l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960
l'ordine eivile pravvivenza delle proprietà individuali è consi·derata provvisoria, ma con tutta evidenza potrà prolungarsi indefinita– mente poiché le difficoltà dell'agricol– tura collettivizzata nell'Europa orien– tale non sono_diminuite con il trascor– rere degli anni. RAZZISMO L'Islam degli e Stati i negri Uniti Negli Stati Uniti si segnala da .qual– che tempo un nuovo atteggiaménto fra le masse negre. La reazione ai bianchi e alle loro inconsiderate manifestazioni razziali ha portato a uno stato d'animo molto preoccupante sul terreno religio– so. Identificando infatti i bianchi come « i cristiani », i negri americani passa– no a gruppi sempre più forti all'Islam. Quello che è peggio : anc:he fra i ne– gri già cristi1;tni si notano non poche defezioni a favore dell'Islam. E questo movimento è ben constata'bile special– mente nel noto quartiere negro di New York, Harlem. La spinta verso l'islami– smo tende a diffond·ersi nelle altre par– ti del paese e forse oltre. Dopo decenni di paziente sopporta– zione delle prevaricazioni, operate ai loro danni, dai bianchi cristiani, i ne– gri ora si sentono al limite della sop– )ortazione anche per il fatto che i lora fratelli ,d'Africa e i « colori » di ogni parte -del mondo vanno rapidamente a-f– fermando e conquistando i propri d•i– ritti di indipendenza e parità coi bian– chi. Il fatto -di appartenere alla razza negra surnita ora in loro, al contrario del complesso di inferiorità del passa– to, un senso ,d,i fierezza razziale e di so– lidarietà con i proprio corrazziali di al– tri continenti. Anche· se la ·Chiesa, molti politici e in genere la maggioranza dei bianchi americani ,desiderano e prevedono un graduale progresso e una promo~ione delle masse negre, •questo appare per gli interessati un processo a troppo lun– ga scadenza e •quj.ndi inaccetta'bile. I ne– gri si accodano così a chi predica loro l'odio per i. hianc.hi e minacciano rap– presaglie violente. ,Di conse,2;uenza, fra i 500.000 negri di Harlem il fermento ha raggiunto un tale accrescimento che i bianchi non si sentono più sicuri nel quartiere e incidenti capitano non di rado. · Si passa quindi, ogni giorno più, dal– l'atteggiamento p-assivo a quello ag– gressivo. Si è cominciato col boicottag– gio verso le imprese del sud del paese, che. fanno disciiminazione fra le genti di colore. I propagandisti anti-bianchi trovano molto favore · e fra questi si mescolano spesso i comunisti. Quelli però che incontrano più successo sono i propagandisti della -setta detta « Tem– pio d-ell'Islam », movimento nettamen– te anti-bianco e anti-cristiano. Tali pro– paQ;andisti den~iscono chiarament~ la Bibbia cc il libro del veleno )) e diffon- dono l'idea della predominanza del nu. mero dei neri sui bianchi nel mondo e come la massa negra abbia il suo pro– feta in Maometto. Per ora si conside– rano già sui 100.000 i seguaci di que– sto movimento islamico. Unieo freno alla spinta del movimento è l'apparte– nenza a-d esso di non pochi elementi cri– stianizzati. A fianco di •questo fenomeno se ne è, di recente, verificato un altro parallelo. Un gruppo ·di preti copto-ortodossi etio– pici si è messo a far proselitismo fra i negri ed ha suscitato vivo interesse e simpatia, poiché si è detto che quello è il cristianesimo per i negri, dato che i propagandisti ·so.no africani autentici. Comunque volgano simili correnti, esse rappresentano senz'altro una con– danna dell'atteggiamento dei cristiani degli Stat-i Uniti riguardo al' problema negro. Se infatti si fosse agito più cri– stianamente e decisamente, sarebbe sta– to il ,Cristianesimo a diffondersi e non altre sette di oscura e pericolosa origi– ne. Ed oggi anche l'azione chiara e evo– lutrice del clero cattolico bianco a favo; re dei negri non viene compresa né ac– cettata e difficoltà sempre maggiori ,e nuove le si affacciano. E chi guadagna, come in Africa, ,è l'Islam. GHANA Imperialismo africano Lo Stato di Ghana, come primogeni• to fra gli organismi indipenilenti ael– l'Africa nuova, accampa dei quasi dirit– ti ad una "leadership" fra i confratelli stati africani, ora indipendenti