l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960
( l'ordine civile cittadinanza romana a tutte le province, se era un atto auda– cemente innovatore, rivelava di fatto l'intera grave crisi dello stato romano, il quale sopravvisse un altro paio di secoli grazie alla radicale trasformazione ,di Diocleziano. La saggez– za dei governanti britannici è tutta qui : quella cioè di liq-ùi– dare lentamente l'impero senza lotte sanguinose. Nè vì deve essere dubbio su ,questo : gli inglesi cedono perchè sanno che ormai non potrebbero resistere e la sconfitta di Suez lo ha ben chiaramente dimostrato. Ma quali sono ·d'altroll'de quei legami spirituali che da soli potrebbero dare un significato reale e -duraturo al Commonwealth, -dato che quelli econo– mici specie tra stati così -lontani geograficamente non ,pos– sono non essere che estremamente incer.ti e provvisori? Il Canadà, più che nazione britannica, è una nazione occidentale e atlantica, non solo per la plurinazionale com– posizione della sua popolazione, e per l'influenza spirituale francese, ma per i profondi legami che essa ha con gli U.S.A. Quindi n'el gioco politico ed economico era naturale che, no– nostante tutte le apparenti prese di posizione filobritanniche, graviti sostanzialmente entro l'influenza della grande confe– derazione per quanto riguarda i ·problemi di fondo. I Domi– nions asiatici, e principalmente l'India, restano per molti– versi un ccre:bus » che ·gli stessi inglesi hanno probahilmente rinunciato di decifrare a fondo e si mira piuttosto su una politica di « gentlemen agreement », fondandosi sulla edu– cazione avuta ad Oxford e Cambridge delle classi attualmen– te dirigenti oppure su tradizionali clientele economiche. Ma anche ,questo è legato ad una politi,ca provvisoria ed H fu. turo di questi paesi è ,politicamente ed economicamente assai incerto. Tutto sommato, la formazione dei dominions non abitati da euro·pei ,ha rappresentato sovente motivo di incertezza nel– la linea seguita dal governo britannico, come ad esempio sta dimostrando l'attuale crisi del >Sud-Africa. In questo mem– bro del Commonwealth si è venuta a cteare una situazione insostenihHe a causa dei gravi errori commessi dall'Inghil– terra nel passato, aggravati dalla assai minore duttilità poli– tica dei •boeri in confronto agli inglesi. Oggi l'Inghilterra è a parole contro le discriminazioni razziali nell'Africa del Sud, ma chi conosce_ un poco il mo·do di procedere passato· degli inglesi nei confronti dei popoli colonia,li può nutrire •qualche dubbio sulla profonda carica ideale c·he animerebbe il governo .britannico nell'attuale con– troversia. Sem'hretebhe invece che la vera più autentica preoccupazione inglese sia da porsi in relazione con i ccbu– siness » che sarebbero certamente compromessi in varie parti del globo non ahitate da inglesi e segnatamente in quegli stati asiatici e africani :facenti parte del Commonwealth o in procinto di divenirlo. Veramente fedeli -aU'lnghiherra sembrano rimanere sol– tanto l'Australia e la Nuova Zelanda, ma è ·anche .troppo lo– gico che tali paesi totalmente abi,tati da popolazioni di ori- • gine inglese abbiano poco da scegliere. Tuttavia essi sono trop·po p·oco importanti e troppo eccentrici nella politica mon– diale perchè •possano costituire in qualche modo elementi de– terminanti nelle stesse scelte del Regno Unito. . IO a in bianco .pag. 9 ' Stando alla logica politica se il Commonwealth dovesse, vera·mente ,costituire un tutto unico-, avente una certa coerenza negli atteggiamenti internazionali, in questo momento la po– litica di questo complesso di nazioni -dovrebbe orientarsi su un asse Londra-Nuova Delhi, essendo l'India e la ,Gran Bre– tagna i due ,paesi di gran lunga più importanti e piit rappre– sentativi riguardo anche alle molte razze e culture che vivo– no in tutte queste nazioni. Questo soltanto potrebbe essere il senso ed _il significato di un terzaforzismo britannico. Ma così non -può essere, perchè, nonostante tutto, gli inglesi sono degli euro·pei e degli occidentali. ,Ecco ,quindi il ccfondo di sacco » in cui si va lentamente dirigendo l'Inghilterra se non com– pirà quelle scelte, che si rendono storicamente necessarie nell'attuale situazione internazionale. Ma non è neppure pen– sabile che gli -inglesi decidano, in re~azione a delle scelte razio– nali sto.ricamente maturate, la loro politica : sul tipo ad esem– pio tanto . per intenderci di quelle maturate dalla Francia do,po la grande rivoluzione, e attualmente dalla Germania Federale o magari dalla stessa .Russia. La logica di tutta la stoì·ia inglese è oriéntata in sens"O diverso. Una reale possi– bilità che l'Inghilterra si accosti ,aWEu.ropa, in modo da po– ter inserirsi in una· eventuale integrazione· ·politica, si pro– spetterebbe il giorno in cui questo ,paese veramente compren– desse che il Commonwealth è di fatto finito e che invece l'unione politica europea -è un fatto reale ed esistente con cui bisogna fare i conti ed infine e-conomicamente ·vantag– gioso. Stall'do così le cose, ,è giocoforza che l'Europa si debba fare non so1o senza l'Inghilterra, ma almeno in un primo tempo contro l'Inghilterra. Ora gli inglesi secondo la loro tradizione politica giustificheranno il loro atteggiamento con– trario allìEùro1pa, avente la sua origine e -le premesse· nei privilegi ,economici conservati dall'ex impero. e nella tradi– zionale •pol,itica ispirata dalle grandezze •passate, su motivi nobilmente ideali, in -cui e:Uettivamente l'opinione puhblica inglese finirà .per credere sinceramente. Tutto sem 1 bra lascia– re intendere che l'Inghilterra giocherà la carta dell'cc Europa indivisibile », lanciando così tutta un'impostazione politica che miri a combattere ogni tentativo di allargare i contrasti fra i paesi· continentali tlecisi ,all'unione e tutti gli altri, In– ghilterra compresa, contrari ·per vari motivi aC,proces-so inte– grativo. Ora però non bisogna equivocare su questo punto: l'Europa è di fatto attualmente divisa in maniera gravissima e lo è forse anche per res-ponsai.bilità di molti di coloro che pa– ve-ntano ulteriori divisioni. E' innanzi tutto divisa in Europa occidentale atlantica e in ,Europa soggetta al comunismo. L'Europa occidentale è ancora divisa dai confini dei vecchi stati n·az,ionali, c·he nono-stante -l'impotenza di questo dopo– guerra hanno dimostrato sovente di non andar ,d'accordo e se gravi ,divisioni non ci sono state ciò si deve al pericolo sempre incombente da Est. Pertanto ogni tentativo per venire ad una unione, anChe se limitato a poche nazioni, non solo è positivo in sè, ma è essenziale ,per. dimostrare agli altri popoli la via da seguire. Se •poi fra i popoli decisi all'unione vi sono la Francia, ,la Germania -e -Pitali~, può dirsi veramente che l' 1 Europa Unita è una realtà possibile e attuabile.
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