l’ordine civile - anno II - n. 15-16 - agosto 1960

pag. 16 politica e, ·quel che è peggio, avet giovato alla pe,ggi;re causa dell'eversione dei valori morali e sociali. La di,sgregazione, in molte occasioni, può avere perfino un'_importanza prupulsiva, specialmente quando l'incrinatura dell'oggetto ·-considerato non è puntellabile con espedienti di emergenza. •Ma un fenomeno di scomposizione per non tra– sformarsi in distruttivo deve affidarsi a meditate, positive, serene soluzioni di ricambio. Ed è questo ,purtroppo -che è mancato e che maiica alla politica antimarxista in Italia. • C'·è, quindi, ·per o,gni autentico cittadino la necessità di scegliere responsabilmente : non più fra destra e sinistra; fra conservatorismo e progressismo; fra ,capitalismo o plutocrazia e materialismo storico o dialettico. La contrapposizione di questi termini costituis-ce ormai un ·pretesto •per alimentare l'enfasi opportunistica o,d utopistica dei demagoghi: è il ron– zinante che hanno inforcato, con boriosa ma vuota baldanza, i donchisciotte dell'apertura a sinistra. E qµ.est'a.pertura a sinistra, -che è, infine, l'inconfessato miraggio ,della -«convergenza democratica >>si dovrà pur rea– lizzare : -e sarà ·proprio - a simiglianza di un vero miraggio - la grande, ultima illusione della democrazia -cristiana. Que– sta apertura si farà, perché 1 è .ormai fatale che si -faccia : essa è diventàta un'ossessione, una infatuazione, un· capriccio: tut– te passioni esasperate, insopprimibili, lanciate a caso in un clima di dissoluzione, dall'istinto che tenta.di giusti•ficare o di resistere. Si farà, perché anche a chi va perdendosi, spett'a, per ironia della sorte, ancora un'illusiva giornata di vittoria e ,di ebbrezza, all'ombra ,de,ll'ambiguità ! Ecco, dunque, l'e·quivoco : la destra e la sinistra. Ecco l'incapacità: il centro, il cosiddetto -centro, che non sa sce– gliere, non sa seleziona~e, non sa deci,dere. Ec-co il risultato : la polverizzazione e la decadenza dell'antimarxismo attraver– so la retriva, inconsistente giustificazione dell'antifascismo. La sinistra storica - il.marxismo -.è salva sotto l'aspet– to della -continuità, della coerenza: sostiene unitariamente le sue tesi, alza al vento la bandiera sgargiante della propria ideologia utopistica; persegue un pro-gramma .di scardina~ mento classista di lungo respiro, basato ora sull'attesa psico– logica, ora sull'aggressione violenta dei principi trndizionali. Irride, con sprezzante superiorità tattica, all'inconsistenza programmatica dei propri avversari, seducendoli, poi, attra– verso l'illusoria minimizzazione del proprio oltranzismo. Lo slogan più abusato negli ambienti dell'intellettuali– smo 1 politico· e para:politico riJ~uarda l'affermazione « concet– tosa )) e « profetic-a >>secondo la ·quale ·« il mondo va decisa– mente a sinistra >>. Distinguiamo: storicamente esiste una sola, autentica si– nistra: il marxismo. Il che farebbe o•pinare che il mondo sta dive~tando marxista o diventerà marxista. Ma ammesso che ,la finzione letterale possa o debba es– sere accettata cosa ·può significare autenticamente « aridare a sinistra >>?Esprimere una politica di « raccorciamenti socia– li >>sempre più ·progressiva, ma saldamente ancorata all'ispi– razione cattolica, oppure indulgere, ·per ipotetiche manovre' di penetrazione elettorale, alla tattica « assorbente >> del marxismo? Ecco il •p"lmto nebuloso, anzi la nebulosa delle idee, nella . quale sparisce ogni interpretazione selettiva! Per cc andare a sinistra )J non vi dovrebbe essere hisogno di estrarre ,dal massimalismo marxista e dal sqcialismo-para– comunista le formule di -contemperamento. Questa attitudine . dei cc sinistri caùolici J) denuncia la povertà delle loro inizia– tive, la -sfì.ducia nella propria autonomia funzionale, l'insuffi– cienza della propria impostazione filosofico-sociale: e quel che è peggio può creare l'illusione, nella parte meno evoluta iblioeca obianco l'ordine civile dell'elettorato, -che il << segreto·>> della svolta sociale a sinistra appar~enga gelosamente ·ed incorruttibilmente all'apparato socialcomunista. Su questo piano inclinato, rivolto a sinistra, si agita, quindi, cc profeticamente >>{si tratta di autodeifìnizione !) la cosiddetta sinistra cattolica, la quale, in aggiunta, s'illude .