l’ordine civile - anno II - n. 2 - 15 gennaio 1960
pag. H gnificat~ non è lo spirito di abdicazioné innanz·i al mondo.- Non è umiltà quella che impedisce di annunciare la ,« dura parola >> -del Vangelo. Ma il giocci di bùssolotti continua e gli oppressori vengono mutati in eroi .. « Chi offende di più l'immagine di Cri– sto? Chi non avendo nulla obbedisce ad un misticismo politico che promette una realtà migliore, o chi ha paura di perdere il troppo e -si serve della fede b-asatiz sulla speranza 'per tradire ed ingannare gli altri lontani daUa tavola 'e dal tetto? >>, • • •• Lo scambio delle parole è cÒmpleto. Sono più vicini al vero Cristianesimo i comunisti che i « reazionari >; ossia' quella· genia di persona· che si servono deUa fede e della speranza per tratte- . ne.re gli uomini dalla tavola e dal tetto. L'immagine è involontariamente umo– ristica : ma chi sano dunque questi sot– tili e abilissimi nemici del genere ùma· no? Sono i •« ca~tolici • reazionari >> .o, ✓• più esattamente, coloro che in ,politica e in dottri·na non· si muovono sul piano . dorato dèlla sociaZità e dàll'ape~tura a· si_nistrà. Si delinea sullo sfondo la casta figura del cristiano progressista la cui gene– rosa apertura alle istanze deUe cc mas– se·» rende possibile un qualche agg•an• cio di queste con la Chiesa attraverso la stima e la fiduçia che il progressista si meritaO e che ·mos.tra che ,iri -fondo anche tra i caùolici 'ci possono essere degli uo•mini vèram_f!nte cc sociali ». • A· questo pÙnto, mentre la figuretta sua e dei suoi amièi si délinea irenica nell'orizzonte -incupito dai fulmini me– dievali del cardinale, Carlo Bo diventa edificante : ,cc Qui si tratta di salvare il mondo» ·dice ,mod·estamente. cc Ma la salvezza comincia sempre da noi, dal– l'angolo del nostro cuore, dalla_ nostra capacità ·d'amore ». _ Ecco :· abbiamo qui il. caso classico di un cristian·esimo che ha fatto la na– ce con il' mondo. E abbiamo· nui i dadi truccati, ben visibili al pubblico. Ec– coli qui : il male è là povertà : chi lotta cònÙo la povertà lotta contro il male, • chi -usa di principi per discriminare o dividere auelli che dicono di combattere la povertà. è un allea,to involontario .del male. La Chiesa deve lottare contro -la povertà, in modo che i suoi nemici ve– dano che si erano sbae:liati a combat– t~rla e in modo che appaia chiaro çhe il suo messaggio non soffre di alcuna contaminazione ma è twtto azzurro ço– me il cielo d'estate. Quèsta è la linea del mode;nò patto . che ·viene offerto oggi ner .la concilia– zione tr.a Chiesa e mondo. E' l'antichis– sima offerta fatta in termini rammoder- nati. • Ma da duemila_ anni, non est di_$ci– puÌu-s. super magisitrum: e l'odio • del mondo è il segno che distingue i veri cristiani. l,'oflerta di questo nuovo f-als·o • cri– stianesimo del benessere e deltinstal– laz-ione mondana si conre del nome··del– l'umiltà. della giustiz·ia, della tolleran– za· della paèe.'Ma in realià non ci si trova neanche ·wna volta di fronte a • queste virtù: Il 'benessere sÒstituisce il bene, la pace del 'ventre quella del cuore. Il discorso del t~ari/,in<iJe, fermo e forte, è oggi il simbolo della- vera cri– stianità, ~uttà protesa , a difendere un giusto ordine civile, un autentico ordi– ne wmano, tutta ~ntesa a difendere i diritti di Dio e quelli dèlla persona, indissolubilmente uniti. L'articolo di Carlo Bo è la bandiera del· falso cri– stianesimò, che cerca. la pace con· il mondò, abbandonandogli l'òrdine civile e si balocca con· parole spirituali vu~– tate dello Spirito. • V.inanzi ai due t[!sti:la coscienza cri– stiana è posta ad un bivio, che, per la sua rigorosa chiarezza, ci ricorda -la me– ditazione ignaziana delle due bandiere. Ed in realtà, quèsto è il vero com– battimento, che si combatte o_e:gi,nelle coscienze come· nelle istituzioni, in questo paese. AFRICA' II viaggio di_ Mac MHlan Il primo ministro inglese ha comin– ciato il viagii;io • di un mese in Africa, in un anno nel quale cambiamenti de– cisivi avranno luogo in ,quel continente. L'Ine;hilterra è destinata a.d avere una parte diretta ed importan.te in :questi cambiamenti, e la sua -eredità_ la-sciata ae:li africani sta per_ assumere 'forma definitiva. 