l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960

parare, ·al proposito, dal marxista Lukacs). Una v-oha infatti che si astragga dalla componente culturale fascismo e nazismo diventano pure crisi morali; e se l'indagine viene messa su questa via, non c'è dubbio che l'interpretazione parentetica sembra fragile, perchè ridurre il fascismo all'attività di una semplice banda .•di avventurieri, s·enza radici nel passato, non è davvero una spiegazione sufficiente. Nell'esclusione dell'indagine sul momento culturale deve essere cercata, a mio avviso, la ragione del poco cammino che la storiografia sul fascismo, pur copiosa per numero ·di pub– blicazioni, ha percorso. Certo, si è ,documentato come il fa– scismo abbia sfruttato il risentimento, diretto insieme contro la gr,ande borghesia e contl'o il proletariato, e il bovarismo dei piccoli borghesi, la paura ,dell'alta borghesia, lo scontenio degli ufficiali di complemento, i complessi insieme antilibe– rali e anti,socialisti di molti .cattolici, e così via. Cose talmente chi,are da avere appena ,bisogno di dimostrazioni. Ma per sfruttare bisogna pur essere, anche nel caso del fascismo. Si direbbe che la domanda sulla sua natura sia invece accura– tamente evitata dai suoi studiosi. E' ora su questo problema dèlle componenti culturali, che vorrei avviare, in forma di sommario, il discorso : parti– colarmente in relazione al quesito posto dal Siena sulle diffe– renze tra fascismo ·e nazismo. * * * .Sono note le due principali interpretazioni al riguardo. Secondo la prima, di gran lunga la ,più •diffusa, sarebbero for– me scaturenti da una ,stessa matrice, !'«integralismo naziona– lista »; divergerebbero perciò in relazione alle diverse tra– dizioni nazionali; è del tutto ovvio che il nazismo, per-chè tedesco e non italiano, non ·poteva richiamarsi alla tra– dizione di Roma. Le diversità sono maggiori di quelle intercorrenti tra i partiti liberali, cattolici, socialisti o comu– nisti delle varie nazioni, data l'assenza di universalità del nazionalismo. Questa .assenza di universalità è negazione ·della ragione e offre la spie,gazione ,degli aspetti mitici a cui queste forme devono ricorrere. Ho esposto ,questa interpretazione nella forma azionista, negante che il comunismo sia il prin– cipale o quanto meno l'unico avversario di tale integralismo nazionalista. Ma ·è certo che i comunisti si trovano molto a loro agio con questo sc·hema: esso sembra confermare l'alter– ternativa a cui, già secondo Marx, l'umanità si troverebbe esposta, ·o il comunismo o una ba,rharie senza ·nome. Per la seconda, fascismo -e nazismo sono diversi per na– tur-a e la loro alleanza fu un errore. Per il fascismo si do- • v.rehbe parlare di due aspetti, uno dei quali, il moment·o tra– dizionalista e antigiacobino, ·manterre'bbe la sua validità e dovrebbe venire continuato. Per dire le ragioni che mi portano a discordare -dall'una e dall'altra veduta, devo prendere le mosse un po' alla lon– tana e richiamare una distinzione che ho già fatto altre volte ma che non è certamente familiare. A mio giudizio vi sono due tipi fondamentali e irreducibili di posizioni dei non co– munisti nei riguardi del .comunismo : quello della ccsfida a risposta » -e quello dell'cc inveramento >>. Secondo il primo il comunismo ,deve venir considerato nel suo aspetto di totalità, che impedisce di distinguervi una parte sana ·e una parte vi– ziata ( 1). •La resistenza implica sì una riforma di chi resiste, ma ,questa riforma non prend-e l'aspetto di un superamento dell'antitesi ,comunista in una migliore sintesi. Ricordando la influenza· che su Croce, appena uscito dagli· studi marxisti, aveva esercitato lo He:rbart, l'ho invece accostata a quegli « at– ti •,di autoconservazione », minacce di distruzione prodotti iin essi ,dagli altri reali. Secondo la tesi, del tutto opposta, dell 'in– veramento c'è nel marxismo filosofico stesso un ·momento di verità che -deve essere liberato dalla metafisica materiali– stica, e·he è anche causa dell'involuzione politica. All'interno poi di ,questi tipi si inscrivono forme che si diversificano, po– nendosi, anzi, nel rapporto di opposizione assoluta, a seconda dei valori che si intendono difendere. Chi è persuaso, ad esem– pio, del nesso inscindibile tra comunismo e ateismo, e lo ri– fiuta per questa ragione, non può non essere radicalmente av– verso a chi, vedendo nel marxismo l'ultima forma del messia– nismo ebraico, :pretendeva ,di 1purificare il retaggio morale J.:;ll'umanità -da tutto •quel .che .le è stato donato attraverso