«, messianicamente >>di strappare· al marxismo il socialismo nostrano. ·C'è da ag,giungere che parlare di destra, in chiave di mera tradizione o di reazione -conservatrice, non ha più senso ai nostri tempi. La destra, in campo economi-co e sociale, tende a coincidere con il e< centro >> •politico, fino a quando il e< centro >>conserva la sua validità antimarxista. Il e< centro >). se ,dotato di un •programma, se ancorato ad una fede, è i~ grado di assorbire la destra, perché entrambi riconoscono la preminenza del problema religioso e morale, la funzione del– la proprietà, il significato stimolante dell'iniziativa privata e della lihera economia di mercato ; soprattutto, perché il « centro )), in senso· antimarxista, supera ed addolcisce •le eventuali posizioni oltranziste ,della destra, costituendo un perno equilibratore nei confronti di :questa. La qualificazione a destra, sotto questo determinante pro,filo, può intimorire e scandalizzare soltanto ,i· teorici, ma è in grado di realizzare, al di fuori delle nebbie ideologi-che, concreti spostamenti a sinistra, se •per sinistra deve intendersi ,formalmente il mi– glioramento delle condizioni delle classi meno agiate e la ricerca ,di ;finalità armoniche e perequative nella complessa casistica dei rapporti sociali. Meglio sar~bbe dire fronte di centro-destra, in funzione· antimarxista, almeno fino a quando i partiti socialista e comunista continueranno a tenere in sog– gezione il problema religioso o morale ; a sostenere la neces– sità dello statalismo a,d oltranza; la polvérizzazione della pro– prietà; il di-S:prezzo verso la funzione del capitale; il soffo– camento dell'iniziativa privata; la sostituzione delle naturali e spontanee gerarchie economiche - selezionate dal << ri– schio >l come coefficiente discriminatore delle capacità im– prenditoriali - con le sovrastrutture burocratiche degli eco– nomisti di Stato. Per affermare, senza esitazioni ·e complessi, che il tenore di vita dei meno abbienti dev~ migliorare attraverso le prov– vi,denze di una legislazione competente' e .coraggiosa; che il sistema fiscale ha bisogno di trarre le sue. entrate special– mente dalle cc centrali ll della ric-chezza, non però .fino al pun– to di inaridirla ; che la proprietà agricola deve essere consi– derata un -bene di· carattere sociale ,e non la roccaforte di inoperanti interessi privati, non vi· è alcuna necessità di chie– dflre qualcosa in prestito all'ideologia marxista. Fra ehi intende l'economia ~ome un mezzo per ragµ:iun– gere, attraverso un graduale e possibile accorciamenlo delle distanze sociali, il benessere di· tutti i cittadini e gli <e altri >> che la ravvisano come un obiettivo politico ,da. tenere a fuoco soltanto per -celare, dietro le dema,gogiche ·facciate di una •pre– sunta missione sociale, la loro costituzionale inca·pacità a ri– schiare di tasca propria ed, a pensare con la propria testa, la differ(}nzà è talmente sostanziale da non ammettere la. possi-. bilità di compromessi o di illusioni._ Non si tra_tta, quindi, di destra o di sinistra; ma di rea– lismo sociale da parte di tutti -coloro, che non si prestano alle suggestioni marxiste ; o di utopia demagogica pe1· quelli che credono o .fanno, finta di credere che gli •«accorciamenti sociali >> siano realizzabili a suon di grossolane ed impossibili promesse o, ,peggio ancora, a colpi di eversioni classiste. Fino à quando la classe dirigente non denuncerà questo equivoco e non s'impegnerà a fondo per ,dissiparlo, la poli– tica· resterà la più acerrima nemica dell'economia! GIACINTO GINDRE

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