l’ordine civile - anno II - n. 12 - 15 giugno 1960

pag. 14 le sue premesse amministrative, traendo proprio da esse quella carica di operosi– tà, diretta e riflessa, che probabilmente sarebbe mancata ad un governo condi– zionato dalle nebulose tendenze politi– che, succedute alle elezioni del 1958. Alla luce di queste premesse deve es– sere interpretata la relazione dell'ono– revole Tambroni. Infatti, l'attuale Go– verno, anch'esso di stretto carattere provvisorio ed amministrativo, non può spingersi al di là di quei presupposti; non puiJ e non, deve trovare nella disa– mina di una situazione generale econo– mica, riguardante peraltro un periodo di altrui competenza specifica, riferi– menti che vorrebbero significare pro– lungamento '_'sine die" della prÒpria "provvisorietà". C'è anche da dire - con riguardosa franchezza - che, in senso ammini·stra– tivo, la compagine dell'on. Segni appa• riva più aderente alla natura del man– dato: e non tanto per la composizione qualitativa dei due governi, quanto per . l'esposizione programmatica rispettiva• mente espressa all'atto dell'impegnativo esame dinanzi al Parlamento. La soluzione data alla crisi di feb– braio è quella che è: è indubbiamente discutibile; è certamente, per alcuni in– tuibili riflessi, infelice; riconferma, inoltre. lo smarrimento della classe de– mocristiana, e l'inutilità - sotto l'aspet– to tecnico-amministrativo - della crisi stessa. Forse, però, questa soluzione co– stituisce - in sede econo-mica - un'al– tra parentesi. n·ella quale l'iniziativa de– gli impre"(l,ditori continuerà a muoversi con notevole disinvoltura. Però, con molto realismo, c'è da chie– dersi: e poi? Le scadenze incalzano, sono vicine e, per di più, sono di difficile interpre– tazione effettuale. I Governi ammini– strativi portano in se germi contagiosi. che rincrudiscono le infermità imputa– bili alle illusioni ed all'empirismo. Sol– tanto i governi che esprimono sani cri– teri amministrativi, attr,averso scelte politiche ben definite e socialmente ar– moniche, possono propiziare solide basi ai fenomeni di sviluppo e di ,co-nsolida– mento econo-mico. Di contro, il Governo d'emergenza, provvisorio, di stretta gestione ordina– ria, rappresenta, a lungo andare, un incentivo al "carpe diem", una dannosa assuefazione al clima dell'-incertezza e della precarietà, un suggerimento in più_ a favore della speculazione miope ed avventurosa. Inoltre, esso lascia l'eco– nomia ancorata semplicemente alla fra– gilità delle postulazioni di ,carattere teorico-possibilistico, secondo la gam– ma di convincimenti, che spesso si ri– velano, sia per obiettività della situa– zione in-terna ed internazionale sia per il concorso di circostanze impreviste, molto lontani dalla sperata realtà. Il fenomeno produttivo, come è no– to, è troppo esposto ag,li alti e bassi della congiuntura: la quale non è con– dizionata dal semplice gioco alterno della domanda e dell'offerta con gli ad– dentellati d'ordine fiscale, creditizio e monetario, ma si modella, in senso po- sitivo o negativo, per l'intervento sem– pre piu determinante di moventi psi– cologici, da quelli lievemente emotivi a quelli accesamente sindacali, ideolo– gici e politici. L'onorevole 1'ambro11,i ha sottolinea– 'to, con opportuna evidenza, i risultati ottenuti dalla economia italiana, gra– zie al poderoso balzo in avan·ti com– piuto dalla nostra industria: ha espo– sto, cioè, dati e situazioni ben note a chiunque segue da vicino il processo evolutivo o involutivo dell'economia. Ha affermato inoltre che insistendo sul– le linee fin qui seguite, si può favorire - come è necessariq - l'ulteriore pro– gresso dell'economia na:fionale. Ma proprio da quest'ultima afferma– ,z'ione nasce il dubbio sull'opportunità di un siffatto parallelo fra passato e futuro. Manca, infatti, alla relazione, pur ricca di dati tecnici, amministrativi e contingenti, la visione unitaria del triangolo politico-economico-sociale, co– me coefficiente dinamico del nostro sviluppo produttivo e del nostro gra– duale assetto finanziario. O meglio, m.anca l'accenno esplicito, capace di ri– ,cordare alla classe politica ed alle ca– tegorie economiche e sindacali che poco c'è da attendersi dall'attuale favorevole congiuntu,ra, se la pubblica amministra– zione non troverà al più presto una ,programmazione politica stabile, in gra– do di valorizzarla. E manca, l'analisi