a l'ordine civile il popolo ebreo ; pur convenendo neWintendere il marxismo come una totalità in cui non è possibile isolare dei momenti che porterebbero al suo oltrepassamento., Ora il nazismo è senza dubbio una forma del primo tipo di reazione. Il .fascismo è invece a mio giudizio il primo esempio (il secondo è... l'antifascismo, nel senso che si dirà) di quella via che ,è l'oltrepassamento del marxismo in forma di inveramento. Perchè ciò sia chiaro occorre abbozzare un comple~so e tutto,ra inedito ,discorso. ' Nel riguardo della posizione dell'invera-mento del mar– xismo noi possiamo parlare di un atto di nascita ben preciso e redatto in termini dottrinali, indipendentemente da ogni preoccupazione politica: si tratta del commento di Gentile alle glosse a Feuerbach di Marx, cioè, per quel che so, del primo studio ( è del 1897) che riguardi la filosofia giovanile di Marx. ,Che in questo scritto ci sia già il germe del futuro attualismo è una verità che risulta chiara dalla sua lettura e che è già stata sottolineata dalla critica ( se pur da una critica che ha condiviso il supposto, per me errato, dell'attualismo come forma critica del marxismo, e che conseguentemente non ha potuto non arrivare, dopo la sconfitta del fascismo, a una forma di scetticismo ; non però di uno· scetticismo neu– trale, ma di' uno scetticismo che colpisce i va-lori cosiddetti occidentali) ( 2). Dobbiamo ben distinguere questa posizione di invera– mento dal revisionismo. In questo, infatti, si tratta, di isolare quella che si pensa ,essere la parte sana del marxismo { la sua economia, la sua sociologia) e di pensarla sotto diversi pre– supposti filosofici o indipèndentemente da ogni presupposto di tale natura; nella tesi dell'inveramento si intende invece enucleare l'aspetto positivo della filosofia di Marx, per quel che è irreducibile a ogni altra forma di pensiero mo:derno, e soltanto si pensa di liberarlo da quel che in esso c'è di meta– fisicistico e di materialistico. Posto ciò, si intende l'importanza -che deve assumere l'illustrazione della coincidenza tra il suceesso politico del fascismo e il successo culturale d~ll'attualismo nel primo dopo guerra, e l'approfondimento dell'incontro tra Gentile e Mus– solini - tra i rappresentanti di due direzioni che non avevano sino allora avuto il minimo i:apporto, il socialismo rivoluzio– nario romagnolo e l'heg~lismo napoletano -. Bisogna ,a'b– bandonare a ,questo proposito l'idea altrettanto falsa che dif– fusa di un paradigma unicò del rapporto tra filosofia e poli– tica. In realtà, i tipi di rapporto sono di una varietà indefi- , nita e non si lasciano incasellare nel modello uni,co del di– scepolato. Prendiamo, ad esempio, il rapporto innegabile che intercorre tra Croce e Giolitti, rapporto di cui molto si è discorso, ma .che non è staio finora definito con la precisione desiderata ; si tratta ovviamente di un rapporto del tutto diverso da quella Lenin-Marx e anche da quello Gentile- Mus– solini. Tra attualismo e fascismo vi è una serie di coinc,i.denze che, se non altro per la loro somma, non possono essfi-e ca– suali. Le accuse principali mosse all'uno e all'altro sono le stesse: attivismo •e solipsismo (si accennerà com~ il solipsismo sia un momento necessario dell'attivismo). All'irrazionaliz– zazione dell'hegelismo compiuta da Gentile corrisponde l'ir-, razionalizzazione del socialismo rivoluzionario compiuta da Mussolini. L'attualismo sembra il corrispettivo culturale di quella c"hiusura ,dell'Italia ,al mondo, con una pretesa di supe– riorità in ragione del dinamismo, •che fu propria del v.en- tennio. 1 Ma vediamo le ,cose un po' più -dappresso. Negli anni tra il '2·2 e il '29 la cultura gentiliana ha assicurato la conti– nuità tra il fascismo e la vecchia tradizione deH~ consacra– zione ·hegeliana del liberalismo risorgimentale: continuità idi cui _il fascismo aveva bisogno per inserirsi nella -classe diri– gente. E' stato detto, con qualc-he aspettq di ragione, -che Gentile 'fu il teologo del futurismo. •Possiamo qui osservare, a rovescio, ·che furono l'attualismo e la sua ,prospèttiva sulla storia del Risorgimento a permettere al fascismo quell'inse– rimento nella tradizione, senza la ·quale nessuna linea ·politica può resistere. E' questo il senso che a mio giudizio deve venir attrilbuito alla frase, spe.~so ripetuta, su Gentile ccfilosofo del consoli-damento -del fascismo » ; in una formula approssima– tiva po'!lsiamo dire che la differenza tra il vecchio hegeli~mo

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