l’ordine civile - anno II - n. 11 - 1 giugno 1960
pag. 16 tativo di creare una semplice piatta/or• ma congressuale. Siamo, palesemente, di fronte al tentativo di dare • una ra• gione d'essere ad una forza, ad un or– ganismo politico che di tale ragione d'essere appare privo. L'ultima aff er,mazione di La Valle manca di dimostrazione. Ma quand'an– che essa fosse vera, è certo che l'invo– care per la DC un mutamento di rotta così radicale non può significare altro che condanna di un passato o ricono– scimento di una sostanziale .carenza ideologica che ha sin qui guidato la DC sino all'orlo del fallimento. Comunque, sin da ora appare -certo che il La V alle di "Analisi e Prospet– tive" è in palese contraddizione con il La Valle de "La Discussione". Perché il La Valle de "La Discussio– ne" ritiene di poter legittimare l'affer– mazione che la DC nossiede una sua ideologia politica ele~cando una serie di scelte che la DC avrebbe operato co-me valide e definitive; scelte a gran parte delle quali, logic(J}mente, il La Valle avrebbe invece dovuto far risa– lire la responsabilità di una situazio• ne della DC che lo portavano, nel '59, ad esprimersi in termini quali quelli wpra riportati. Perché i casi sono due. O le scelte operate da lla DC erano il derivato di contingen.ze storiche che la DC accetta– va come tali nella incapacità di elu– derle o di sostituirle con altre, ed allo– ra ha ragione il P. Lener che afferma mai aver avuto la DC una sua ideolo– gia politica originale. O le scelte erano il frutto di una ideologia politica che il tempo e. la esperienza ha dimostrato errata e ca– duca, ed allora ha ragione La Valle nel senso che in passato, sino alla morte di De Gasperi, la DC s'è caratterizzata per una sorta di ideologia politica. Ma ha pur sempre ragione il P. Lener quando constata che oggi nulla carat– terizza sul piano della ideologia poli– tica la DC. Ed il La V alle di "Analisi e Prospet– tive" conferma P. Lener, quando, pale– semente, muove alla ricerca ài un qual– che cosa di sostitutivo ad un impegno passato che è morto o ha fallito. E che tale sia il suo intendimento di fondo, lo dimostra quando, a con– clusione delle premesse di ordine ge– nerale circa la nuova linea con{!;ressua– le - da noi citate -- passa a derivare da queste "i problemi della prospet– tiva po.litica : programmi, formule, al– leanze". E non v'è chi non colga nélle enun– ciazioni del [.,a Valle in materia un qualche cosa di assolutamente nuovo per la DC, tale da rompere in tutto con il passato, sino ad adombrare so– luzioni nuove anche al livello delle massime istituzioni. Il La Valle, infatti, dopo aver osser– ·vato che in politica estera la linea sin qui seguita dalla DC può considerarsi in tutto valida, passa ad affermare: '' ... Per i proble.,,;,i interni il di.~corso è, ovviamente, più -complesso; ma su tutti, !!,arantita la difesa democratica, ci par; sovrasti quello dello sviluppo , ,, e-::ononuco . 1no 1a ca E che il problema dello sviluppo eco– nomico sia uno dei problemi chiave sui quqli si esercita la capacità -di una ideo– logia politica ad improntare di sé la vita di una nazione, è cosa certa. Per il La Vale il problema va af– frontato in -modo radicalmente nuovo rispetto al passato, con tutte le conse– guenze che da tale premessa ne deri– vano a sostegno delle tesi del P. Lener e del La Valle di "Analisi e Prospet– tive". Per il La Valle, quello dello svilup– po economico è, infatti, "... un proble– ma che si può risolvere solo per una armoniosa integrazione, per un recipro– co condizionarsi di tutti questi fattori. ( Bilancio, quantità e qualità degli in– vestime.nti, impulso pubblico ed inizia– tiva privata ecc.)". Ed ancora: ." ... ln Italia, dove rara– mente i politici sono versati nella scien– za economica, e.