l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960
pag. 12 l'ordine civile -----------------------------------------~-------------- pofo'hé gli « am1c1 ii del sen. J o_hnsons erano preoccupati dei troppo ra,pini progrèssi di Kennedy. Anche gli amici di Symington si era– no coalizzati dalla parte di Humphrev, ma, nonostante tutto, il senatore Ken– nedy ha vinto. Tuttavia gli ambienti politici americani sono concordi nel considerare ·che la corsa alla convenzio– ne ·è ancora aperta. Il senatore Kennc– dy ha avut9 480.000 voti e Humphrey 371.000, Nixon 339.000. La parte,cipa– z:ione dei -democratici alle elezioni ha superato di 240.000 unità quella del 1956, anno della elezione di Eisen– hower, il quale ottenne 437 .000 voti nelle •primari-e (in:feriore quindi a Ken– nedy) e 954.000 nelle elezioni presirlen– ziali ,di novembre. Si pone perciò il problema di stahi– lire a cosa si•a da attribuire l'accrescer– si -dei voti democratici e -dove sono mi– grati i voti dei repu'bblic-ani. Talvolta è accaduto persino che gli avversari ,a'bhiano votato il candidato· ritenuto più debole sul piano naziona– le ; ·pure questo non è il caso di Ken– nedy; perciò qualcuno parla di una cc solidarietà cattolica ii che avrebbe spinto molti correligionari a votare per il democratico Kennedy. Il 1paradosso ,è che mentre il senatore ·del Massachussettes ha buone ragioni per -cercare di tenere lontano l'elemen– to confessionale dalla competizione -elet– torale, esso sem!br.a invece ,aver ,giocato •un certo ruolo. Se 'questo accadesse an– che in altre primarie, •potrebbe ,finire per ·danneggiare Kennedy. Ora i politici ,dell'équipe di Kenne,dy stanno studiando attentamente i risul– tati elettorali, per sta!bilire le eventuali azioni da intraprendere. Parte di questi esperti si sono già trasferiti nella Vir– ginia occidentale, per preparare anche qui la ,campagna per le •primarie. :E' indu 1bitabile che lo svolgimento delle attuali elezioni presidenziali offre un :quadro molto interessante per esa– minare da vicino la realtà ,politica e sociale ,della -confoderazione nordame– ricana, •nella quale sembrano agitarsi fermenti di rinnovamento riguardo a problemi tradizionali. EUROPA CO.MUNIST A ·un di problema politica agricola Due contrastanti prese di posizione di autorevoli organi di stampa co-muni– -sti hanno riportato recentemènte in pri– mo piano uno dei prablemi fondamen· tali ,de.ll 'agricoltura nei paesi dell'Est europeo : quello -della coesistenza tra il settore "socialista" e il settore privato. Le forme· in oui •si attua questa coesi– stenza variano da paese a paese. Fra tut– ti, co-me ,è ,del. resto ampiamente noto, si distingue 1a .Polonia, ove i pochi sov– cos e colcos ( rispettivamente fattorie di stato e fattorie collèttive) sono -sover– chiati per estensione ,dalle piccole p~o- • prietà im/,ividuali e dalle cooperative liberamente formatesi dopo_ l'avvento di Gamulka al potere. Sepbene tra i fini ultimi del P.O.U.P. rief!tri naturalmen– te la collettivizzazione integrale nelle cmnpa.gne, al giorno d'oggi il settore "socialista" non rappresenta che una piccola parte, e fra le meno produttive, dell'agricoltura. Negli altri paesi comunisti il prob·le– ma si presenta diversamente: non c'è una coesistenza dei due settori su di un piano di parità, e tanto meno una pre– valenza di quello individuale. Il settore fondamentale è quello "socialista". Su di esso s'innesta il settore privato, più o meno esteso secondo {paesi, sotto for– ma o ·di piccole proprietà irodividuali o, ed è questo il caso economicamente più rilevante e politicamente più interes– sante, di piccolissimi lotti di terra che appartengono in esclusiva a contadini i quali sono nello stesso tempo membri di fattorie collettive. E' questo residuo di pro,p,rietà pri– vata, esistente anche nei paesi ove la collettivizzazione è 1più spinta, che pone ai dirigenti camunvsti problemi econo· miei ed ideologici. Senza che si giuroga alle aspre contro,versie a suo tempo pro– vocate dal dietro-front com,piuto da Gomulka in Polonia con lo scioglimen– to della maggior parte dei "collettivi" che erano stati imposti ai contadini, l'atteggiamento da assumere nei con– fronti del fenomeno f o-r.ma oggetto di vedute contrastanti ed è tutt'altro che uniforme nei vari paesi dell'Est eu- ropeo. 