l’ordine civile - anno II - n. 9 - 1 maggio 1960

pag. 14 costo del fattore umano incid~ di gran. lunga più vhe nell'industria) o nel mi– gliore dei casi a meccanizzarsi. Ma dove esis_te a,bboitdante -mano d'opera o _ad– dirittura dis_occupazione, ciò aggrava in genere anche più la si{uazione dei la– voratori agricoli. La verità è che ogni stato il quale vo-glia entrare in ·un si– stema economico moderno, caratteriz– zato non solo ,dall'industria ma_ anche dalla presenza di una grande quantita di servizi, deve innanzi tutto risolv_ere in forma radicale il ,prpblenia agricolo, • togliendo alla, terra ogni carico _super– fluo, non solo di braccia, ma anche di intermediari parassitari e di proprie– tàri non coltivatori diretti. Il problema ha ,poi una importanza sociale assai grande, perché in genere il proprietario terriero non è un imprenditore molto attivo, in quanto la terra gli _garantisce un reddito sicuro e le trasforma:;.ioni e addirittura i ridimensionamenti delle imprese sono lenti e rari. In genere la terra viene abbandonata all'ammini– strazione di tecnici agricoli, i qua.li ·rap– presentano veramente la , g.uip,a delle classi coltivatrici. Il proprietario terrie– ro, specie nell'America latina, impigri– sce in genere nelle grandi capitali e nel migliore dei casi le te;re sono un red– dito integrativo di professioni liberali e della attività po.litica e militare . . Castro è il primo che nell'America Lat-ina abbia veramente rotto. col pas– sato. Dopo aver buttato a mare tutto il bagaglio liberale e- giacobino di un po– liticantismo fine a se stesso, ha affron– tato il problema centrale più grave nel Sud-America. La rvforma per riconosci– mento dei suoi stessi avversari più ob– biettivi è stata prudente e sensata, ed ha lasciato ai vecchi proprietari desi– derosi di attività agricole ·un vasto cam– po d'azione, ohe darà loro sicuri redditi specie se si ,decideranno-a coltiv[!re essf stessi .le loro terre.- Il resto è stato. di– viso fra i contadini o attribu_ito a COO• perative. Gli ambienti economioi ame– ricani che contavano numerosi grandi proprietari a Cuba, sono stati i più dan– neggiati e quelli che hanno protestato più vivacemente. Ma, co•me più serena– mente è stato fatto notare, alla base della vita economica americana è stata una ,dinamica classe di coltivatori di– retti, i. quali ancor oggi rappresentano la str~grande maggioranza degli agri– coltori statunitensi. Oggi sul suolo cu– bano gli àvversari più violenti di Castro sono curiosamente alcuni dei suoi ex compagni d'armi. Costoro· appartengono generalmente alla classe intellettuale cittadina, agiata ·e democratica, la quale nell'America Latina tiene approssima– tiv(Jmente il posto che nel nostro· paese, còn una serie di sfumature diverse è rappresentata dai liberali e radicali, su– perstiti gruppi arretrati delle vecc·hie classi dirigenti ottocentesche, le quali, a parole amicissime del popolo, gioca• no il. ruolo ambiguo di sinistra politica senza mai capire i veri sentimenti delle masse popolari. L'esperimento di Ca– stro merita la massima attenzione per~ ché po"tre,bbe veramente aprire una via nuova nel sistema politico-economico sud-americano e soprattutto capace di spazzar via radicalmente in questi paesi gli ultimi residui di un persistente ra– dicalismo 'pseudo-:popolare. Tutta vera– mente d~pende dalla moderazione di Castro e dalla necessità di non abusare del.la sua vittoria; ma anche i vicini– nord-americani dovrebb-ero guardarsi dal tirar troppò le corde, ed arrendersi ormai ,davanti all'evulenza del fatto compiuto. D'altra parte Castro dovreb– be comunque cercare un "modus· viven– di" - col potente vicino e non lasciarsi lusingare . da pericolose illusioni terza• forziste. Il suo atteggiamento nei con– fronti dell'anticomunismo è volutamen– te ambiguo. E se è vero che risulta mol– to pericoloso gridare al lupo quando il pericolo non c'è, nessuno può dimenti– care il peso di_oppressione e di umilia- • zione umana ohe si accompagnano al nome di comunista. D'altra parte_ certi atteggiamenti troppo ostentatamente spregiudicati tolgono serietà e dignità ad un uomo politico. Così la notizia se– condo la quale il figlio di Castro, catto– lico, sarebbe stato di recente fatto bat· tezzare per ragioni an'Cora poco chiare in una chiesa metodista, oltre a lasciare sorpresi, dato che Castro stesso ha pas– sato 11 anni in un istituto religioso cat– tolico, potrebbe esser considerato