l’ordine civile - anno II - n. 4 - 15 gennaio 1960

l'ordine civile tre invecè sembra da tutti riconosciuto che lo possano fare ag~volmente nell'ambito di soluzioni capitalistiche di qual– siasi tipo, nell'ambito di forze il cui materialismo è ancora più rigoroso e con le quali raggiungono ·sempre ed ovunque dei faoili compromessi. • Cos'altro se non il pavido tremore conformista può spin– gere tutto il fronte cattolico; laico ed ecclesiastico, a pren– dere posizione contro i pericoli {magari effettivi) della·(< di– stensione » e a ·patteggiare poi, per un falso pretesto di divi– sione di campi, ,di piani e di ,competenze, con dittature e mono·poli, con razzisti e classisti, con le •più autentiche cen– trali della concezione materialistica dei valori? Nego. nel mo·do più ·assoluto che questo argomento sia vieto, risaputo, stantio: non lo è perchè non gli è stata mai data risposta. E' e rimarrà vivo nelle coscienze offese e scan– dalizzate da persone che assumono responsahilità, potere e denominazioni pesanti con stupefacente ed estrema legge- ' ' ' rezza. • Ricordo di ,aver letto' ·che un prelato cattolico introdu– cendo un recente congresso panamericano ( mi pare) per fa difesa contro il comunismo, si esprimeva ammonendo che qualora egli avesse ,potuto immaginare e sapere che anche solo uno dei partecipanti al congresso, vi fosse stato portato da mov,imenti ispirati ad interessi mater'ialistici d'or.dine so– ciali, l'intera iniziativa avrebbe meritato di cadere e la sua stessa presen.za sarebbe stata senza significato. Parole sufficientemente chiare; ma. le parole valgono an– cora veramente •per quello che significano o vi abbiamo ddi- , nitivamente rinunciato? E se valgono che cosa poteva oscu– rare la mente e la coscienza .di chi le pronunciava il quale si rivolgeva a rappresentanti ufficiali ,di alcuni fra i più feroci repressori d'ogni barlume di ap~rtura sociale? Quale scanda– losa prudenza lo tratteneva in quel luogo e insieme lo. spin– geva a parlare con· differente linguaggio? bi E alloTa? Allora, veramente, nell'indescrivibile disorientamento, nell'iudifferenza che circonda la vita politica nei suoi aspetti ideologici e ,di principio, può tornare, in primo luogo con la forza della protesta e della rivolta, il ricordo di testimonianze e di esperienze •quali quella del nostro movimento di allora. Vorrei anch~io ·che si potesse, do·po que•sto primo accenno, svifoppare il discorso magari da ·parte di chi fosse in grado di farlo con più sistematicità di me e ,con migliqre prepara- ~ione per affrontare tutti gli aspetti del problema. • Caro Baget, spero non ti stupirai se, •per finire, ti dirò che questa mia lunga protesta ha molto poco in comune con le (<aperture a sinistra » e si sente molto più intim~mente vicina, anche se non concorda, con battaglie del tipo di quella che sta conducendo « Ordine Civile >>. Il valore di questa s·ta '(secondo me ,che pure non riesco a seguirla nelle sue conseguenze e implicazioni di carattere costn1ttivo ), nel suo rigore:. essa rappresenta ed afferma delle posizioni, delle conclusioni, degli impegni di fondo con i quali nessuno di coloro che si dicono cattolici dovrebbero poter ev,itare di fare i conti nellà loro azione ·e nella loro coscienza, se solo conservassero la coer,enza che esige quel nome e, anzichè utilizzarlo per scopi diversissimi e innomi– nati, lo usass~ro in verità e umiltà di spirito. AIMONE BALBO / Ringraziamo Ajmone Balbo di questa lettera. Ricono– sciamo subito volentieri che essa si differenzia dal filone del– la, diremmo così, "sinistra volgare". Tra la posizione della . sinistra cris.tiana, l'ideologia dell'apertura a sinistra e della, nuova maggioranza, c'è l'abisso che passa 'tra una po1?izwne che crede nelle idee e nelle coscienze ed alcune forme di 1.ecadenza e di. malcostume politico. Balbo intende qui affermare il primato e l'universalità dei valori religiosi è morali : ma li afferma in un modo da d-isincarnarli, cioè' da separarli da ogni· contenuto e riferì- - mento :storico.