fredda ed acuta delle circostanze e dei fattori che han– no, con intervento. decisivo, influito ,sulla fortunata fase della congiuntura economica italiana. Il "miracolo italiano" - come è sta– ta definita all'estero la nostra fase eco– nomica del 1959 - è un fenomeno che riconferma l'insostituibilità della priva– ta iniziativa, come dato-motore di ogni concreto - e non solo appariscente - ,progresso economico-sociale. E' una pa– gina di storia economica che insegna ed ammonisce : - insegna che l'econo– ,mia è un'arte, soprattutto un'arte, che chiede all'artis•ta-imprenditore co,mpe– ,tenza, tempismo e senso di responsa– bilità ed allo Stato l'approntamento della "tela" normativa e regolamenta– -re che, prima ancora d'ispirare un orientamento, sappia e possa garantir– ne le armoniche finalità; ammonisce, -infine, che le intemperanze velleitarie servono soltanto a confondere le idee; a sovvertire il concetto cri.~tiano di col– laborazione fra le classi; a rompere gradualmente l'equilibrio ~ociale, fino allo "strappo'', purtroppo mai risolu– tore, delle soluzioni rivoluzionarie od eversive. Ma la lezione ed il monito non si fermano a queste sole osservazioni. Cer– tamente, in queste "note" non è pos– sibile diffondersi in altrettante disami– ne per quanto sono gli spunti statistici, espositivi ed anche programmatici of– ferti dall'ampia relazione del Presiden– ,te del Consiglio. Altri temi importanti, sempre connessi alla situazione genera– le del Paese, sono stati propo·sti dalla esposizione del dott. Menichella: ma l'ordine civile anch'essi troveranno opportuna sede di richiamo e di commento nelle note quindicinali del nos"tro periodico. In questa occasione, ci premeva so– prattuttfJ, alla stregua di quanto abbia– mo considerato, di mettere in chiaro l' equivoco partitocratico. che rischia non solo di alterare il significato in– trinseco delle conquiste ottenute in cam– po economico-sociale, bensì di croniciz– zare l'esperimento di governo "ammini– strativo e provvisorio" fra le pericolose maglie di una rete politica, che, gra– dual~iente e fatalmente, sta impiglian– ,do il buon senso, la lucidità logica delle valutazioni e la stessa poten;iale armonia fra le classi sociali. Per concludere e per anticipare le consider~zioni che di volta in volta fa– •remo sui problemi più discussi ed at– tuali della vita eéonomica nazionale. ci pare opportuno riconfermare che i'ot– timismo dell'onorevole Tambroni si è disinteressato di ricercare e di esporre le ragioni profonde ed obiettive. stati– che e· dinamiche, che avrebbero potuto seriamente confortarlo. Forse, queste ragioni, anche a cer– carle con attenzione, non esistono in senso compiuto - : anzi, certamente, esse non potrebbero rnppresentare al– trettanti capisaldi per una lzingimirante e responsabile politica economica. Uottimi.~mo del Presidente Tambro– ,ni deve, per forza di cose, essere empi– rico, tanto più che lo stesso "miracolo -italiano", non certo propiziato da pro– grammi politici e da solide e costruiti– ve intese fra iniziativa privata ed or– gani dello Stato, deve essere obiettiva– mente valutato come fenomeno "di pas- . ,, .. saggio , propizio e promettente quan- to si vuole, ma troppo estemporaneo ed esso stesso empirico per poter ga– rantire i traguardi futuri. E'. invero, molto comodo attendersi ,la diffusione del benessere ed il mi– glioramento della situazione generale del Paese, osservando con compiacimen– to i risultati di una· cone:iuntura "oc– çasionalmente" favorevole~ Le illusioni di questo genere non giovano allo svi– lup po dell'economia, anche se, come pensiamo, esse trovano -la loro giustifi– cazione Tiella buona fede e, forse, nel– l' euforia, dettata dalle risultanze stati– stiche e da~le constatazioni superficiali. ATTUALITA' Richiesti prodotti i nostri elettrotecnici Per evidenti ragioni 1mposte dal tempo occorrente per la loro raccolta ed il loro controllo, i dati ai ,quali dob– biamo riferirci oggi sono forzatamen– te quelli afferenti i primi dieci mesi ,del 19 59. Desideriamo sotto-linearlo, per amore di precisione, pur non rite– nendo che modifiche sostanziali pos– sano essere intervenute ne,gli ultimi me– si di novembre e dicembre, .così da :far variare la media di tutto l'anno. Dopo questa premessa, ,possiamo dire .che la produzione totale della industria •

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