l’ordine civile - anno II - n. 12 - 15 giugno 1960
b l'ordine civile bero essere ricordate. Fra di esse, non va trascurata la posi– zione del ,quotidiano madrileno « Ya », il quale è, notoria– mente, l'or,gano di stampa controllato dalla sinistra della Co_nfederacion Espanola de la Derecha Autonoma. Altra corrente della CEDA è quella cosiddetta « collabo– razionista » rappresentata dall'ex Ministro degli Esteri Al– berto Martin Artajo, tenace avversario di Francisco de Luis. Questo ramo della CEDA non esercita una opposizione di i:ilievo nei confronti del regime. Nello schieramento milita~te cattolico può essere indi– viduata una ·corrente in gestazione, formata in gran parte da giovani intellettuali o pseudo-intellettuali, i quali non Bapendo opportunamente spremere dal loro ccintellettuali– smo » alcunchè di nuovo e di originale, capace di superare le antitesi tuttora in lotta, si limitano a considerarsi filo– DJ.arxisti, mutuando dal socialismo concètti e tendenze. Per meglio far comprendere questo nebulos·o stato psichico e mentale basta porta;re l'esempio del fratello del vesco·VO di Malaga ',il quale fu processato per aver avuto contatti e rapporti propagandistici con i ~atxisti in esilio e che, o,ggi nuo_vamente 'libero, continua a ripetere che i marxisti devo– no essere considerati i ver,i cattolici. Purtroppo quel che im,pressiona in Spagna, come altro– ve, è p·roprio questa carenza di idee auton·ome, di acute discriminazioni interpretative, nonchè • 1a diffusrone di .in– genue mescolanze di principi, derivanti a loro volta da una approssimata formazione culturale e filosofica. Anche nei raggruppamenti cattolici di tipo laico, le caratteristiche .sono le stesse. Mi riferisco a quelle forze di azione cattolica che sono organizzate ufficia,lmente nella A.S.P. ( Accion Socia! Patronal), corrispondente alla UCTD italiana, e nella HOAC (Hcnnandad Obrera ed Accion Ca– tolica), corrispondente alle AOLI italiane. Hanno un proprio programma questi gruppi di pres– sione economica e sindacale? Non vi si nota in verità alcuna precisa tendenza, nessuna postulazione che possa giustificare qualche speranza di idoneo rinnovamento. Tutto si risolve in una teorica dùfesa extra-sindacale degli interessi padronali e dei la,v_oratori,~-in sem!O più individualistico che .dj • ca• tegoria. . • , D.i fronte all'attitudine troppo ristretta ed anodina del• la A.S.P. può ritenersi addirittura opportuno il recente ri– chiamo polemico che il Ministro segretario del Partito e Delegato nazionale dei sindacati ha creduto di esprimere, sostenendo che la posizione reazionaria e conservatrice della A.S.P. è equivoca e socialmente inidonea, in ·quanto essa ripropone la lotta di classe, più che contribuire, come sareb– be lecito attendersi, a superarla attraverso nuove fornm– lazioni sociali che sil!no però strettamente compatibili con l'ispirazione offerta dal cristianesimo e dal cattolicesimo. Il clero, d'altra oarte, non concorre a facilitare il com– pito e gli or.ientam~nti unitari delle forze cosiddette cat– toliche. Anch'esso nori offre ispirazioni programmatiche, non tra-ccia neppure chiare linee di etica individuale o sociale, si disperde in una possibilistica vocazione di inidoneo fian– cheggiamento, passando, attrave-rso le sue correnti, da posi– zioni vagamente astratte a postulazioni di discutibile con– formismo marxista. Specialmente la parte più giovane del clero si affida a più o meno esplicite opposizioni nei con– fronti del -rel};ime, cadendo sovente nell'inganno del sini– strismn clericale di tipo francese. :\Tè si può dire che sia più chiata la situazione in se'ilo alìa • compa,gnia di Gesù che pur vanta ,in Spagna 1e· s-µe migliori tradizioni e le sue stesse origini. Una buona parte dei gesuiti sosten~ono, anche se ron qualche naturale riserva, la politica di Franco ; ,questa è ritenuta una garanzia, di stabilità nei ri1wardi dell'ordine sociale e del prestigio dell'autorità còstituita. Il ramo aper– tur1sta, suggestionato dalle ipotetiche convergenze fra cat– tolici e marxisti, ha, invece, il suo più vigoroso esponen·te in ·quel nadre LJanos che mentre propugna apertamente mar– cate e,voluzioni a sinistra, si serve del suo ruolo di collabo– ratore della << Arriba >> per insinuare, attraverso la stessa stampa falangista, idee « eretiche >' nei confronti deUa poli– tica di Franco. . . L'instabilità e soprattutto la disintegrazione ideale e re– ligiosa della situazione politico-sociale spagnola trovano :inol– tre un nuovo elemento di confusione nèlla organiz~a:doue , pag. 7 ·dell'Opus Dei. Nessuno