'i, • In realtà ·l'esempio dato dall'ln!!hil- .terra oltre cincrue anni or sono col con– cedere l'indinendenza aUa Costa d'Oro, che si .tra~formò • nello stato indioen– dente del Ghana, ha avuto ripercussio-, . ni a•ssai oiù vaste di quanto Io stesso /!Overno. di Londra ..si asoettasse. Se la Guinea respi~se la coslituzione della V Reoubblica, prete11ilendo Tin.li_penden– za immediata, ciò ·,fo possibile nr.,.i,hé c'era non lontano 11·nesemoio d·{ Stato africano d-i'rec-ente indipendenza, e che, tutto considerato, aveva fatto buona prova alla tribuna internaziona.Je. Il movimento iniziato.si allorà con l'indi– pendenza del Ghana •e pro~eiruito con la secessione della ·Guinea dalla Francia, ha ·,dato l'avvio ad -1.ma trasformazione radicale ,del •sistema afri~ano che nel– l'anno entrante assumerà forme spetta– colari. Intanto dal 1° ·gennaiò scorso· il Kameroun, l'anticavex ·cofonia ted,esca . sotto mandato francese, ha rairniunto 'l'i~dìnendeuza. Il 27 aprile 1960 la Re– pubblica del Togo -arriverà a sua v0'1ta all'indipendenza -ed ehfrerà nell'ONU. Èss~ sarà seguita dàUa Somalìa sotto tutela italiana e- cru'indì il I O 'ottobre dalia Fed·erazioile della Nie;eria. Là CO• muniÙ- • francese, •creata ·,dopo il refé– ~enduri:i 'del 28 setfénihre 1958, è an– che èssà. s~nsibile àUa corrente di i-ridi– pend•enza "èlie- si è. manaesta_ta in tutto il coiiùnente· africano. I discorsi ·del ite– neraie De Gaulle a: Novakchotl.'~a•:;st. Lotris/a Dakar, là decisione ·del-VFCo·n– -siglio Eseéùtivo della. Coiininrtà·· lì-ànnò. • l'ordine civile provato che I 'Francia non vuole op– porsi al movibento di emancipazione africana, segu~ndo in ciò anche l'.esem– pio -dell'lnghih-erra. Il Mali, nel seno del quale si soho raggruppati il Senegal ed il Sudan, a~cederà alla sovranità in– ternazionale alla -fine delle trattative. c~e i suoi dirigenti_ voglio-no iniziare con i rappresentanti francesi il 18 gen- naio p:i;-ossimo. • • Nel .mese di febbraio i Malgasci ri– correranno adl una procedura analoga. Numerosi indizi confermati dalle -di– chiarazi~ni dtji capi -di Stato africani fanno pensare c·he i precedenti del -Ma– dagascar e del Màli sono .destinati ra– pidamente a ~are scuola : l'Alto Volta, la MuretaniaJ la Repubblica ·Centro Africana •e -qqella del Congo pensano d • f • 1 • d' S a e1 tra.s -enm-entI 1 competenze. e questo è il ·quhdro dell'ex impero fra·n– cese la situàzi 1 one non è meno -efferve– scente e sotto molti aspetti anche più grilve neg1i ultimi territori a sovranità britannica. In realtà i probl,;mi del Ghana e· -della Nigeria non erano i più difficili a risolversi. Paesi relativainen- • te ricchi in eui la colonializzazione bianca non aveva mai avuto sviluppi notevoli, furono ,fin dal principio -de] s_ecolo governati col -sistema .deM'« in– direct rule », dove però i pochi -coloni bianchi furono sostituiti ·•con • africani. Tali paesi arrivarono '!)OSÌ quasi pacifi– camente· all'indipendenza. Forse • Mac Millari spera .di trovare in questi paesi, specie n-el -Ghana, l'appop:gio ·per la sua· politica nei territori dell'Africa JD.eri– dionalè ed orientale. In questi territori la situazione può ormai çonsiderarsi esplosiva. Mentre a Pretorìa ,si minac– cia periodicamente di proclamare la repubblica per !"incerta politica seguita dal governo inglese, che -ment:r:e non vorrebbe dividere le sue responsabilità da queUe del governo del Sud Africa, d'altronde teme addirittura le possibili pericolosissime conseguenze di una se– cessione del Dominion dal Common– wealth;· a-d Accra non ci• -si ,contenterà di ,sole pa·role. 11 Dr. Nrkruma·h vorrà solide garanzie perché nei territori del– le due Rhodesie e del Nyassaland, oggi uniti in una Federazione dell'Africa éentrale, l'Inghilterra non indulga a quella politica· che ha in epoca non lontana reso possibile il crearsi dell'at– tuale situazione nel Sud Africa: Nella Federazion~ dell'Africa Centra– le si manifestano oggi tutti gli elementi det problema africano dassico nei ·ter– ritori· ingle~i: una ·minoranza di colo• nizzatori -bianc·hi' ed una maggioranza di _in-digeni governati· da essi, il desi– derio di indipendenza dei bianéhi allo scopo di continuare a mantenere la loro autorità senza le interferenze di un go– verno in Londra· e il desid·erio di li– bertà da tutti i governanti bianchi, vici– ni e lontani; da parte d.egli african_i. Sep– pure oggi regni la- ~alma dopo i disòr– dini che. insanguinarono il Nyassaland riel 1959, si tratta di una tranqui-llità supèrfici_àl_e. f~ricàni e coloni eur~y~i, per· motivi diametralmente oppost~ re- ,. spingono la .-federazione e Lord Mongh-
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