un marcato e intenzionale atto di ostilità nei confronti dei cattolici, che sono la quasi' totalità della· popolazione di Cu– ba. Inoltre le sue intemperanze verbali e la sua trascuratezza per i metodi di– plomatici potrebbero procurargli altri nemici. Moderazione, senso di equili– brio, giusta stima delle tradizioni catto– liche del popolo cubano, non solo non intralcerebbero una sensata ed anche ra– dicale riforma delle strutture economi– co-sociali, ma sarebbero al contrario la condizione indispensabile per • un sano ed armonico sviluppo civile. PRETE.SE RUSSE La conferenza al vertice Krusciov ha recentemente esposto con estrema chiarezza quali siano i veri pro– grammi dell'azione politica sovietica sul problema della Germania e su Berlino. In un discorso tenuto o Bonn egli ha detto che quafora l'Unione Sovietica fir– masse un trattato. di pace separata con la Repubblica Democratica Tedesca, le potenze occidentali perderebbero « ipso facto >> il diritto di accesso a Berlino « per terra, per acqua è per aria )). Que– sto ,è stato il primo discorso importante di Krusciov dopo il ritorno dal viaggio in Francia ed è stato tenuto dinanzi al– l'assemblea del partito comunista nella Repubblica Sovietica dell'Azerbajan. Krusciov ha in realtà anche affermato che il primo prorblema della prossima conferenza al vertice sarà costituito dal problema del disarmo· è a questo pro– posito ha accusato gli occidentali di vò- l'ordine civile lere, dei controlli sènza un effettivo di– sarmo. Per quanto riguarda il problema del– lo scambio di infor~azioni scientifiche·. per le applicazioni pa~ifiche dell'ener– gia atomica, le reazioni di Krusciov sono state relativamente positive. Da tali di– scorsi si può già intravedere in embrio– ne la linea politica -che terranno i so– vietici nella futura conferenza al verti– ce. Si mirerà ad un sempre maggiore sviluppo dei ,contatti scientifici, in cui i rµssi hanno tutto da guadagnare e po– co da concedere all'avversario. I sovie– tici si mostreranno altresì forse disposti al :compromesso nel settore del disar– mo, a patto che gli occidentali non in– sistano troppo nelle loro idee di misu– razioni e controlli sul territorio sovie: tico; perehè è anche troppo noto che i sovietici, nonostante i mirabolanti suc– cessi vantati, hanno molto d-a nasconde– re al mondo occid·entale. Tuttavia i sovietici hanno urgente bi– /sogno di diminuire le lgro spese milita~ ri se vogliono in ,qualche modo portare a termine il loro piano settennale di svi– luppo economico. Questo punto costi. tuisce di certo una buona carta a favore degli occidentali se questi sapranno gio– carla con abilità e sopratutto di comune aécordo. Dove inv-ece i russi si domostre– ranno inflessibili, sarà sulla questione tedesca. Non ·solo Kru-sciov non è intenzionato a cedere alcuna contropartita ad even·– tuali ,concessioni avversarie, ma di già comincia • a pretendere più di quanto egli stesso spera di ottenere, contando sulla debolezz-a dell'avversario per ave– re conces.isoni. In realtà il modo di at– teggiarsi di Krusciov, oltre ad essere pa– 'lesemente arrogante, contrasta con i più elementari fondamenti della conviven– za internazionale, la quale prevede sem– pre nel suo gioco politico le regole del « do ut des >>. Krusciov per ·Berlino non solo non vuol concedere nulla, ma pensa proba– bÌlmente a « sterilizzare )), per ,così di– re, questa isola occidentale entro il mondo comunista. Il primo passo po– trebbe essere costituito· da una demili– tarizzazione dei settori occidentali della città, allo scopo evidente di attenuare l'fnteresse degli occidentali per Berli– no. H secondo passo potrebbe essere co– stituito da una sempre maggiore inten– sificazione dei rapporti economico-poli– tici fr-a Berlino-occidentale e la nuova Repubblica Comunista. I sovietici con– tano su una maggiore stabilizzazione della politica interna nella D.D.R., una voltà eliminata la testa di ponte oc-ci– denta-Ie di Berlino. Questa città è infat– ti ormai l'ultimo legame esìstente fra le due Gernianie, ed ,è un po' il simbolo della speranza tedesca alla riunifica– zione. ·sotto questo profilo; il problema di Berlino, complicatissimo nei suoi detta– gJi e nèl difficile gioco diplomatico, si semplifica nelle sue forme essenziali. Nessun uomo politico tedesco può ac– cettare un compromesso che significhi una capitolazione anchè di proporzioni

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