potrebbe e saprebbe dire con cer– tezza a cosa tendono gli esponenti e gli aderenti di tale << confraternita ». Essa, se effettivamente fosse caratterizzata - come in molti ambienti si dice - da obiettivi di scardi– namento interno del regime falangista, dovrebbe essere .già sulla buona via, in quanto, attraverso la presenza dei suoi cinque ministri cceconomjci » nel gabinetto di Franco, avreb• he introdotto un vero e .proprio cavallo di Troia .qelle difese politico-sociali ispirate dalla rivoluzione falangista. D'altra parte, il mistero dell'Opus Dei non è soltanto il frutto di gratuit_e illazioni o di riflessioni completamente azzardate: esso è convalidato dal fatto che nè la massoneria nè i marxisti o i filo aperturisti esercitano critiche o pole– miche -contro l'azione pubblica di ,questo << ordine laico ». I suoi concetti eèonomici si rifanno a formule liberaliz– zanti, ma soprattutto ad atteggiamenti di ·politica economica, dietro i ,quali non è difficile rintracciare l'indicazione reazio– naria e conservatrice dei_ finanzieri e dei possidenti. Forse proprio per questo latente sospetto l'Opus Dei trova i suoi unici e decisi oppositori negli esponenti più qualificati del– la compagnia di Gesù. Per completare il quadro della Spagna attuale non si può fare a meno di accennare alla monarchia ed ai pro• hlemi della successione di Franco. _ La Leggè fondamentale del 26 luglio del 1947 stabilisce che la Spagna è costituita in Regno e che il Consiglio del ,Regno è tenuto a regolare su proposta del Caudillo i proble– mi della instaurazione. ( e non restaurazione) monarchica. Comunque il ·problema deHa monarchia non _appassio– na, come si potrebbe erroneamente credere, la gran massa del popolo spagnolo. Chi maggiormente si agita per una pronta designazione del nuo,vo re appartiene o alle classi aristocratiche ed alla casta militare o ai gruppi di tendenza :marxista: i primi per motivi squisitamente conservatori e gli altri ·per-intuibili obiettivi di eversione del regi.me e di conseguente sfruttamento -politico della situazione. Nello scorso mese di aprile la stampa europea, racco• gliendo l'eco di alcune u:lificiose ,speranze degli anzidetti -gruppi spagQo}i, credette di dover anticipare a grossi titoli l'imminenza del trapasso dei poteri· fra Franco ed il possi• bile personaggio di stirpe reale chiama.to a succedergli. C'è da osservare che interpretazioni del genere denun• ciano una sommaria conoscenza della situazione spagnola. Lo stesso Franco nel suo importante discorso tenuto a ·Gerona i:l 17 di maiggio ha fatto implicitamente. compren– dere che il problema della successione 1 è senz'altro prema• ,turo e· che la sua funzione di ,Capo deHo Stato e di ispira• tore delle riforme sociali non 1 è ancora esaurita. Si potrebbe tutt'al più pensare che Franco •possa, in base all'articolo 6 della •Legge del 1947, designare la persona che dovrà suc– cedergli a titolo di Re o di Reg,gente. Il che, peraltro, non _è abbastanza semplice, data la posizione dei pretendenti nei confronti sia di Franco che della legge predetta. Infatti, mentre Don Juan non gode delle simpatie del Caudillo e di buona parte _della pubblica opinione, il giovane Don Car• los si trova nella impossibilità di assumere la carica di Re o di Reggente per motivi di età, in quanto l'articolo 9 della •Legge, che stiamo richiamando, stabilisce per tali cariche l'età minima di 30 anni. • Risulta chiaro quindi che anche la questione della in– staurazione monarchica ·presenta molte incertezze ed aspetti veramente delicati. C'è da ag,giungere che, mancando una previa designazione del successore, la situazione, già abha– .stanza confusa, si complicherebbe iv caso di morte dell'at– tuale Capo dello Stato. In tale eventualità i poteri sareb– bero assunti dal Consiglio di ReggPnza, il quale dovrebbe immecliatamente convocare i memhri del Governo e del Con– siglio -del Regno, affinchè essi decidano « cori una maggioran– za minima di due terzi la persona di stirpe realt> d1e, possedendo. le qualità delta te dalla Legge e avulo riguardo ai supremi interessi della Patria, dovrà essere proposta alle Cortes per assumere il titolo di Re >J. In base alle norme che regolano .la successione, le Cortes possono non convali– dare la pro.pos.ta, dando .così luogo alla nomina di un Reg– 'gente· àrtche di stil:pe :nun reale. · Bisogna trarre a· qtfesto p-unto un pò di succo ino{;le e -logico dall'esame statico e dinamico della vita politico.– sociale spagnola. OhieHivameµte il· re~imi; p.Qn !i'igi;p.ti{ic~
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