l’ordine civile - anno II - n. 4 - 15 gennaio 1960
LETTERATURA.· E COSTUl\lE La "Quadriennale., Contrariamente alle prev1s1qne for– mulate durante la fase organizzativ,a, secondo cui la massima rassegna nazio– nale d'arte si sarebbe risolta in un fal– so panorama italiana, l'Ottava Qua– driennale, deludendo appunto l'aspetta– tiva dei più accaniti polemizzanti, ci appare una vasta rassegna dell'arte con– temporanea che ha, specie in ,questa ottava ,edizione, il marcato carattere di documentazione storica; anche se la mancata partecipazione - nel settore • astratto - di Moreni, Burri, Vedova, Santomaso, Afro, Corpora ed altri (cioè i maggiori •esponenti della pittura astrat– tista), provochi un vuoto incolmabile non riempito agli o•cchi del visitatore esperto ·dagli innumerevoli lavori che ricoprono le pareti delle sale riservato all'astrattismo. • Il ,carattere storico - documentativo della mostra romana, se da •un lato - c·ome abbiamo già detto - costituisce un ·titolo di merito, dall'altro è venuto a produrr-e, specie quest'anno, una cori– fusione di valori ( forse inevitabile da– to il grande numero degli invitati e de- · gli -espositori) -che ·torna a scapito del– l'economia della mostra stessa e della classificazione delle opere esposte. Ci riferiamo sopr,attutto alle sale riserva– te agli astrattisti - ,che costituiscono un po' il punctum dolens della mancata chiarezza di allesti_mento - ove pittori di una certa notorietà e talento si con– fondono con minori di incerta e cori– fusa personalità. Ma questa confusione di valori, che salta agli occhi del visi– tatore della Quadriennale, è in un cer– to senso la inevitabile conseguenza di una mostra a ,così ampio respiro che vuol abbracciare troppe cose senza poi poterle' ordinatamente • tenere fra le b-taccia. D'altra parte la sosl.anziale dif– ferenza tra la Quadriennale ·romana e la Biennale· veneziana consiste proprio nel fatto che la prima vtiol essere una rassegna esclusivamente documentaria ( e cruindi a vasto rag,g;io ), mentre la se– conda tiene duro nel mantenere ·n suo carattere antolo!{ico, inquantoché l'e– sposizione ha carattere internazion,ale. 'N'é la poca chiarezza nell'allestimén– to riguarda solo il lato destro del pri– mo pi'ano : una •certa -confusione regn11 anche in cruello sinistro 1·iservato ai figurativi. Ciononostante, questa Ottava Quadriennale ~ è doveroso dirlo - non è inferiore aHe precedenti e,' ni> 1 complesso-,. malgrado tutte· le pecche, è riuscita ad essere una buona Quadrien- • nale. No'n 'è ·possibile a chi si è avventu– rato tra le novanta e più sale· del Pa·- lazzo delle esposizioni fare, nel giro di.· un articolo, una esauriente disamina delle opere, una scrupolosa messa a pun– to delle tendenze e delle mode ( questo possibilmente -ci riproponiamo di farlo ,altra volta) ; perciò tralas'ciamo di pro– posito i ·maggiori sui quali è stato scrit– to a sufficien~a e i minori per i quali si richiede un più attento e studiato esa– me delle opere, e -ci limiteremo solo a descrivere le' _impressioni riportate dal– la prima e ccfaticosa » visita della mo– stra. P-erò, ,quantunque di sfuggita, vo– gliamo accennare all'Omaggio a Dante degli artisti italiani, la cui sala alle– stita a metà dello spossante tragitto ap– pare come un'oasi ristoratrice •(e non soltanto spirituale )-al visitatore che ha già ·perco•rso metà del primo piano. Un omaggio a Dante, una illustrazio– ne cioè di alcuni episodi della Divina Commedia, a tutta prima ci ha fatto pensare - anche per i precedenti conati di illustrazione ,del ccpoema sa•cro ,, qua– si sempre falliti - ad un ennesimo ten– tativo scivolato nell'illustrativo e nel– l'accademismo. ·Ma scorrendo l'elenco dei partecipanti {una trentina fra pit– tori e scultori, tra cui figurano Carrà e De ,Chirico, Levi e Guttuso, Greco, Cantatore, Clerici, Campigli, Cagli, Bar– toli, .Fabb~i,. Gerardi, Gentili, Mazzul- , lo,-Pinndello e altri di chiara 'fama) ci siamo ricreduti; difatti l'omaggio ,con con i suoi -cento fogli; sapientemente e ottimamente esposti, ·ha rag.giunto un livello altamente qualitativo che, fatta qualche rarissima eccezione, ci sembra degno del poema dantesco, e non sol– tanto dal punto di vista artistico preso in. sé, bensì anche sotto l'aspetto inter– pretativo dei singoli episodi. Tornanao alle impressionj di carat– tere generale, anche solo dopo una pri– ma visita inadeguatamente minuziosa rispetto alle moltissime opere da esa– minare, ci è parso di scorger-e una spe– cie di incontenibile. fermento spirituale sia tra gli astrattisti che tra i figura– tivi; una sorta di mancata ortodossia nei riguardi delle rispettive poetiche. per cui si ha modo di osservare nei pri-· mi la ricerca di una ccforma >> e di una immarrine più <;leggibile >> e nei secon– di il desiderio di dissolvere quest'ultima in una superficie sempre meno reale e più tendente all'a~trattQ. Che non sia un sintomo, per gli uni e per gli altri, di una disperata ricerca di un nuovo lingua,ggio? Ce lo auguriamo. E anche se -questa nuova ansia,· perlomeno così come appare in questa Ottava Quadrien– nale, ha solo una importanza sintoma– tica e v:a perciò •considerata con le do– vute cautele, tuttavia non può fare a meno, di lusingarci: solo le -successive , personali potranno dimostrarci se .Par– te italiana contemporanea vive in un clima di affannosa ricerca. e anela a nuovi ideali. Tutto un discorso a p·arte andrebbe fatto per i -<< minori ,, e per cc i più gio– vani ll, ma le ·esigenze di spazio non ce lo consentono. Dicevamo all'inizio che il carattere peculiare della Quadrienna– le è storico-documentativo, dal quale scaturisce come naturale conseguenza una panoramica del costume artistico italiano. E a questo proposito è dove– roso - anche se ·penoso - constatare, come è ,stato più volte avvertito, che i cosiddetti ccartisti minori ,, sono quasi sempre i ccpeggiori ,, ; e la constatazio– ne è -tanto più amara se si •considera il carattere di basso proselitismo di al– cuni ·e le insincere ccmode ,, di altri che, ciononostante, spesso vengono. ccgonfia– ti ii anche dalla critica più autorevole. DAMIANO FUCINESE La sa~gezza inutile Su ccTèmpo :presente ,, ,di ,gennaio Ni~ icola Chia:romonte ha ricordato; con una so,rta di lucida commozione, Alhert Ca– llilUS, rievocando brevemente i suoi in– c·ontri con lo ·scrittore francese, ·cercan– ,do ·di interpretare il ,senso defla ·sua o,pera e ,della ,sua vita. Nel corso del– l'artico-lo Chiaranionte ri,porta, rico– struito su appunti, il testo ·di una confe– Tenza tenuta ,da Camus nel 1946 ,agli studenti della Columbia University di New York. In essa l'a-utore ,del ccMito •di Sisifo ,, ricordava come .la sua ,genera-– ,zione fosse nata agli inizi della ,prima •guerra mondiale -e ,co:;:ne da·l ,conflitto '15-18, all'avvento. ·di Hitler, all'agres– ,sione dell'Eti0tpia, a•pa rivoluzione ,spa- 1gnola, ,al secondo conflitto mondiale, •alla disfatta non -gli fosse ,stato ,possibile ,ricavare ·altra nozione che non fosse 1q,uelli ,dell'assur-do ( « il mo'ndo in cui :erava·mo chiamati a esi,stere era un mon– ,do a-ssuTdo e un .altro iri ,cui ,potessimo <rifogiarci non esisteva : quello deHa ,eul– ,tura era un ,mo.ndo bello·, ,certo, ,ma non era reale ... »). Ma dalla constatazione ,dell'assurdo Camus ,pa-ssa·va ·poi, ,con :quel ,salto qualitati•vo che rimane la gralllde contraddizione logica della sua ,()lpera (Io -stesso di cui par! :1. Benr,son nelle« Due fonti della religior:e e -deJla mo-rale ii) ad una concezione volonta1 ;. stica ,dell'esistenza intesa come lotta per l'a.ffermazione dei diritti. della libertà e della •dignità dell'uomo ( « ...esser ,pes– simisti quanto ,all'azioI!e dell'uomo in mezzo ai suoi simili è una viltà. -Ci -sia– mo o,µ,posti a-1terrore pcrchè ii' terrore è la .situazione nella quale la sola alter– nativà è uccidere o essere urci-~i. e la comunicazione diventa i1uoossibile »). Ma l'affermazione dei diritti dell'uomo
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