l’ordine civile - anno II - n. 11 - 1 giugno 1960

bi l'ordine civil,e tici nel quadro della realtà storica nel– la quale è chiamato ad operare. Da ciò ne discende che mancando tale ideologia politica, l'unica funzio– ne essenziale alla quale possono assol– vere i partiti di ispirazione cattolica non può che essere quello di difendere "in con/ ormità dei principi ricavati dalla dottrina cattolica" i diritti vitali dei cattoUci cittadini nell'wmbito ·dello Stato, "e lo stesso ordine civile e poli– tico del quale, come partiti, erano ele– menti integranti e responsabili". Il La Valle de_ "La· Discussione" af– ferma che dalla argomentazione del P. Lener da noi riportata si deve dedurre che, di fatto, viene negata alla DC l'au– tonomia dalla Chiesa, posto che, come a.fferma il P. Lener, alla DC manche– rebbe una concreta ideologia politica, e pertanto resterebbe a giustificare l'impegno politico della DC solamenie la difesa dei principi di etica sociale e naturale .de-l cristianesimo e del catto– licesimo, quali vengono indicati dalla autòrità della Chiesa. Ed aggiunge: " ... Il problema è pro– prio questo. La DC vive solo per la luce riflessa della dottrina e della morale cattolica, e si qualifica solo per la di– fesa della Chiesa" oppure essa ( la DC) si è sforzata e si sforza di elaborare ed è riuscita a tradurre in atto "un pro– gramma politico e civile,. in un indiriz– zo di governo, in una dottrina dello sta– to, qualificandosi non solo come e-ma– nazio-ne della Chiesa ma come forza pienamente statuale su cui lo Stato, la casa comune di tutti gl( italiani, cat– tolici o laici che siano, f ondamental– mente si appoggia?" Il La Valle de "La Discussione" ri– tiene di poter e dover rispondere posi– tivamente al secondo corno del proble– ma, e quindi negare validità alla dia– gnosi ed alle conclusioni del P. Lener. E a giustificazione di tale rispo,sta elenca una serie di "scelte" che la DC avrebhe operato dal '44 ad oggi, che avrebbero dato corpo ad una ideologia politica originale ed autonoma - in armonia con i dettami della dottrina cattolica -, che avrebbe dato persona– lità e legittimità al partito di ispirazio– ne cattolica in I tali.a, fuori ed oltre una .~tretta ed esclusfoa difesa dei principi "di etica naturale e cristiana" la cui tu– tela "non spetta certo ai partiti ma alla Chiesa". L'elenco delle scelte è lungo. La DC " ... è stata repnbhlicana laddove avreb– be potuto essere monarchica; ha opta– to per lo stato parlamentare bicame– rale, che è lo stato del dialogo, quando • altre scelte sarebbero state possibili. E' stata proporzionali.sta... ha voluto le autonomie locali ... ha rifiutato uno sta– to meramente garantista... ha respinto ogni nazionalismo ... si è affaticata sui problemi dello sviluppo economico al– l'interno ... Altro si potrebbe aggiunge– re, nw tutto questo già basta a defini– re il terreno su cui si è fondatà in con– creto in questi anni l'autonomia della Democrazia Cristiana". A tali considerazioni dobbiamo op– porre tre obiezioni. La prima è data dal fatto che le tesi esposte -· e lo uedremo più innanzi - dal La Valle di "Analisi e prospettive" contrastano in modo radicale a queste de "La Discussione", sino a concordare, di fatto, con quelle del P. Lener. La seconda, che appare perlomeno ardito sostenere la originalità e la li– bertà delle scelte operate dalla DC e sopra elencate. La terza che, data e non concessa la libertà nelle scelt~ operate dalla DC, le stesse possano e debbano considera;– si una piattaforma valida per la edifi– cazione di una società nazionale che risponda -· in eguale misura - alle premesse, di ordine dottrinario, catto– liche ed alle esigenze proprie del pro– gresso dei tempi e della contingenza storica. Che .. cosa, dunque, a.ffermava il La Valle di "Analisi e Prospettive"? Innanzi tutto poneva l'accento sul fatto che la crisi del movimento cat– tolico italiano era -- febbraio 1951}- una crisi "radicale"; e giustificava una tale affermazione con il dire : "... a noi pare che fondamentalme-nte, in questi mesi, sia morto De Gasperi; si sia in– terrotta cioè la continuità della sua li– nea di governo. il modo di sviluppo che • egli aveva affidato al movimento dei cattolici". • E più avanti : " ... Tutto questo è fi– nito; per responsabilità di uomini che in pochi anni hanno bruciato in Italia un patrimonio politico eppure non ef– fimero. e per il ritmo della Storia che travolge, in breve corso di anni, l'ope– ra di chi, morendo, non ne può pro– muovere gli adattamenti e garantirne