~si se hanno le buone volontà, non har1no gli strumenti cul– turali e tecnici per elaborare un pro– gramma organico di sviluppo economi– co ... difficilmente possono raggiungere quella visione di sintesi in base alla quale, dati fini certi, si individua con ben fondata elaborazione scientifica tutto lo strumento necessario per rag– giungerli". " ... Oggi è appunto necessario un nuovo piano Vanoni, commisurato ai tempi ed alle esigenze". "Chi elabore– rà questo piano? I tecnici". A questo punto il La Valle, a soste– gno delle sue tesi, cita la piena riusci– ta della o•peraziòne Rueff in Francia, giungendo ad affermare che quella ope– razione ha voluto significare per la Francia che "lo Stato ha scoperto che il su.o ruolo dirigente sull'economia non si esplica solo nazionalizzando o pro– teggendo, ma individuando dei fini ge– nerali e collettivi, e coordinando, pur in una cornice liberale, tutti gli sforzi privati e pubblici verso il conseguimen– to di quegli obbiettivi". Alla domanda con quali forze si po– trebbe attuare tale programma, il La Valle così risponde: si tratterà "di affi– dare questo programma di sviluppo economico ... ai presidenti dei due grup– pi parlamentari della DC. Questi ... po– trebbero sottoporre il programma ... alle forze· economiche del paese; a quelle forze cioè la cui collaborazione, in uno stato non -totalitario né piani– ficato, è essenziale condizione di riu– scita di qualsiasi programma di svilup– po economico. Dovrebbero cioè propor– lo ai sindacati dei lavoratori, alla con– / ederazione degli industriali e a quella degli agricoltori e a quanti altri si ri– tenga necessario: e dovrebbero cercare di raggiungere attorno a questa piat– taforma il massimo di impegno possi– bile da parte della massima estensione possibile delle forze interessate ... e se qualcuno opponesse aprioristici rifiuti, mostrerebbe così il suo vero volto". "Con questo procedere vi sarebbe senza dubbio un rovesciamento del me– todo tradizionale del rapporto inter– partitico ... E intanto la DC avrebbe re– cuperato il suo significato più pieno di forza storica di direzione politica, di l'ordine ci·vile mediatrice tra le classi e di promotri– ce dello sviluppo del paese". Non 1;i è dubbio che con tale espo– sizione il La Valle si è portato ben ol– tre una linea· di battaglia congressuale. Ci siamo dilungati nelle citazioni perché, oltre l'interesse che possono avere per le tesi esposte, esse ci danno la dimensione esatta delle contraddi– zioni contenute nell'articolo di La Val– le apparso su "La Discussione". Batt.ere la via indicata da La Valle in "Analisi e Prospettive", presume, in– fatti,. da un lato operare una radicale revisione di alcuni fonda mentali indi– rizzi politici accettati e difesi dalla DC per 15 anni; e dall'altro l'esplicito ri– conoscimento della inattualità ed an– tistoriciià della . più parte di quelle "scelte" a cui La Valle attribuiva su "La Discussione" il merito di aver fon– dato l'ideologia politica della DC. Perché La Valle sa benissimo, e lo si intuisce nel suo scritto, che la possi– bilità di concretare la nuova linea sa– rebbero nulle nel caso che profondi mutamenti. anche costituzionali, non creassero le premesse per un.a azione di fondo. La Valle nel '59 sentiva dunque l'ur– genza che la DC si desse una politica che valesse a giustificare la. sua posi– zione di preminenza in Italia, e per parte sua tentava la elaborazione di ta– le linea, che finiva per esprimersi co– me una autentica ideologia politica. Ma tale fatto non poteva che signi– ficare due cose: o la DC, per La .V alle, ~on aveva mai avuto una ideologia po– litica, o, se l'aveva avuta. la stessa era stata superata dagli eventi o aveva fal– lito alla prova. P. Lener, ad un anno di distanza da La Valle, nota che la DC non sembra aver mai avuto una concreta ideologia politica ed oggi meno che mai. Raniero La Valle, ad un anno di di– stanza dall'aver compiuto uno sforzo rilevante per dare un contenuto concre– to all'impegno politico della DC - che sarebbe a dire una ideologia politica - mostra di essere di diver$O avviso dal P. Lener e dalle sue tesi di un anno prima. Le due posizioni di Raniero La V al– le stridono troppo. Quella esposta su "La Discussione" non solo contrasta con qziella di "Analisi e Prospettive", non solo è debole avanti alle argomen– tazioni del P. Lener, ma è contraddet– ta anche e soprattutto dagli avvenimen– ti che travagliano la DC da un anno a questa parte. Il partito offre lo. spettacolo di grup– pi di f or%e che contrastano solamente per la conquista o per il mantenimen– to del potere. Non solo sembra manchi alla DC una concreta ideologia politica, ma in cer– ti momenti pare di assistere, nel suo interno, allo scontro di diverse ideo– logie; mutuate ed adattate alla situa– _zionc contingente della DC da forze estranee in tutto aUa tradizione ed alla dottrina cattolica. E che l'u.ltima garanzia di unità, sia pure f orTTJ,ale,per la DC sia data da un moti·vo religioso, nessuno lo dubita più, forse neppure Raniero La V alle.
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