l’ordine civile - anno II - n. 6 - 15 marzo 1960
l'ordine civile con una libertà :di ap-prezza~ento così sicura-e schie'tta da ammettere alcune « venrà » dmanzi a cui il ·comunismo di inieÙ1,gnent;a ha sempre opposto une fine de non recevoir. (( l'ton è un caso cne proprio in ltalia, -dove i1 movimento opera.io è meno che ~ai settario, questi problemi (religiosi) acqmsti-no particolare spicco ». « Credo - co-ntmua Lukacs - che voi tutti abbiate letto - ed è una questione interes• sante, sui cui .particolari nou mi posso dilungare in questo iuogo - che il sindaco di Firenze, La Pira, che appartiene alla sinistra della Democrazia Cristiana, nega il legame del cristianesimo con il capitalis~o ~d all'interno di un •puro cat- '-.. tohcesimo, ricerca la possibiJità di porre fi-ne alla miseria de1le masse e di mighorare la loro situazione economica e culturale )). (( Ura, 'ag,giunge ,Lukacs, non c'è CO~~ più facile e semplice che accusare La Pira di inconseguenza sia teòretica che in campo politico-economico. Ma credo eh~ così facendo finiremmo per trascurare ,i tratti essenziali 1 di questo fono• meno. Gli a•vvenimenti storici odierni provocano anche nelle masse cattoliche un forte fermento, che si rispecchia nella presa di posizione di chi tenta di risolvere in qualche _modo dall'interno della fede, .attraverso un'interpr-etaz.ione della fede, il contrasto fra i ,dogmi del cattolicesimo e le condizioni di vita degli. operai, dei contadini e degli -intellettuali. E' mia ,precisa convi.nzione che ci si trovi appena agli inizi di un tale movimento ». ·Nè qui è ancora tutto. Lukacs non respinge in via di principio, nella parte più ampia e dimostrativa ,deJla sua conferenza, neppure .alcune << tesi »- dell'insegnamento ponti– ficio.· (( Nessuna civiltà -:-- egli scrive - storicaménte determi– nata, neppure la civiltà medioevale può ,definirsi tout court - come .za civiltà cattolica ». l< La Chiesa è, ,nella sua essenza, immutabile, ma assume sempre e costantemente ciò che essa reputa utile •per sè, •quindi anche forz-e politiche e idee so• ci•ali ». La stessa •polemica èhe il cattolicesimo, sempre attra-~ verso la sua suprema autorità, conduce contro le posizioni giusnaturalisticne, mantenute a sostegno di una (( incondi– zionata ,apologia del capitalismo » è un atteggiamento non facilmente coudannabile come reazionario. ·E neppure la teologia cattolica non è tutta nera : (( vi sono alcuni notevoJ.issimi teologi che non vogliono liquidare più il marxismo semplicemente .con un· cenno -,della mano, come se si trattasse di una sottospecie del materialismo vol– gare, perchè sentono ormai la -necessità di -discutere seria– mente i problemi marxisti. Il padre gesuita Bri:ikmuller scrive per esempio che non bisona abbattere il comunismo, ma si deve battezzarlo, riplasmarlo nel senso del cristianesimo. '\'\ 7 et– ter ... accenna a determinate somiglianze tra tomi-smo e mar– xismo ». 4. Intendiamoci bene, Lukacs1 no-n ha nessun.a conces– sione da fare; semmai,- suppone che gliene siano state fatte. Tutta-via egli (( ragiona » : e cerna di tracciare e di ·sailvagua.r– dare la sua linea ragio-nando. Che è una grande ll novit_à », per i-1 comunismo. Dato storico incontrovertibile è che il cat– tolicesimo controllò e in parte guidò il.passaggio dal feuda– lesimo a-1capitalismo. Ma il passaggio dal capitalismo al so– cialismo è qualitativamente diverso, e credere c}le possa an~ cora una volta mediarlo il cattolicesimo sarebbe supposizione fondata su una (( falsa analogia storica » ( p. 28). Tale certezza peri>, avverte Lu•kacs, devè emer-gere da un contesto ·di fatti e di esperienze analizzati criticamente, al di qua di ogni a,priori,smo e di ogni <e fede ». , R•adice del settari,smo è il dis{attismo, è il sospetto -che lC se noi ci misurassimo con i teologi cattolici in libere discus– sioni seru;-a-avere dietro di noi alcuna forza orga.nizzata·e senza biblio ca inobianco ' r,ag. 9 poter-contare ·su null'altro ehe il nostro sapere e le nostre argòmentazioni, saremmo irrimediabilmente sconfitti» (p. 29). Ma non è dal t( tipò di "riv-elazioni" cui sino alla morte di Sta'lin ci ,eravamo abituati » che il comunismo trarrà la forza per i suoi successi pacifici. (( L'obiettiva situazio.ne mo-ndiàle ci offre in questo campo ;grandi possibilit,à; e pure noi ci troviamo anco.ra , in generale, su una -difesa molto· debo– le» {p. 30). 