o in via di diventarlo entro •l'anno. Alcune pe– dine sono ceriamente a suo favore, seb– benr, ad esempio la Federazione del Mali e il grosso Congo non abbiano al– cuna intenzione di accadarsi al piccolo Ghana. N'kmmah può esser un grande politico ( anche se si fa scrivere i discor– si da altri) ma non è detto per ciò che possa imporsi a dei rappresentanti di organismi di tanto tpiù grossi de.l suo. Intanto il IO marzo scorso il Ghana ha diretto una nota alla Francia, man· dataria di parte del territorio del Togo, per accampare diritti verso quella ter– ra. Parigi ha risposto il 26 seguente precisando che non vi è alcun progetto di costituzione togolese e che la pub– blicazione ,di documenti diplomatici ri– servati, come aveva fatto il governo di Accra, era CO'sasconveniente e tale da turbare il buon ,popolo togolese. lno1- tre Parigi rispondeva seccamente alle presunte macchinazioni anti-',ghane-ane attribuite alla Francia. Infatti Accra accusava la Francia di servirsi del Togo come base per eventuale attacco al Gha– na, per modifiche di frontiera. In conseguenza di ciò, Parigi faceva emanare- un analogo documento di dop– pia smentita anche ,dal governo togole– se, assicurando che il Togo non aveva alcuna intenzione di ricorrere alla vio– lenza nei riguardi dei vicini, ma con– I ermava il .suo modo di vivere e di agi, re secondo i principi della democrazia pag. 13 e nello spirito della carta dell'ONU. Ritorcendo le accuse, Parigi e il To– go manifestavano· al• governo di Accra la loro preoccupazione per ,le informa– zioni pervenute, circa preparativi nel territorio del Ghana in vista di un'azio– ne contro il Togo. Inoltre i francesi fa– cevano sapere a N'krumah che essi era– no al corrente de.lle dimostrazioni anti– togolesi svolte al confine, ed alle quali anche ministri del Ghana avevano pre– so parte con discorsi violenti. 1 Il 27 aprile si verrà alla proclam'a– zione dell'indipendenza del · territorio sotto ,mandato francese, e per quella da– ta, pare che il Ghana voglia prendere posi'zione inviando un ultimatum con i propri desiderata. Intanto si lavora alla frontiera del Ghana per preparare disordini nel To– go per questa data. E Parigi denuncia inoltre l'addensarsi di forze armate gha– neane alla frontiera del piccolo territo– rio limitrofo. Perciò il governo di Pa– rigi dichi·ara decisamente che farà fron– t.e ai suoi impegni riguando all'O.N.U. e ai diritti del Togo. · In altre parole, N'krumah non ha fat– to mistero che i.I Ghana desidera annet– tersi il Togo francese e cercherà di far– lo in tutti i modi : o con le buone o con le cattive. Per esser un paladino della democra– zia nuova africana non c'è male! ... Ma quello che forse è peggio, si è ·che il Ghana può permettersi certi atteggia– menti baldanzosi e evidentemente im– perialisti, perché sa di esser sostenuto sia in sede intera/ ricana, almeno in parte, sia anche da qualche Potenza oc– cidenta.fe o quasi. LIQUIDAZIONI Italiani . ID Libia Dopo la conclusione degli accordi, - • che saldavano le pendenze della guerra fra l'Italia ,e il Regno Unito della Libia, poco o nulla è più apparso sulla grande stampa italiana a riguardo -della situa– zione e degli interessi degli italiani in Libia. I commenti imlmediati furono in ge– nere favorevoli. Poi la ratifica, da parte italiana, si fece a lungo attender-e e, fi. nalmente, dopo circa due anni, venne. Si piJ.SSÒ -così all'es_ecuzione •e fra i con– nazionali rimasti in terra africana si diffuse una certa euforia. Poi cadde di nuovo il silenzio. L'anno scorso qualche sparuta voce, sospetta perché da fonte sinistrorsa, attaccò gli accordi definen– doli la hquidazione delle nostre posi– zioni. E questo, beninteso, non per at– taccare il giovane stato libico, ma sol– tanto per svalutare e metter in stato di accusa la politica estera del governo na– zion_ale. Poi di nuovo il silenzio. Intanto, in Libia, si ·notavano sempre più chiari due atteggiamenti verso gli italiani che, 'nonostante l'emòrragia mi.– gratoria verso l'Italia, erano rimasti ancora in un forte numero di oltre ·35 mila 1;1nità. Un gruppo, fra ·cui a\cunj \ \
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