l’ordine civile - anno II - n. 11 - 1 giugno 1960

bi l'ordine civile l'India, più o meno afflitto da analoghi problemi, potrà molto contribuire; tut– tavia il governo centrale potrebbe in alcuna parte venire in soccorso. L'aiuto più efficace non potrebbe che esser cer– cato all'estero sia presso nazioni del mondo libero sia da parte delle organiz– zazioni internazionali dipendenti e col– legati con l'O.N.U. I cattolici americani, ad esempio, a mezzo della loro provvida organizzazio– né dei Relief Service della N ational Ca– tholic W elfare Association stanno lavo– rando con l'invio di viveri, ma non sa– rà questo sistema che porterà a una so– luzione del grave problema; come per altri paesi e popoli, il cibo e il .lavoro deve venire non dalla carità contingente ma da cause· naturali dipendenti da una buona organizzazione economica del paese. ATTUALITA' L'energia nucleare in Europa Il panorama energetico odierno •nel complesso clei Paesi occidentali è ca– ratterizzato dal_ tramonto delle ansie del tempo di Suez sulla possibilità di approvvigionarsi di combusti-bili. Tali preoccupaz-ioni furono particolarmente sentite in Europa occidentale, la mag– giore importatrice di energia, che ora· può guar,dare con serenità alla continua espansione dei propri consumi in que– sto settore. Le sempre più numerose fonti di approvvigionamento le danno la certezza di reperire quella aliquota di fonti energetiche che le risorse del proprio sotto;uolo non possono fornirle a prezzi economici e di finanziare sen– za disao-io queste importazioni. " d" In una situazione di abbondanza 1 idrocarburi -e di carbone a prezzi con– venienti che s·i ritiene permarrà per un periodo di tempo di parecchi anni, una profonda revisione è in atto ri– guardo al ruolo della energia nuclea– re.• L'atomo che ai suoi inizi viene sa– lutato da alcuni entusiasti come la fon– te di energia destinata a soppiantare in breve quelle << classiche >> appar_e og-gi atto a rivestire, nei prossimi 10-15 anni, una funzione· marginale non solo nel soddisfacimento dei fabbisogni energetici globali, ma anche nella pro– duzione di elettricità in cui sinora ha mostrato le maggiori promesse. Al rovesciamento _delle p·rospettive del carbone e del petrolio nel triennio 1956-1959, da una posizione di proha– hile scarsità a una di effettiva ecce– denza e ai progressi realizzati negli impianti che tali combusti:bili utilizza– no per la produzione di -,elettricità, si contrappone il processo di revisione in aumento subìto, col procedere delle realizzazioni e l'acquisizione di mag: giori esperienze delle valutazioni eco– nomiche relative alle centrali elettro– nucleari. Il risultato di questo andamento a fotbìce è il permanere di un forte di– vario fra il costo di produzione del- l'elettricitJJ di orìgi-ne « classi~a » e quella di origine nucleare che consi– glia gran e cautela ai Paesi europei nei rigua~di dello sviluppo atomico. L'Inghilterra, che fu il primo Paese a , . I lanciare un gros~o programma atomo- elettrico, 1~a deciso di spaziarne l'ese– cuzione suj un numero di anni maggio– re dei dieci preventivati; in Francia s1 msiste ora sulla necessità di appro– fondire le·1attività •di ricerca piuttosto che sulla costruzione in serie di cen– trali nucleari, anche per non distoglie– re eccessiie risorse a-d altri settori di ri:J.aggiore ~mpegno; le iniziative pro– mosse dall'Euratom, a seguito dell'ac– cordo di cbHaborazione firmato con gli Stati Uni~i nel giugno del 1958 per avere in funzione centrali nucleari per 1000 MW !elettrici fra il 1963 e il 1965 hanno trovato un accoglimento a-ssai tiepido. -Le adesioni ini-zialmente ma– nifestate non si sono tradotte in real– tà, per l'olnere economico che compor– tano. Andhe assai recentemente due gruppi, uho tedesco e uno olandese, hanno ritibto la loro adesione al pro– gramma e 1 l'unico impianto che entre– rà certamente in funzione -nei termi– ni specifibati è quello italiano della SENN, na~o