5. Mentre la religione di.mostra una vitalità ed una ca• pacità di .resistenza innegabili, la filosofia è senz'altro il tocus minoris resistentiae della civiltà borghese. V a bene che Lukàcs prende -come paradi,gmatiche le te.stimonianze di un Sartre, senza contare che per il filosofo francese lo ((spe;cula– re JJ sulla crisi .fa parte del suo programma di assimilazione deca,dentistica del marxismo. •Ma,Luka~s ,prende _oecasione ,dalla crisi filosofica ddl'oc• cidente per lanciare contro il do1gmatismo marxista un attac– co ancora più serrato e decisivo. (( Il dogmatismo stali– niano ,pensava che le ideologie sarebbero ca,dute senz'altro di per sé, ma che, ,d'altra parte, esse erano liquidabili con la forza. Quindi non prendeva nemmeno in considerazione il f~tto che in questa nuova situazione ( di crisi della filosofia borghese) solo i marxisti ,e nessun'altro avrebbe potuto infìui– rn ideologica.mente sulle ·masse 'non marxiste... e condurre su ..n.uove vie gli intellettuali non marxisti >> (p. 34). Invece è chiaro (( che J'ideoÌogia borghese non crollexà -automaticamente: la filosofi.a borghese e la scienza borghese sono·sì entrate in una crisi ideale, ma noi dobbiamo -abbat– terle: abbatterle •però non· con le .armi -dell'Annata Rossa, ma con le ,armi ,del marxismo-leninismo, del vero sapere e della conoscenza della rea-ltà » (p. 37). 6. - Anche ,filosofi (( realisti » della razza d'un Lukacs sanno dunque sognare ad occhi aperti, e trascinare un popolo nei loro sogni. • • Lukaos disarma .idealmente ;il comunismo dell.a dava di ferro, ,per offrirlo -generosamente, dopo Stalin, come a~go– mento ràzionabile, come fattore -di civiltà dialo,gica. Ma -il marxismo-leninismo, come cultura, come propo– ·sta spirituale, appena ,preso sul serio e <l provocato » ~da un popolo, Ìlon incaricherà di una .risposta ~rn:i-anamente infalli– bile e irresistibile il (( teorico » Lukaés;'bensì l'Armata Rossa. Certo, la (( follia » di Lu·kacs vibra di una nota tragica di presaigi,o, come se la spaventosa doppiezza del •comunismo fosse lì lì per tradirsi in quell'atroce frattura che avrebbe ,posto lui Lukacs, -gli intellettuali, la siucerità, la verità, l'umanità da una parte, rl fuoco .dei carri armati sovietici dall'altra. La mir.a del (( teorico » era stata perfetta: egli aveva fatto, con po,che verità, nel rispetto -più iugegnoso ,e guardingo dei cl princìpi », il suo dovere ·di (( edificatore della Ragione ». Ma il suo esplicito consentir,,i -alla ((critica » sui punti essen• zia.li ·del contrasto ideologico avrebbe potuto fondere la cer– vi~e di piombo -del co:rnunismo. senza conseguenze rivoluzio– narie? , Così è finita che nello spazio tra strategia ·e tattica, tra principi e pratica settaria, il comunismo ha incastrato Lukacs e il suo •popolo come .in una trappola. Ora Lukàcs e il co• munismo ·stanno tr.a loro in un rapporto che non era nell'or– dine uè delJ·a contraddizi,one massima nè delle contraddizioni tecniche, miimtè, facoltative: è un rapporto di aggiram91to / • h 11 .1 • d 11' • • · • recipro-co, -e e, ne a - 0 ,1o•g1ca e . antitesi progresso-reazione, porta all'inversione e alla •confusione di tutte le parti. Chi a,gi-sce? Chi ,patisce? Dov'·è il progresso? Dov'·è la reazione? ,
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