l’ordine civile - anno II - n. 5 - 1 marzo 1960
l'ordine civile ne delle croci uncinate, e mentre altre– sì sembra esistere una potenziale dif– ferenza di vedute fra Bonn e gli anglo– sassoni sul problema di Berlino e la conferenza al vertice, questo nuovo in– cidente, che nei commenti politici gior– nalistici è stato spesso dipinto col ter– mine di fascista, risulta in Germania oltremodo sgradevole. Inoltre a Bonn e negli ambienti politici tedeschi si è diffusa l'impressione che si tratti di in– discrezioni volontarie venute da am– bienti politici occidentali per danneg– giare il punto di vista di Bonn, benchè anche certi ambienti della capitale te– desca abbiano espresso delle critiche riguardo ai programmi del Ministero della Difesa Federale. Si sente dire in– fatti che, data la conoscenza dell'atteg– giamento di certi membri della N.lTO . circa l'ingresso della Spagna nell'orga– nizzazione atlantica, si doveva essere più prudenti. Ma tali esortazioni alla prudenza non furono udite allorchè lo scorso novembre, in occasione della vi– sita del Ministro degli Esteri spagnolo Castièlla, il Governo Federale di Bonn' si espresse apertamente per l'ingresso de.fla Spagna nella NATO. Si considerò allora di trovarsi d'accordo con gli Stati Uniti su questo problema, dato che gli ' americani già da anni posseggono in- • stallazioni mi'1itari in ·Spagna. Ma si pensò che tale comportamento non fos– se sgradito neppure agli ingles:i i quali avevano condotto grandi manovre co– muni con la flotta spagnola. Si ha per– tanto l'impressione in Germania che nei confronti dei tedeschi si continnino a fate delle penose discriminazioni. Ri-' guardo al problema controverso si dan– no negli ambienti uffù;,iali tedeschi que– ste spiegazioni: il Ministero della Di– fesa Federale è persnaso 'che nlteriori sviluppi dell'apparato militçire della NATO debbano essere coordinati in una forma di cc integrazione organica ». Lo stesso Comando della NATO ha già dato da tempo vincolanti disposizioni riguardo alla decentralizzazione dei de– positi militari, disposizioni alle quali la Bundeswehe-r, le cui truppe ormai praticamente sono sottoposte al comple– to controllo del Comando del Generale Norstad hanno dovuto uniformarsi. Questi compiti di decentralizzazione e di disposizione strategica con.stringono l'eserèito tedesco a creare depositi di emergenza al di fuori dello stretto te,r– ritorio della Repubblica Federale e del– la stretta striscia di territorio tedesco sulla sinistra dt:l Reno. Significativi ne– goziati con altri Stati membri sono stati ' condotti finora da Bonn attraverso i re– sponsabili organi per le infrastriitture della NATO in relazione anche ai p1in– cìpi del Gen. N orstad il quale è noto· riamente favorevole ad una sempre maggiore integrazione non solo dei co– mandi ma anche delle organizzazioni logistiche. In relazione a queste esigenze furono • anche negoziate le possibiUtà di instal· lare depositi per la Marina tedesca in Danimarca e in Norvegia pur avendo bibl10 cag1noo1anco incontrato i tedeschi notevoli difficoltà psicologiche e politiche. E ciò i tede– schi hanno fatto mentre certi altri Pae– si, membri della NATO, hanno creato gravi difficoltà a questi princìpi di in– tegrazione militare. Il significato del– l'ing,resso della Spagna nel sistema dei depositi militari del[' ese:rcito tedesco --' afferma ,il Governo Federale - non significa nientè altro che la soluzione di un problema puramente tecnico-mi– litare nel quadro dell'organizzazione NATO e pertanto 'viene smentita reci.– samente la notizia del New York Times • secondo il ,quale furono condotti neg,o– zia(i puramente bilaterali con Madrid. E per.tanto sembra a molti che progetti pur{l1nente tecnici. elaborati da esperti militari nel quadro della NATO voglia no essere distorti per ·costruire un caso politico contro la Repubblica Fedetale. llMinistro della Difesa Strauss, il quale ha ,;espinto che l'iniziativa in qnesta di– rezione fosse partita da lui, sottolinean– do i riflessi politici ch!e un'azione di questo genere poteva avere, si è richia– mato nuovamente alle dichiàrazioni • espresse dal GovernQ. Federale nel no– vembre scorso riguardo all'inéesso del– la Spagna nella NATO. e che allora non ebbero vasta eco internazionale. In quel– l'occasione, oltre a proporre chiaramen– te l'ing,resso della Spagna