peraltro sotto gli auspici della Banba Internazionale per la Ri– costruzione e lo· Sviluppo e successiva– men te aggregato a-1 programma USA– Euratom. I Alla 11ce della situazione odier– na assol1tamente inattuabile risulta l'obiettivo indicato ai Paesi dell'Eura– tom dal famos,o rapporto dei « Tre Saggi» d~l maggio 1957: l'installazio– ae di 15.poo MW in grandi centrali elettronucleari entro il 196 7. Alla stes– sa data frse meno di un terzo della pag. 11 potenza indicata sarà m .funzione nella Comunità. Trovano dunque conferma le convin– zioni degli ambienti più informati, che da tempo erano pienamente consci del– le grandi difficoltà che si sarebbero incontrate per rendere economiche le applicazioni pratiche dell'ener-gia ato• · mica. Si deve dunque parlare, in Europa, di crisi nucleare, come si parla di crisi del carbone? In un certo senso, le due situazioni, quella della energia « nuo– va » ancora troppo cara e quella del- 1 'energia « vecchia », che per ragioni tecnologiche va cedendo terreno agli idrocarburi e non può -essere estratta a costi concorrenziali in una parte co– spicua dei più sfruttati giacimenti eu– ropei, presenta punti di contatto. In ambedue i càsi esse si trovano fuori del mercato e una certa corrente di interessi vorrebbe i'nserirvele d'autori– tà, imponendo agli utilizzatori produ– zioni a costi superiori a quelli preva– lenti nel settore,; ciò anche attraverso schemi autar-chico-dirigisti, il cui inu– tile onere aggiuntivo ricadrebbe sugli utilizzatori stessi e, di rimbalzo, sul– l'intera collettività. Non occorre soffermarsi sulla neces– sità di contrastare una sim,ile •tendenza per l'ato·mo: ciò che occorre ,è invece di persistere nel sa·ggio atteggiamento di sperimentare in prototipi su scala industriale le soluzioni che appaiono più promettenti senza ,impegnarsi in grandi programmi prematuri, che non accelerano il raggiungimento deUa eco– nomicità e distraggono mezzi e uomini da altri investimenti di eguale· inte– resse. sul Marocco L ' I. cl l • d assunzione e pote.re esecutivo a parte del Re del Ma rocco dopo le di– missioni più o meno forzate del Pre– sidente del Consiglio A bdallah Ibra– him, proprio alla vigilia delle elezioni municipali, ha un'importanza ben più profonda di quella attribuitale dalla stampa estera, compresa quella araba. Si tratta infatti di un avvenimento le cui conseguenze, qualunque sia l'esito delle ele.zioni municipali, n'?n resteran– no limitate ad un nuovo assestamento della struhura amministrativa del Ma– rocco, ma lpotra11;noporre, e forse a bre– ve scadenza, nuovi gravi problemi alla NATO edla tutta'la politica occidentale, specialmente se gli atti del nuovo gover– no, presie~uto da Re Mohammed V, do– vessero dar corpo o giustificare i sospetti dei suoi temici ed i timori dei suoi amici, ch'r esista_no cioè segrete intese fra il prihcipe ereditario Mulay llas– sam, Cap~ di Stato Maggiore dell'eser– cito ed orh chiamato da suo padre a re- I - . di Enrico Insabato sponsabilità di governo, e la Francia. Secondo queste intese il Governo francese si dichiarerebbe pronto a di– scutere le modalità e la gradualità della completa evacuazione delle truppe francesi dalle basi militari, mentre dal canto suo il governo marocchino si im– pegnerebbe a prolungare la discussione delle modalità del ritiro 1Sino a quando sia ottenuta la •pacificazione dell'Al– gena. Infatti la vera ragione per cui la Francia giustifica il mantenimento delle basi militari è che esse servono alla di– fesa della indipendenza del Marocco e delle libertà dell'Occidente, il che è or– mai smentito dal fatto che gli americani hanno abolito, senza discutere, le loro basi ormai inutili e ingombranti ·di fronte ai progressi della missilistica. _ Del resto la Francia s_tessaha ridotto gli effettivi di 80 mila uomini che essa aveva d,istaccati in Marocco a seguito della Convenzione del 1956 - quando

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