l’ordine civile - anno II - n. 13 - 1 luglio 1960

Spedis. in abb. poatale • Gruppo Il l'ordine· civile RIVISTA· QUINDICINALE Anno II • n. 13 1 luglio 1960 Una copia L. 100 Editoriale: Comunismo e malcostume • Stato o partito di Giovanni Baget-Bozzo • E dopo Ginevra? di Enrico Insabato - Bilancio di novanta anni in Africa di Filippo Dotti • I partiti, potere senza legge di Lucio Valli. Note e commenti: Disarmo: fine di un equivoco - Un convegno sull'Africa nera - Il Congresso disputato - Una nuova· Costituzione io Cecoslovacchia - Le misure anti-dumping nel MEC (di Giacinto Gindre) - Nuove Nazioni alla ribalta della storia. Opinioni e dibattit~: Lettera di Raniero La Valle • I "Giorni,, - Il "Cittadino,, di Brescia secondo e terzo. Il Vangelo della quarta e quinta domenica dopo Pentecoste. Documenti: Punto fermo sui pu~ti fermi. Coinu.nismo La politica dello struzzo è sempre una tentazione. Quando la realtà presenta -delle difficoltà e delle con– traddizioni che snperano i propri schemi, allora nnlla di più facile che cercare di "mettere in parentesi" il fenomeno negativo, e consulerarlo come un elemento estraneo dalla realtà e separabile da essa con qualche modesto artificio, In realtà la crisi politica italiana è la crisi di imo Stato, non di una formula politica. Per fondare uno Stato occorre un'idea ed zm co– stume: cioè un'ispirazione ideale che diventa intran– sigenza etico-politica, ·senso i"igoroso del diritto, culto severo della giustizia, senso religioso dell'autorità. Ora la repubbhca italiana, che coronava il sogno di Mazzini e al tempo stesso nasceva con un atto di ri– conoscimento dei principi ideali del cattolicesimo, non seppe trovare né nella tradizione cristiana del paese né nel più recente filone mazziniano, un filone di intran– sigenza ideale e di rigore morale che pure era, nella ~rande diversità, comune alle due tradizioni, Ne è venuto proprio quel culto unilaterale delle aspirazioni materiali dell'individuo, quel culto del- .•. ·-r· e Inalcostun1e - l' "edonè" individuale e collettiva che stempera le col– lettività, snerva le istituzioni, dissipa le classi dirigenti e corrompe il costume civile. Evadere dalla sconfitta e_ dalla bancarotta ed ar~ rangiarsi: questa è stata l'etica nazionale e su questo . punto non sono mancati i successi. . A-Jaquesto "arrangiarsi" è appunto un .atto dell'in– dividzw, non l'esperienza di 'uno Stato, non l'azione di una collettività ordinata. Un vero .Stat,o non avrebbe mai accettato con il comunismo un compromesso come quello accettato dal– la Repubblica italiana nel '4:-8. Non gli avrebbe per– messo una libertà exlege, tamponata solamente dalla discrezionalità del potere amministrativo, dal sottogo– rnrno e dalla propaganrl.a. Tanto più che questi mezzi, se pur comodi, erano armi a doppio taglio. Si difendeva la democrazia a prezzo della deca– denza del diritto e della dissoluzione dello Stato. Il rilassamento della morale politica, l' attribuzio– ne cli posti ai membri del partito vincente ed ai suoi alleati e sostenitori, l'appagamento delle istanze del– l'alta burocrazia, motivate dalla necessità de.Ila fotta

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