nella NATO, si era lasciat,o intendere che a Bonn si dava grande importanza alla posizione strategica della P,enisola Ibe,rica. Nono– stante tutto ciò l'accusa fatta a R onn di voler impiantare in Spagna basi di lan– cio per razzi in dotazione alla Bunde· sweher viene recisàmente respinta. In– fatti i più potenti razzi che oggi sono previsti in dotazione all' es~rcito fede– rale tedesco, gli americani Mace, hanno un raggio di azione massiuto di 1.000 chilometri e pertanto dai Pirenei po– trebbéro giungere al massimò sul medio Reno e mai in ogni caso fino ai territori dell'Europa Orientale. Si era pensato probabilmènte di creare in Spagna pun– ti di appoggia per la Luftwaffe e proba– bilmente anche aereo porti; questo però • è negato a Bonn, tuttavia la Bundeswehr ha cercato più volte di far istruire par– te dei suoi piloti al di fuori del territo– rio naz-ionale dove gli aereoporti milita– ri sono molto affollati. Bonn ha già sti– pulato due accordi con altri membri della NATO riguardo l'istruzione· dei suoi piloti e precisamente in Turchia dove vengono assolti importanti periodi addestrativi. Probabilmente si pensava di far qualcosa di simile anche per la Spagna. Frattanto si sono avuti a Bonn colloqui fra il Ministro della Difesa St·rauss e gli ambasciatori dell'lnghil– te,rra e degli Stati Uniti. Sembra che il Ministro della Difesa federale abbia da– to l'assicurazione che non verranno create basi in Spagna senza il consenso . della NATO, e così questa penosa ed incresciosa sit1,wzione, che rischia di di– vidern ancor più la comunità occiden– tale, pare possa risolversi con soddisfa– zione di tutti. U.S.A. - Regole dìal()go pag. l!i per il • ecumenico Time pubblica nell'ultimo numero di febbraio il resoconto di un articolo di un teo-logo presbiteriano, il dott. Ro– bert Mc Afee Brown -sul dialo,go ecu– menico, a,pparso ,contemporaneamente· s{iHa rivista ,cattolica Commo,nweal e in quella protestante « ·Christian ,Cen~ tury ». L'articolo è di grande interesse sia per questo fatto, sia per il punto di vi– sta ed il tono che vi si esprimono. Per quanto si possa ricordare non era mai accaduto prima - in America - un fatto come questo : lo stesso articolo è- stato pubblicato simultaneamente nel settimanale protestante cc Christian Cen– tury » e nel !settimanale cattolico e< Com– monweal ». Di fatto l'articolo in que– stione ,concerne una miglio1·e compren– sione fra le confessioni. In ·relazione a tale problema il presbiteriano dott. Ro– bert Mc Afee Brown, professore di teo– logia sistematica al Union Theological Seminary .di Manhattan ha cercato ·di definire e< una mezza dozzina di rego– le » per· sviluppare il •crescen_te dialogo fra cattolici e ·protestanti. REGOLA N. 1: Ambedue le parti deb– bono credere che l'altra parte sia in buona fede. Questo, sottolinea il teologo Brown, non è basato semplicemente in un .comportamento civile, ma sul fatto che a 1 mhedue le _parti sono al servizio di <e Gesù Cristo ». ,Q.uesto e< ci rende fratelli. Alcuni dei miei amici prote– stanti ritengono ,che ·ci sia un atteg– giamento di condiscendenza nella defì..,, • nizione caHolica ·dei prot·estanti • quali "fratelli separati". Io non condivido tale opinione .. Ritengo che la frase è eccellente per descrivere esattamente ciò che noi siamo >>. • REGOLA N. 2: Ambedue le parti deb– bono avere una conoscenza della loro propria fede. I protestanti ··avranno più difficoltà con questo .problema che i c a t t o 1 i ci, afferma il presbiteriano Brown, parte per,chè il protestantesimo è meno dogmatico, parte cc a càusa ,di una lunga a biasimev~le tèndenza ame– ricana di identificare la fede protestan– te .con ciò che, cc io trpvo attraente >>. Ciò significherà cc due dibattiti 'nterni nel •protestantesimo >>. REGOLA N. 3: Ambedue le parti deb– bono sforzarsi di ragginngere una chia– ra comprensione della fede dell'altra. Ciò comporta due -corollari : il primo, buona volontà Iiell 'interpretare l'altra fede nella ,luce più favorevole; il se– condo, disposizione a rivedere i pro– pri pùnti di' vista. E' veramente piut– tosto comodo, per un. protestante, cre– dere che .la versione romana della for– mula cc fuori della Chiesa non vi è sa,1- vazione >> e,quivalga dire cc tutti i non cattolici ~anno all'inferno >> cosiechè ,r.i-
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