l’ordine civile - anno II - n. 6 - 15 marzo 1960

bi pag. 14 1957, pari a 146 kg. Sempre negli stes– si anni, il consumo pro-capite in Polo– nia di patate è stato_ pari a 230 kg. e in Italia a 50 kg., quello dello zuc– chero rispettivamente di 28,6 kig. e di 17 .kg., quello di carne magra ,di 40,3 kg in Polonia ( esclusa la carne equi– na, pollame e selvaggina) e di 21 -kg in Italia, quello .di grassi 13,5 k,g. e 14 kg. Risulta altresì che nel 1949 il consumo di latte in Polonia è stato di 210 litri per a,bitante (escluso il lat– te trasformato in burro) ,e in Italia, ne– gli anni 1948-49, di 76 litri e dJ 100 litri nel 1956. Ad ·occhio e croce è pos– sihile calcolare che, rispetto all'italia– no, il polacco ha avùto a disposizione cereali e grassi nella stessa misura, pa– tate in misura più che ,quadrupla, zuc– chero in misura superiore del 60% cir– ca, carne e latte in misura doppia. Non sembra -poi tanto poco. Ed ecco,· sempre secondo la stessa ri– vista, gli obiettivi da raggiungere nel •1965, per migliorare il tenore di vita della popolazione: carne 49 ·kg; latte e derivati 420 litri; zucchero 34,3 kg; cereali e derivati 135- kp;; tessuti di cotone 23,5 metri; tessuti di lana 3 metri ; seterie 4,4 metri; calzature di cuoio 1,6 paia. I dirigenti polacchi s1 attendono molto dall'intensificata attività de i « circoli agricoli » attraverso i quali in– tendono sviluppare la meccanizzazione dell'agricoltura in forma collettiva, puntando sui benefici che la meccaniz– zazione dovrebbe dare, per operare ,psi– cologicamente sui contadini e convin• cerli ad avviarsi alla collettivizzazione. E' stato irnfatti istituito un fondo al quale lo stato verserà la diifferenza tra i prezzi di fornitura all'ammasso e quel– li· di mercato. I c;ircoli a·gricoli potran• no attingere secondo una determinà~a proporzione a tale fondo per l'acquisto di trattori •e macchinari che rimarran– no di loro proprietà, mentre i membri' dei circoli potranno valersene a secon– da delle loro necessità. I circoli potran– no anche avere ·contributi per opere di miglioria e altre. Condizioni preferen– ziali sono anéhe ,previste per le coo– perative agricole. Per concludere, i dirii,;enti polacchi si trovano di fronte alla necessità di eliminare il divario tra industria e agri– coltura, sia come struttura, sia come incremento della produttività. Per .ora è presto per pronunciarsi sull'esito del-. la nuova formula dei circoli a•gricoli, ma si nuò dire che se essi avranno suc• "esso, le resistenze dei contadini alle forme di collettivizzazione cominceran– no a diminuire. E ciò •è di p:rande im– portanza ,per Gomulka, data la •sua po– s1z10ne e le sue tesi, in quanto un· in– successo nel settore econo•mico non potrebhe non avere ripercussion_i nel settore politico. FRANCIA -U.R.S.S. I profughi Profondo stupore ha ·destato la no– tizia della "deportaz,ione" in appositi camvi in Corsica ·di alcune centinaia di profughi d'oltrecortina da Parigi, La notizia del rinvio della visita dì' Kru– sciov non ha spento le polemiche de– state dal caso, polemiche molto doloro– se, specialmente per chi era venuto a Parigi per sfuggire ad un· regime di restrizioni della libertà individuale. L'arbitrio giuridico comp-iuto dalle au– torità francesi è tanto grave, quanto insv;e~abile. Certo ragioni di ordine pubblico possono avere indotto le auto– rità francesi al provvedimento, ma so– no effettivamente giustificati i timori di qualche eventuale colpo di mano da , parte proprio di un profugo? Franca– mente saremmo più propensi a teme– re l'acceso estremismo di una qualsia– si delle parti politiche che ha most~a– to di non gradire la visita di Krusciov. Il fatto poi che vi siano state delle · discriminazioni nel provvedimento, che cioè sia stato perme~so' ad alcuni pro– fughi, fra i quali ben stranamente il Presidente della Assemblea -delle Na- - zioni Oppresse dell'Europa orientale, di rimanere a Parigi, lascia veramente molto perphessi. Va certamente contrn la giustizia e oltre i ,limiti di qualsiasi autorità costituita civile un simile at– teggiamento, negativo per un paese oc– cidentale, specialmente nel momento della visita del capo del paese guida ,fra quelli a regime totalitario. Proprio qui sta il punto della questione : la li– bertà personale e la coscieTJ,za indivi– duale vengono disinvoltamente concul– cate proprio di fronte a chi si accusa d,i tirannide. N(?llo stesso Parlamento