1 Nelle ultime settimane è emersa, per esempio, la diversità dJgli atteggiamen– ti assunti dai dirigenti I cecoslovacchi e da quelli bulgari. Mentre i primi ri– tengono che i contadini dedichino trop– pe cure alle loro proprietà individuali, trascurando il lavoro rollettivo, i se– corodi so.no arrivati al punto di indiriz– zare un monito ai dirigenti delle fatto– rie collettive perché si astengano dal cercare di comprimere le ,Jttività agri– cole individua-li. E' •vero che in Bulgaria il settore "socialista" abbraccia ormai il 95 per cento dell' agrico1tura, e ben poco rimane all'iniziativa privata, ma in. Cecoslovacchia la situazione non è molto diversa, poiché le terre colletti– vizzate ammontano all'85 per cento del totale. Il mensile teorico del P.C. cecoslovac– co "Nova Mysl" ha lamentato ultima– mente che, nonostante Fesvstenza di una• legge che limita l'estensione della pro, prietà privata a mezz9 èttaro di terra ( un ettaro nelle zone di montagna), quasi il 30 per cento delle fattorie igno– ~ano •questa -disposizione e accordano ai loro membri lotti più estesi. E' · si– gnificativo che, malgrado .la depressa si– t;uazione dehl'allevamento, comune del resto a t·utti i paesi comunisti, "Nova Mysl" (llbbia deprecato un preteso ec– cessivo aumento della produzione zoo– tecnica nelle piccole proprietà private, adducendo il timore che i contadini, approfittando della generale penuria di carne e di latticini, si dedichino a spe– culazioni, ma in realtà manifestando .la preoccwpazione dei dirigenti loca-li che i contadini apprezzino sempre più, in contrasto con il coUettivismo imperan– te, i vantaggi dello sfruttamento indivi– duale del suolo e soprattutto della cura individuale del bestiame. Simultaneamente l'organo teorico del P.C. brufgaro "Novo Vreme"ha sferrato un attacco ai dirigenti delle fattorie col– lettive che per eccesso di zelo ritirano ai contadini i piccoli lotti lasciati loro· per lo sfruttamento individuale o ac– quistano loro, esercitando ogni sorta ·di pressioni, i pochi capi di bestiame che l'attuale ordinamento concede alle sin– gole ,famiglie. "Gli acquisti di bestiame - ha scritto Novo V reme -- sono stati talvolta effettuati in spregio al princi– pio deUa volontarietà, con ingiustifica– te decisioni amministrative e con pres– sioni sui membri" .. Occorre tuttavia notare che per en– trambi i periodici comunisti, i quali d'altronde non fanno che conformarsi in ciò a un principio unanimemente accolto nell'Europa orientale, la soprav– vivenza di piccole proprietà private rap– presenta una fase transitoria nello svi– luppo dell'agricoltJura verso il sociali– smo. "Dal punto di vista psicologico - ha osservato Nova Mysl - l'agricol– tura individuale rappresenta per l'ex produttore privato un ponte che con– sente la' definitiva sostituzione del pen– siero socialista al pensiero piccolo bor– ghese". Questo princvpio generale è lungi,· co– me si è visto, dal concretarsi in un'uni– voca linea di condotta. Nella maggior parte dei paesi comunisti la sopravvi– venza delle proprietà indivi,d ,ua.li , inde– siderabile ideologicamente, è peraltro ritenuta necessaria da un •punto di vista economico. Si pensi che in Ungheria, dove a seguito ,dell'ultima campagna per la collettivizzazione il settore "sociali– sta" è passato dal 50 al 72 ,per cento, il Partito non cessa di sottolineare l'im– portanza dei lotti individua.li ai fini del mantenimento del -livello della produ– zione durante la crisi di transizione. Istruttiva è la stessa esperienza sovie– tica. Quando nel gennaio 1958 Krusciov. consigliò i contadini _di vendere i capi di bestiame di loro proprietà alle fat– torie collettive, alcuni dirigenti locali non tennero conto de.Il'avvertimento che si accompagnava al consiglio : non eser– citare pressioni sui contadini. Come ri– sultato delle vendite forzo se avvenute un po' dappertutto, si accentuò il rista– gno della produzione zootecnica e il principio della volontarietà fu insisten– temente ribadito per prevenire ulterio– ri danni. Sicch~ oggi nell'Unione Sovie– tica è tuttora proprietà privata il 52 per cento del bestiame, e il 51 per cento della produzione lattiera, il 51 per cen– to della produzione di carne e l'82 per cento -della .produzione di uova provie– ne da fonti ,private. Il settore , privato mantiene dunque una importanza fondamentale nei paesi comunisti, soprattutto nel campo ove la collettivizzazione si è rivelata più de– leteria, quello dell'allevamento. La so-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=