l’ordine civile - anno II - n. 2 - 15 gennaio 1960

l'ordine civile Ora noi non solleviamo obiezioni di fondo alle dichiara– zioni dello Spinelli, non possiamo farlo dar momento che egli non fa un esame dei singoli partiti risorgimentali, ma una disamina generale. Saremmo invece autorizzati a dissen– tire quando questi giudizi investissero il partito repubblicano nella totalità .della sua azione dal '45 ad oggi, e non tenessero soprattutto nella debita considerazione un fatto import1nte della situazione attuale di questo partito. Lo SpineUi non -vede lo sforzo operato dall'ala che fa capo all'on. Pacciardi affinché il P.R.I. esca da quella cc funzione di· correttivo mar- .ginale ora di destra ora di sinistra, del grande partito .demo– cratico cristiano, cercando d,i rafforzare o indebolire questa o quella tendenza ..'. ». Ed ancora quella grande battaglia che all'interno dello stesso partito si stà combattendo affinché « la -funzione del secondo partito della democrazia italiana non cada nelle mani di un partito socialista a cui « sarebbe stato praticamente impossibile spezzare l'unità dei sindacati. nelle. cooperative e nelle amministrazioni comunali con i comunisti». L'on. Pacciardi ha ,certamente ragione, quando nella sua lunga coerente battaglia e di parlamentare e di membro di part1to ha creduto di sostenere ad oltranza che qualsiasi bat– taglia, daUa laicità dello Stato alla moralizzazione ed alla attuazione dei programmi ,sociali, venga fatta all'interno e non all'esterno del sistema. Questo viene detto in pole~ica -con quelle considerazioni che proprio vengono fatte da quella • parte della corrente del PRI che fa capo a La Maifa e che intravede palesemente il pericolo di una mancata autonomia dello Stato, se non addirittura là mancanza di uno Stato de– mocratico repubblicano. L'AZIONE DI PACCIARDI E' indubbio che la campagna di chiarificazione che il PRI :ha vofoto porre, soprattutto nei confronti deìla DC, sia approdata a qualc·he cosa, se non altro a metter-e a nudo le debolezze del partito di maggiorallza nell'amministrare ~l paese, oltre che un pericoloso dev:iazionismo che oggi non è -solo verso il « fronte naziònale ii; ma anche verso ,sinistra. Ma il risultato politico a cui è giunto 1 il P.RI è quelÌo di :aver scoperto .da se s•tesso .che la battaglia ,condotta lo ha . posto ai margini dello Stato in una posizione di solo stimolo a che altri partiti assumano la responsabilità dello Stato che a lui non riescono'?. Non è forse giusto ciò che ha sostenuto lo Spinelli? « ·Tutt'al più spronano la corrente socialist~ ad assumere 1a hmzione di secondo partito della democrazia 1 che loro non possono esercitare più i, .. Evidentemente quando si vuol costruire uno •«Stato di -diritto ii, mettersi nella posizione in cui si è. ·posto il PRI -significa rinunzia apriori•stica a qualsiasi vo'lontit. di parteci- pazione- diretta a rilanci politici. Significa voler solo compor– tarsi da partito d'opinione, anzi direi meno che partito di pag. 7 opinione, ma movimento di opm10ne così come avv,iene per l'altro partito: il radicale. Mi sembra che lo Spinelli abbia voluto anche calcare la mano su questo ·altro aspetto allor– quando sostiene che cda tecnica ·del partito di massa non è nelle tradizioni risorgimentali e ·più in genera<le in quello liberale, le quali conservano solo ad un liv,ello culturale alto il partito di opinione e in basso il partito di clientele personali. Ap– prendere tale tecnica, escogitare forme diverse da quelle cat– toliche e socialiste, non sarebbe stata cosa né impossibile né difficile, ~e la corrente risorgiment,ale avesse avuto oltre che uomini di valore, una notevole influe~za nel paese ... i, . Non possiamo fare a. menò a questo punto di riprendere i giudizi che all'inizio avevamo detto erano apparsi sulla « Voce Repubblicana ». L'articolista insiste nel ritenere che { di-scorsi d'alta politica a cfii ormai si è abusato nel PRI da un certo periodo a ,questa parte non sortiscono effetto nel paese, mentre occorre proiettare in fondo la forza del pro– gramma sociale èhe il Partito possiede che rappresenta un lingua·ggio « senza violenze, senza antago~ismi fra classi, senza il tirannico monopolio corporativo. Questo è il segreto di tutta la trasformazione sociale ,i. E' detto tutto, la trasforma– zione sociale, cioè della scuola; della magistratura, della lai– cità, della Costituzione e della d,isoccupazione, della moraliz– zazione della vsita pubblica e del referendum; perché tut!o il dissidio sorge non già per primo nel ,Comune, nella Re– gione, nella Nazione, in grande come fenomeno dei rapporti fra macro-organismi, ma sorge in piccolo, nelle piccole azien– de do_ve nasce la nuova ricchezza coin-e rapporti tra· micro– organismi, dove il capitale signoreggia sul lavo,ro, dove il ri.: parto dei frutti ricavati con sforzi comuni viene appropriato da uno solo dei fattori, dal forte e ricco a danno d-el ,debofo e povero ». Questo era 1o sforzo che il PRI avrebbe dovuto fare e di questa opera di distinzione' e di qualificazione nella vita politica di questo paese, essò possedeva tutte le premesse. Non possiamo non concludere con lo stesso airticolista della _cc Voce Repubblicana >> :, ·« qui è dove il PRI deve me– ditare e deci·dere se non c'è proprio_ modo di raccogliere per sè quei tre milioni? di voti •auspicati da Saragat, quando si pensi che già in altre circostanze ,i repubblicani si presenta– rono con un milione -e centomila voti a creare ·quell'organi– smo sindacale unitario fondato da AchiUe Grandi, Giovanni Gronchi e Di Vittorio. Quei voti non erano di élites ma di lavoratori che fidav.ano nell'azione repubblicana per il pre- stigio di cui essa godeva in quel tempo ». ( Nella confusione politica che regna, queste note di chia– rezza in un'antica e nobile tra-dizione politica rappresentano delle note liete che ci accompagnano nelle lotte che abbiamo intrapreso, per il ripristino della autorità de1lo Stato e per una nuova concezione dello Stato, in un cammino in cui fede e speranza non vorremmo che venissero mai meno. BANCA COMMERCIALE ITALIANA BANCA DI INTERESSE NA·ZIONALE • biblioecagin6bianco

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