francese si sono elevate diverse voci di protesta: il deputato Caillemer, ad esempio, ha chiesto a Debré, se questi ritiene l'at– teggiamento governati:,fo coerente con la politica di amicizia e di ospitalità sempre persegu.ita dalla Francia nei ri– guardi dei profughi d'oltrecortina. Un altro deputato, Biaggi, della circoscri– zione di Parigi, ha violentemente criti– cato· il governo, mettendo in "rilievo il fatto che, in un ,certo senso, la polizia francese si è trovata a dover collabora– re con l'ambasciata sovietica, rendendo noto a questa l'elenco dei nominativi dei profughi "deportati". Anche il senatore Leoaunnet, l'Unio– ne deali Scrittori Combattenti per la J,ibertà e il sindacato dei giornalisti francesi hanno aspramente criticato la decisione del governo Debré. C'è solo da augurarsi soltanto che il Presidente, o chi di dovere, ritorni sul– la sua decisione. anche per non dare adito. a polemiche che vossono essere solo n,ocive al!li scopi dell'incontro con il canr. del Cremlino. Nedi ambienti politici dei rifugiati rl.i tutto il mondo si è subito devlorato l'accaduto e le varie o·rganizzazioni in esilio hanno immediatamente inviato attestati di solidarietà ai profullhi col– niti dal prave provvedimento. Altre po– l~miche si so.no intrecciate sul fatto • che il, GovP.rnn non· ha nemmeno l!.arantito ln re•tituzione del lavoro ai "deporta– ti". nuestn è senza dubbio uno dei {a,; niù tri.•ti della vicenda. .N nn. indifferenti sono anche gli svi– fon TJinolitici del caso: lo sfruttamento della in/ elice decisione governativa da l' ç,rdine civile parte dellé sinistre non farebbe • che ,:endere più tesa una situazione interna, già di per sè difficile ed incerta. L'errore è però f~cilmente riparabi– le : speriamo che il Governo restauri per i profughi una situazione perlo- 11'/,enonormale; cioè che •le autorità francesi dimostrino, durante la visita di Kr.usciov, se non l'equilibrio almeno la comprensione necessaria ad un gover– no civile, fondato_ non sulla tirannide, ma sulla giustizia. XX ANNIVERSARIO La strage ·di Katyn In un giorno imprecisato del marzo 1940 da quattro a cirnque mila prigio– nieri di guerra polacchi, in maggioran-– za tlfficiali e sottufficiali, furono tru– cidati nei pressi di Katyn, località a una dozzina di chilometri da Smolensk, nella Russia bianca. Oggi il mondo intero sa a chi deve essete fatta risalire la responsabilità dellà strage. forse la più spaventosa della seconda ,guerra mond1ale com– messa a danno di •priigionieri di guer– ra. Troppi indizi sono venuti alla luce perohè si possa dubitare delle respon• sabiiità che gravano sulle autorità so– vietiche, nè del resto alla imponente documentazione che le attesta è mai stato contrapposto da parte sovietica un materiale documentario anche lon• tanamentte altrettanto valido. Il problema delle responsabilità è pertanto attualmente superato. Inchie– ste minuziose sono state condotte sia dura~te la ,guerra, quando le autorità di occupazione tedesche lar.gheggiaro– no in permessi perchè chiunque, com– presi ufficiali alleati fatti prigionieri, constatassero di persona l'entità e l'ori– gine della stràge, sia dopo la fine •del conflitto. Queste ultime, natur~lmente, non hanno potuto essere condotte sui luoghi perchè le autorità sovietiche non hanno mai consentito l'accesso a Ka– tvn. foss'anche alla Croce Rossa Inter– nazionale. Ma sono nutrite di tali e tante te!;!timonianze e prove documen– tarie che ogni ra,i:ionevole dubbio è stato eliminato. Della strage _di Katyn si è occupata anche un 'apposita coni• mis~ione del Congresso degli Stati Uni• ti- la quale nel 1952 pervenne alla con– clusione che « nessuno può nutrire, il minimo duhhio circa il fatto che del massacro di Katyn sono responsabili i sovietici ». E- ehi <:onosce la meticolosa cu'ra e la scrupolosa obiett~vitÌt con cui si svolgono le inchieste del Comi;resso am~ric~no· saprà apprezzare nel loro iriusto valore queste semplici. conclu– sio:qi. Ma la dimostrazione più lampan-te dell; responsabilità sovietica scaturi– sce dal processo di Nor.imber,ga. Crimi– ni effera1i di og;ni genere furono attri– huiti da auel Tri,bunale straordinario ai gerarchi nazisti, ma la strage di Katvn non venne inclusa nell'atto di acc~sa, sebbene della corte facesse par• te un rappresentante sovietico e sebbe– ne delegati del regime di Varsavia se– guissero da vicino il processo, pr9nti

RkJQdWJsaXNoZXIy