l'attualità". Ma per La Valle non è morto sola– mente De Gasperi, non hanno perso di valore solamente "scelte" operate d~l– la ma politica. E' morto anche il teu– tativo di dare alla DC una ragion d'es– sere sostitutiva di quella tentata da De Gasperi cc... dopo che la prova dell'ono– revole Fanfani ha. mostrato come non fosse una soluzione quella avviata df;.l. lo stesso De Gasperi al congresso di Napoli, il congresso dalle molte spe– ranze». Ma era proprio a tali fatti che si ri– feriva il P. Lener , quando affermava che la mancanza di un corpo di ideo– logia politica aveva generato - fra le altre cose -- quella "politica di com– promessi" che palesemente appariva come sostitutiva di una concreta ideo– logia politica. Ed è proprio la fife della politica degasperiana che ha messo in chiaro il vuoto ideologico della DC, che ha dimensionato il valpre contingente e strumentale di quelle "scelte" a cui fa riferimento il La Va:Zlede "La Discus– sione"; quelle scelte'•contingenti e stru– mentali che - se il La Valle fosse con– seguente - dovrebbe ammettere che sono alla radice, fra 'l'altro, di quel fe– nomeno che gli fa dire su "Analisi e Prospettive" che "quasi due milioni di disoccupati strutturali sono una eredi– tà pesante di oltre 10 anni di vita de– mocratica, ed un grave atto di accusa contro qualsiasi regime politico". ' E non può che essere la consapevo– lezza del loro valore contingente e stru– mentale - tale quindi da non poter pag. 15· essere assunto come valore definitivo per la DC, capace di giustificarne an– che per il futuro una· sua caratterizza– zione autonoma in quanto formazione politica - che ha -spinto Raniero La Valle a tentare di tracciare su "Analisi e Prospettive" una "linea per il Con– gresso", che altro no.n è, a nostro avvi– so, se non il tentativo di riempire quel vuoto di ideologia politica rilevato dal P. Lener. Che dalla efoborazione di una "linea per il congresso" La Valle sia passa– to - consciamente o incosciamente non conta -- al tentativo di abbozzare il nucleo centrale di una ideologia po– litica originale per la DC non può es– servi dubbio, quando si passi a conside– rare con attenzione quanto ha scritto in merito su "Analisi e Prospettive". Seguiamo. dunque, p__asso passo il La Valle del febbraio 1959. Egli muove da un esplicito ricono– scimento dell'esistenza di un vuoto di contenuto all'interno della DC, vuoto che non può essere riempito dall'inter– vento della Chiesa se la DC non provve– de a dare a se stessa una ragione po– litica alla sua esistenza: " ... Occorre ri– trovare ( quindi non c'è) un senso au– tentico e sano della non con/ essionali– tà, con lo scrupolo di evitare alla Chie– sa qualsiasi ragione di pur legittimo intervento nellq, pratica politica;· aven– do i cattolici riuniti in un partito po– litico appunto questa responsabilità, di assumere su di sé la logorante mansione dell'esercizio politico, risparmìando questo logoramento alla Chiesa, che quindi non va • chiamata in causa ad ogni scadenza per attingerne forza, e che d'altra parte non va messa in con– dizione di dover di tanto in tanto inter– venire in via surrogator~a : ciò che ac– cade quando; con una condotta malac– corta, i politici cattolici non riesc-ono a garantire da soli condizioni di liber– tà e di sicurezza per l'istituzione eccle– siastica". Fatta tale eloquente ammissione, il La Valle passa ad affrontare il proble– ma di fondo della nuova linea, che si identi_(ica, per ·noi, con un chiaro ten– tativo di elaborare una ideologia poli– tica della DC. Diamo ancora la parola al La Valle. Il primo atto da compiere sarà quello di " ... rivalutare gli strumenti della azione politica .. . di uman izzarli, di ra– zionalizzarli, di sottrar.li alla pura leg– ge del numero. I partiti, il parlamenta– rismo, proprio qui hanno l'ultima pos– sibilità di salvarsi : in una prof o rida rivoluzione del metodo. E sono proprio i cattolici che devono cominciare dal loro partito. Occorre ristabilire un dia– logo non pessimista sulla possibilità di comprendersi; la fiducia reciproca, il parlare alla ragione, alle coscienze; e fare così che i migliori, non i più forti, debbano guidare tutti gli altri. Un vi– zio congenito di tutto il parlamentari– smo ·europeo è quello di lasciare spes– so· fuori delle aule parlamentari le per– sonalità più spiccate, gli uomini vera– mente migliori... Noi siamo convinti che il difetto sia più nel metodo che nella sostanza". Qui non siamo di fronte ad un ten-

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