· Ed in questo vive il limite della posizione va pag. 15 della sinistra cristiana. Alla quale è essenziale l'istanza di dissociare il Cristianesimo da ogni riferimento terrestre, con- • siderato come sorpassato e corrotto e in qualche modo estrin- seco alla purezza della fede. ' Tutto il suo tema originario è dato dalla separazione della Chiesa da un mondo giudicato passato (e giudicato co~e sem· plicemente identicÒ al fascismo ed •al capitalismo) ed un mon- do giudicato nuovo. • Ora la se~onda parte ·di questa tesi politica non esistè più. Il partito comunista non è più il partito nuovo : il mon– do socialista .non è più il mondo nuovo. Tuttavia vive .anco·ra la prima istanza, quella della as– soluta garanzia della incontaminazione, della assoluta purezza del cristiano e del giusto. Di qui il giudizio duro su ogni posizione di difesa materiale e politica della Chiesa e della ·civiltà ~al comunismo, per via delle molte false idee e cattive co~pagnie che si trovano su questa strada. Noi pensiamo sia possibile una posizione di dura, nuova ed autentica lotta· al comunismo unita alla più piena autentica visibile fedeltà alla verità, alla giustizia ed alla pace. E' pos– sibile certo essere cattolici di là della cortina di ferro : ma lo è appunt~ perchè là soprattutto si è obbligati ad una ferma difesa della fede dall'ateismo di Stato e dall'oppressione di partito. Vogliamo dire che l'affermazione di questa radicale, a~soluta incompatibilità della Fede e della natura umana con l'errore e la tirannia comunista è il segno di una autentica pÒsizione cristiana ed umana oggÌ. Noi no!"-possiamo accet– tare mai nessun errore e nessuna corruzione : ma non pos– siamo neanche accettare di avallare o peggio di inquadrarci in una collaborazione di fatto con il comunismo, èhe oggi poi, nel nostro paese, è il principe della corruzione, una vera centrale di soccorso agli elementi più cinici di tutti i partiti, nei sensi più opposti. Non è certo il solo responsabile dei no-stri mali, il PCI, e· nemmeno /orse· il maggiore : ma è certo che vi è indissolubilmente legato. La sinistra cristiana fu un errore, battuto dalla storia più anèora che - sufficiJentemente e maturamente criticato. N o,n è gvunta l'ora di riconoscere che il nuovo è tutto da costruire? O, in altri termini, che per una via dura e. diffi– cile, senza timore di sporcarsi le mani purchè sia viva la· Fede ed il ~uore riposto in Dio solo, si può e si deve dar vita ad una posizione civile interamente conforme alla legge naturalè? Che ci importa di capitalismo e di socialismo? "Ei son più vecchi dei. lor vecchi dei". Perchè po-rsi sempre ~l problema ,nei termini del falso dilemma storico e politico ìn cui viviamo? Perchè non lasciare ai morti il compito di sep- pellire i loro morti? • Non è tempo che i cattolici ricerc-hino non' nei miti e nei mostri della civiltà moderna, ma nella natura umana, nella coscienza retta che vive nel popolo, in ogni popolo, il sup– porto della loro azione tra gli uomini? Non è tempo ch;e si esprima questa corrispondenza misteriosa che lega la grazia alla natura, la Chiesa alla Storia, la Fede al popolo? E ·tutti coloro che il disordine non ha corrotto, che so;,,o rimasti vivi dopo ess~r passati attraverso le strette mortali della falsa .filosofia e della falsa politica, non possono ritro– varsi nella ricerca di una azione civile aut~nticamente uni– versale? Conosciamo i ricatti del mondo, posto nel maligno: conosciamo le astuzie ed i ricatti dei potenti di que,sto,mondo. Ma nulla può ferma,re la vittoria della Fede, che ha per sé l'attesa ed il desiderio degli uomini uomini di buona volontà. Solo. chi cerca trova: solo a chi bussa sarà aperto. Il silenzio della buona coscienza è una 'forma di pavidità unita all' or– goglio. Tale silenzio pesa attorno a noi: e siamo grati ad Ajmone Balbo di averlo rotto ·anche se le sue posizioni si pre– sentano come gli antipodi dell~ nostre. Noi non vogliamo fondarci ~u nessun errore, su nessuna .. ingiustizia: nè sul capitalismo, nè sul fascismo, nè sul co~u– nismo. Chi dice' che l'essere contro il fascismo è essere comu– nisti o esser-e contro il ,comunismo è essere fascisti { nè-l senso che la storia costringe a scegliere), sbaglia. E non c'è nes– sun'altra·. r.isposta o·rmai da dare ~e non quella di mostrare con· il fatto che si può essere presenti nella storia e. fedeli alla verità .. Questo è queblo ·che no.i voglia~o fare.

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