la sua assenza integre e complete fin nella dimensione so·prannatµrale ·che ne costituisce la matrice. Nel riconoscimento e· nell'accettazione del vero ~fondamento _del– l'ordine sta .l'essenza e la ragione dell'or.dine nella vita umana in tutti i suoi aspetti. Anche e sopratutto nell'azione politica, s'.impegna di tradurre quell''ordine in ordinamenti concreti per la convivenza della comunità. Riconoscere l'esigenza dell'ordine nella sua effettiva verità deve· essere la indi,spen– sabile prenìes-sa di ogni azione politica. Occorre aver ·« fame ~ sete » di ,quella giustizia del Regno di iDio c 1 he ci è stata comandata in cima alle nostre aspirazioni, oltreché come pe,gno di beatitudine eterna, anche come disposizione neces- . saria per ricevere ed ottenere l'intervento ·provvidenziale che .completa l'armonica economia della esistenza temporale ,di un mondo destin·ato ad inserirsi nella etnnità. ANTONIO DE SANCTIS
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